Il sottoscritto non è certo anagraficamente da annoverare fra i millenials e quindi tantomeno nell'eletta schiera dei nativi digitali; in più soffre di una subdola, subconscia, epidermica diffidenza verso tutto quello che odora di bit. "Obtorto collo" si deve allora subire l'innegabile fascino dell'innovazione digitale.

A Fondazione Fico, non più tardi di ieri, abbiamo presentato il canale webinar.
Le lezioni e i seminari sui temi dell'agricoltura, del cibo e della nutrizione si potranno effettuare in diretta o in differita, in aule virtuali che possono contenere fino a mille persone.
Inoltre si potranno erogare crediti formativi a distanza e il docente potrà interagire direttamente con i partecipanti.
Mica pizza e fichi.

La prima serie di corsi presentata profuma ulteriormente di bit. E' organizzata dal Dipartimento Design del Politecnico di Milano e si insegnerà a fare etichette per vini o oli secondo il concetto che il design va oltre l'oggetto e il prodotto.
Il design trasferisce informazioni e soprattutto emozioni: un'etichetta adeguata è fondamentale per avere successo sui singoli mercati. E qui arriva il digitale, anzi la stampa digitale.
Oggi con nuove stampanti si possono creare e stampare etichette come e quanto si vuole, direttamente in cantina o in frantoio. Questo può permettere anche ai piccoli produttori di segmentare la propria offerta a piacimento per i diversi mercati.

Dobbiamo ammetterlo: digitale è bello.