Potranno aumentare i vigneti a denominazione di origine controllata a Bolgheri, dopo il via libera arrivato dalla regione per ampliare la superficie di vigneti iscrivibili alla Doc.

La richiesta di aumentare le superfici era stata inoltrata il settembre scorso dal Consorzio di tutela ed è stato accettato in questi giorni con una delibera regionale.

Per Marco Remaschi, assessore regionale all'Agricoltura, "Ciò che serve a Bolgheri è fare in modo che i suoi produttori vinicoli possano valorizzare al massimo i loro terreni, le loro vigne e i loro vini nell'ambito della denominazione di origine e sui mercati. E da oggi tutti gli imprenditori locali hanno la possibilità di farlo secondo precise regole".

E questo ora sarà possibile, con un aumento di 190 ettari, 120 a rosso e 70 a bianco, che si andranno ad aggiungere ai 1.163 ettari già rivendicabili a Doc.

La storia del vino di Bolgheri nasce nel 1944 quando Incisa della Rocchetta piantò il primo vigneto del Sassicaia a Castiglioncello di Bolgheri, in una zona in cui si diceva che non era possibile fare vino di qualità vicino al mare, e che oggi costituisce una denominazione a sé stante: la a.

Da lì, in meno di 50 anni sono nati vini diventati monumenti dell'enologia mondiale, trasformando il territorio in uno delle più famose zone vinicole d'Italia. Riconosciuta la Bolgheri Doc nel 1983, nel 1994 nasceva il Consorzio di tutela, con sette soci fondatori e 280 ettari coltivati.

Oggi i soci sono 45 con 1.319 ettari, di cui come detto 1.163 a denominazione di origine e gli altri dedicati all'Igt Toscana, con una produzione passata negli anni da 27.800 a 42.800 ettolitri e un volume di vendite e di fatturato in costante aumento.

E l'ampliamento della Doc vuole rispondere a questa tendenza di crescita, e a breve la regione definirà termini e modalità per la presentazione delle domande di concessione della nuova superficie rivendicabile da parte delle aziende agricole che ricadono all'interno della denominazione.