Solo con un'agricoltura smart e dinamica basata su una maggiore conoscenza si può creare valore all'interno delle filiere agroalimentari.
E' questa la sintesi della due giorni della sedicesima edizione del Forum Cdo Agroalimentare, tenutasi nel pomeriggio di venerdì 25 e nella mattinata di sabato 26 gennaio al Palace Hotel di Milano Marittima (Ra).

I due temi discussi, agricoltura smart e creazione di valore, hanno avuto testimonianza nelle parole di 34 relatori, fra manager e imprenditori del settore agroalimentare, di fronte a una platea di circa 400 persone.
Nella prima giornata, dedicata all'agricoltura smart, dopo i saluti iniziali del presidente del Cdo Camillo Gardini e dell'assessore all'Agricoltura Simona Caselli, a condurre i lavori è stato Angelo Frascarelli, professore di economia e politica agraria all'Università di Perugia.

"Agricoltura smart significa adattarsi alle esigenze del mercato - ha ricordato Frascarelli - offrire nuovi prodotti sicuri e di qualità, a prezzi accessibili, provenienti dalla filiera integrata. I vantaggi vanno dalla maggiore produzione a una qualità più elevata, una corretta gestione dell'acqua e la riduzione di costi di produzione e impatto ambientale. Per fare tutto ciò diventano sempre più fondamentali conoscenze, capitale umano e dati".

Successivamente si sono susseguite alcune case history di esperienza di alcune pmi agroalimentari, dalla Fattoria Rossi produttrice di Parmigiano Reggiano alla cantina emiliana Paltrinieri del Lambrusco di Sorbara, fino alla Tenuta Maccarese, azienda zootecnica del Centro Italia, fino alla società Agri-Ter di Ravenna, modello di organizzazione e cooperazione vincente fra agricoltori.

Nella sessione dedicata all'innovazione in genetica e meccanica, fra gli interventi anche quello di Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma. "Agricoltura di precisione e digitale sono essenziali per l'agricoltura smart - ha sottolineato - L'agricoltura 4.0 è costituita da geosensing, gps e droni, mentre l'agricoltura 5.0 si fonda sulla robotica. Le percentuali di utilizzo sono ancora molto basse, anche se le potenzialità sono enormi".

Remy Courbon, amministratore delegato di Bayer Crop Science Italia, ha ricordato i vari aspetti dell'innovazione in agricoltura, ricordando la recente acquisizione di Monsanto da parte della multinazionale tedesca.
"Per Bayer non poteva esserci solo un'innovazione negli agrofarmaci, settore sul quale stiamo investendo per proporre al mercato nuovi prodotti naturali. Questa attività di difesa doveva comprendere anche la genetica e il digitale. La genetica ha un campo di innovazione enorme. In futuro con una miglioramento delle genetica e la crescita del digitale in agricoltura porterà a una riduzione dell'utilizzo degli agrofarmaci".

A chiudere la prima giornata è invece stato Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura in Parlamento Europeo che ha ricordato come "la sentenza della corte di giustizia europea relativamente alla innovazione genetica abbia prodotto grande incertezza sulla procedura autorizzativa, e che si arriverà a breve a una nuova normativa europea per le tecniche del miglioramento genetico".
Sul fronte delle pratiche commerciali sleali "siamo finalmente arrivati in fondo al tunnel burocratico della direttiva europea, che è importante già recepire e mettere in atto quest'anno a livello nazionale".

In avvio di seconda giornata il tema dei biostimolanti è stato oggetto dell'intervento di Giuseppe Natale, ceo di Valagro, multinazionale abruzzese leader del settore che si aspetta una forte crescita dei ricavi e del business nei prossimi cinque anni.
"Questi prodotti integrano la necessità di una sostenibilità non solo ambientale, assolutamente fondamentale, ma anche di responsabilità sociale ed economica. A livello normativo con soddisfazione abbiamo visto negli ultimi anni i passi giusti verso un regolamento europeo chiaro e preciso, ci aspettiamo per il 2019 una normativa per il settore dei biostimolanti, sia per l'industria che per l'agricoltura".

Dopo l'interessante parentesi di alcune esperienze legate alla creazione di valore in alcune aziende nel settore agroalimentare, successivamente Fabio Venturi, consulente di direzione, ha ricordato come si "debba progressivamente abbandonare il marketing tradizionale focalizzato esclusivamente sulla comunicazione del prodotto per passare al marketing relazionale, relativo allo stretto contatto con il cliente".

"Salute e sostenibilità, made in, selezione all'origine, artigianato e innovazione sono i drive per il futuro – ha commentato invece Stefano Galli, di Nielsen, facendo una panoramica dei consumi alimentari nel 2018 – Attualmente il mercato dei prodotti alimentari è stabile, a crescere a doppia cifra è ancora il biologico, che ha raggiunto il 3,6% sulle vendite totali di prodotti agroalimentari".