Continuano i lavori di post emergenza sui Monti Pisani che hanno visto già da novembre le operazioni di messa in sicurezza idrogeologica e il ripristino della viabilità dell'area, delle zone devastate dall'incendio del settembre scorso che ha distrutto oltre 1.400 ettari di boschi e oliveti.

E continuano anche le polemiche politiche tra gli enti locali, in particolare i comuni e la regione e il governo per lo stanziamento dei fondi destinati al ripristino dell'area.

Al di là del non riconoscimento dello stato di calamità naturale, cosa quasi scontata dal momento che gli incendi dolosi non rientrano tra le cause per cui è possibile riconoscere la calamità, lo scontro tra regione e governo è sul riconoscimento dello stato di emergenza nazionale e i relativi fondi stanziabili in questo caso.

Il governo infatti, pur lodando l'operato svolto dalla Regione Toscana, ha riferito che il dipartimento della Protezione civile non ha ritenuto di riconoscere lo stato di emergenza nazionale, negando di conseguenza i fondi aggiuntivi e annunciando che anche per quanto riguarda i lavori di prevenzione idrogeologica non ci saranno finanziamenti specifici per l'area, ma sarà approvato un piano strutturale generale, che metterà a disposizione 2 miliardi 110 milioni di euro da qui al 2033 a livello nazionale.

Vanno invece avanti in maniera concreta le iniziative di solidarietà che dall'autunno scorso si stanno susseguendo, come la raccolta fondi lanciata da Unicoop Firenze battezzata 'gli occhi del bosco', o la raccolta lanciata da tre associazioni - EcoLato Comune, InFestanti e Dèi Camminanti - insieme a Banca Etica e ai comuni di Calci e Vicopisano, mirata a sostenere in maniera diretta chi ha perso la casa o le strutture agricole e i campi.

A queste si sono aggiunte poi le donazioni in natura, la prima fatta da Toscana Aeroporti assieme alla Magistratura San Marco, la "squadra" dello storico gioco del ponte del quartiere in cui si trova l'aeroporto, che hanno messo a disposizione 2mila piantine di olivo da destinare, in base al numero di ulivi perduti, a chi ha fatto l'apposita segnalazione dei danni sul sistema regionale "Artea" entro i termini previsti.

Una iniziativa simile è arrivata in questi giorni anche dal Gruppo Tesi di Pistoia, una delle più grandi realtà vivaistiche pistoiesi che ha donato 10mila piante per il recupero delle aree boschive.

Un interesse e un affetto per il territorio che ha portato anche al premio luoghi del cuore, promosso dal Fai, il Fondo per l'ambiente italiano, che a fine 2018 ha visto vincere a livello nazionale il Monte Pisano di Calci e Vicopisano con 114.670 voti.

E su tutto resta l'ombra e l'onta della conferma dell'arresto dell'unico accusato del disastro, un volontario dell'antincendio boschivo di Calci, il primo a dare anche l'allarme, incastrato anche dai tracciati delle celle telefoniche che lo hanno localizzato nei luoghi dei primi focolai appena prima dell'incendio. 

Una vicenda che ha scatenato l'indignazione della popolazione e che ha gettato anche una cattiva luce sull'operato delle squadre antincendio, che rischia di macchiare l'impegno e l'operato di centinaia di persone che prestano gratuitamente e a proprio rischio il loro tempo e il loro lavoro per la salvaguardia dei boschi.