La direttiva per le pratiche commerciali sleali nel settore agricolo e agroalimentare è cosa fatta. Esulta l'Emilia Romagna, dove si parla di normativa per una filiera più equa ed efficiente.
In Lombardia invece si sta aspettando la legge nazionale dell'enoturismo, che possa garantire così maggiore sviluppo a una rete già sviluppata di cantine e agriturismi attivi nel settore enologico.


Emilia Romagna

Pratiche sleali, soddisfazione per l'approvazione della direttiva europea
La Regione Emilia Romagna esprime grande soddisfazione per il via libera in sede europea delle pratiche commerciali da parte degli acquirenti e dei distributori di prodotti agricoli.

"E' un provvedimento di fondamentale importanza per il settore agricolo - sottolinea l'assessore Simona Caselli - si tratta di un contributo per una filiera più efficiente, trasparente ed equa, che impedisce le aste al ribasso e altre pratiche commerciali vessatorie per i produttori agricoli". Le nuove norme mettono infatti al bando le pratiche sleali quali i ritardi nei pagamenti per i prodotti consegnati, le cancellazioni unilaterali tardive o modifiche retroattive dell'ordine e il rifiuto dell'acquirente di firmare un contratto scritto con il fornitore".


Lombardia

Enoturismo, attesa per l'ok definitivo alla misura
"Il decreto sull'enoturismo è necessario per regolamentare il settore e promuovere ulteriormente il rapporto tra territorio, prodotti agroalimentari e turismo". Così l'assessore regionale all'Agricoltura Fabio Rolfi, a margine della discussione sul decreto ministeriale per l'esercizio dell'attività enoturistica in Conferenza stato regioni.
"Si tratta di una misura molto attesa per lo sviluppo del turismo nelle zone a forte vocazione vitivinicola – continua Rolfi – siamo già al lavoro per creare un registro regionale dedicato all'enoturismo e per formare operatori professionali. Durante il Vinitaly nel padiglione Lombardia organizzeremo un incontro per presentare i contenuti della normativa".


Piemonte

Psr, il 90% dei fondi 2014-2020 è stato attivato
Il programma di sviluppo rurale del Piemonte ha attivato circa il 90% delle risorse disponibili, equivalenti a 960 milioni di euro, a fronte di un budget totale per il periodo di 1 miliardo di finanziamento pubblico. I progetti approvati finora riguardano risorse per 712 milioni, mentre le erogazioni a fine 2018 hanno raggiunto i 337 milioni, con una forte accelerazione nell'ultimo anno (196 milioni).

"Con l'anno scorso abbiamo raggiunto e superato gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea – sottolinea l'assessore Giorgio Ferrero siamo tra le regioni più virtuose del Centro Nord, abbiamo infatti oltrepassato l'obiettivo imposto nel 2018, avendo liquidato 337 milioni di euro alle imprese piemontesi, rispetto all'obiettivo iniziale di 218 milioni".
Fra le misure più richieste e maggiormente finanziate spicca l'importo di 106 milioni per gli investimenti nelle aziende agricole e i 46 milioni per i giovani agricoltori.