Il biologico piace ai consumatori italiani ed europei. Secondo i dati presentati durante l'ultima edizione di Biofach, la principale fiera del settore, le vendite al dettaglio di prodotti biologici in Europa hanno superato i 37 miliardi di euro con un aumento del 10,5% rispetto al 2016. L'Italia, con 1,9 milioni di ettari coltivati, è al secondo posto dopo la Spagna per estensioni.

Se i consumatori vogliono mangiare bio gli agricoltori hanno davanti la sfida di ottenere produzioni abbondanti e di qualità pur avendo a disposizione un minor numero di mezzi tecnici. Per questo il Mipaaft ha finanziato Risobiosystem, un progetto che ha come obiettivo quello di raccogliere e sviluppare le migliori pratiche per la coltivazione del riso in regime di biologico. L'Italia infatti conta più della metà della superficie coltivata a riso d'Europa e nel nostro paese il settore bio interessa quasi il 10% delle risaie.
 


In apertura del convegno di presentazione del progetto Risobiosystem, che si è tenuto a Milano il 4 marzo scorso, il ministro Gian Marco Centinaio, originario di Pavia, ha voluto ricordare le sfide che deve affrontare il settore: dalla concorrenza con i paesi asiatici fino alla necessità di avere produzione di alta qualità e sostenibilità. Il ministro ha poi espresso l'auspicio che anche nelle mense delle scuole ai ragazzi vengano serviti cibi locali e biologici.

Interpellato da AgroNotizie sull'annosa questione del finto biologico, il ministro Centinaio è stato netto: "Chi dice di produrre riso biologico e poi non lo fa compie una doppia truffa. Una nei confronti dei consumatori, che pagano per avere un prodotto biologico, e l'altra nei confronti delle aziende oneste, che devono affrontare una concorrenza sleale. Per questo io credo che ci debba essere massima fermezza da parte degli organi competenti per individuare e sanzionare le aziende che non rispettano la legge".
 

Quali strumenti per la risicoltura biologica?

Chi oggi produce riso in regime di biologico ha davanti a sé due principali difficoltà: la gestione delle malattie fungine e delle infestanti. Sul primo frangente gli strumenti a disposizione sono davvero pochi se non puntare sulla scelta di varietà resistenti al brusone e utilizzare prodotti a base di zolfo, che tuttavia devono ricevere una deroga.

Per quanto riguarda il controllo delle infestanti il progetto Risobiosystem ha lavorato su tre tecniche. Come spiegato da Stefano Tiraboschi, dell'azienda agricola di Rovasenda Biandrate Maria, è possibile controllare le malerbe passando varie volte con uno strigliatore leggero a ridosso della semina (che deve essere profonda) e anche dopo l'emergenza delle piantine.

L'altro metodo è quello di riempire la camera della risaia con un sottile strato di acqua e successivamente lavorare lo strato superficiale del suolo. I semi delle infestanti salgono così a galla o rimangono in sospensione e facendo defluire l'acqua vengono portati via. Questo è un metodo che deve essere ripetuto almeno due volte e non deve essere seguito da una lavorazione del terreno, ma direttamente dalla semina.

Il terzo metodo, quello che i ricercatori dell'Università statale di Milano, del Crea, del Cnr e dell'Enr (tutti partner del progetto) ritengono più promettente, è quello della pacciamatura verde. Questo metodo consiste nella semina di una cover crop (come il loietto) che copre il terreno durante l'inverno e impedisce la crescita delle infestanti. Le piante vengono poi abbattute con un rullo o trebbiate e successivamente avviene la semina a spaglio o interrata. Le piante allettate forniscono una sorta di pacciamatura che tuttavia non impedisce alle piantine di riso di emergere.

Come ha spiegato Stefano Bocchi, dell'Università statale di Milano, utilizzando come essenza per la pacciamatura verde alcune piante, come il grano saraceno, il trifoglio violetto, l'avena o la segale è possibile sfruttarne la funzione allelopatica. Infatti queste piante rilasciano nel terreno delle sostanze chimiche che ostacolano la crescita delle piante infestanti, come il giavone, senza tuttavia affiggere il riso.

Oltre a queste tecniche è tuttavia essenziale applicare la rotazione delle colture che permette un migliore controllo delle infestanti e, nel caso di impiego di piante leguminose, permette di arricchire di sostanza organica il suolo. Durante l'evento sono stati presentati casi di aziende che da anni ormai non con concimano il terreno e affermano di avere produzioni "soddisfacenti".


Sostenibilità ambientale, ma anche economica?

Scopo del progetto Risobiosystem p anche quello di valutare la sostenibilità economica della risicoltura biologica. Da un lato infatti le aziende possono contare su prezzi di mercato sensibilmente più elevati rispetto al riso convenzionale. Dall'altro però devono scontare il fatto di avere rese minori, che il progetto valuterà se vengono compensate dal minore utilizzo di input produttivi.