I Carabinieri forestali, su disposizione del pubblico ministero barese Domenico Minardi, hanno sequestrato sabato scorso a Monopoli (Bari) presso la Masseria Caramanna l'ulivo infetto da Xylella fastidiosa e l'intera particella agraria, prescrivendo al conduttore dei terreni, nominato custode dei luoghi, che "ogni accesso al fondo per la materiale conduzione agricola e rispetto delle vigenti normative in materia di emergenza Xylella, dovrà essere concordato con l'autorità giudiziaria per la relativa autorizzazione".

Il decreto di sequestro probatorio della pianta sarà notificato anche al ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali e all’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, questo perché il Mipaaft è ritenuto dalla magistratura barese persona offesa dai reati sin qui ipotizzati a carico di ignoti: diffusione di malattia e diffusione di notizie tendenziose tali da poter turbare l’ordine pubblico. La notizia del sequestro dell’albero si è subito diffusa in Puglia, dove fortissime sono state le reazioni contrarie all’atto della procura di Bari, anche perché il proprietario dell’olivo infetto ne aveva chiesto l’immediata eradicazione.

A Monopoli ieri mattina si è anche tenuta una manifestazione pubblica, alla quale hanno aderito circa 2000 persone, a favore della scienza e in particolare del rispetto delle norme sul contenimento della Xyella fastidiosa, a difesa del paesaggio e della produzione olivicolo-olearia e contro ogni tentativo di tentare di combattere la batteriosi con presunte soluzioni alternative.
A seguire tutte le reazioni delle organizzazioni agricole che al momento risultano pervenute.
 

Coldiretti Puglia

"Abbiamo piena fiducia nell'operato della Magistratura, certamente è stato disposto il sequestro sulla scorta di un esposto di cui si sta verificando la paternità, ma è evidente che l'ennesimo blocco degli espianti deve essere superato immediatamente. E' indispensabile interrompere qualsiasi forma di contagio degli ulivi nell'area di Monopoli. Abbiamo già pagato noi agricoltori, e non i santoni difensori di un ambiente e di un paesaggio che rischiano di scomparire, lo scempio che si è già perpetrato per esempio ad Oria e Francavilla, dove per non abbattere 47 ulivi malati, con espianti bloccati dai ricorsi al Tar, abbiamo fatto morire 3100 alberi per colpa del batterio killer e consentito al vettore di continuare ad infettare migliaia di esemplari anche monumentali.
Il nostro agricoltore ha chiesto alla Procura di Bari, attraverso i Carabinieri Forestali di Monopoli, l'autorizzazione all'accesso nella particella sequestrata, per procedere ai normali lavori colturali, nonché, soprattutto, per adottare le pratiche fisiche ed agronomiche prescritte per fronteggiare l'emergenza del batterio Xylella fastidiosa",
dichiara oggi il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
 

Italia Olivicola

"A sette mesi di distanza dalle nostre denunce contro tutti i santoni che hanno rallentato il contrasto alla Xylella con le loro follie non abbiamo notizie dalle Procure, mentre questa gentaglia presenta un esposto ed un minuto dopo la Magistratura mette i sigilli a piante e terreni rinviando l'eradicazione necessaria. Ma in che paese viviamo?"
È durissimo il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, dopo la notizia del sequestro.

"Non riesco davvero a comprendere perché si dia priorità agli esposti folli di questa gentaglia e non alle denunce serie e circostanziate di chi davvero è parte lesa nella vicenda Xylella - ha sottolineato il presidente di Italia Olivicola -. È sconfortante tutto questo perché è proprio grazie a queste storture che la Xylella avanza indisturbata".
"Non sono più rinviabili interventi speciali per accelerare le eradicazioni ed evitare anche ricorsi ed esposti di questi nullafacenti così ascoltati da alcuni magistrati", ha continuato Sicolo. "Non escludiamo, a questo punto, di rivolgerci per avere giustizia direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è anche il garante di centinaia di migliaia di famiglie che vivono grazie agli ulivi e ai vivai", ha concluso Sicolo.
 

Confagricoltura Bari

“Ci preoccupa molto il sequestro dell’ulivo infetto a Monopoli da parte della Procura di Bari, un atto probabilmente provocato da un esposto. Di certo non è una buona notizia, evidentemente quanto accaduto in Salento non ha insegnato nulla". E' il commento reso ieri del presidente di Confagricoltura Bari, Michele Lacenere

"Pur rispettando il lavoro dei magistrati - ha aggiunto - che ovviamente sono chiamati ad intervenire seguendo l'attuale normativa, non possiamo non sottolineare, ancora una volta, che dovrebbe essere la scienza a parlare. Le eradicazioni rappresentano lo strumento per evitare che il batterio avanzi ancora come ha fatto negli ultimi tre anni, arrivando sino a Monopoli. Sacrificare un albero infetto significa dare la possibilità a migliaia di altri ulivi di continuare a fare la storia della Puglia, dell'olivicoltura pugliese. Diversamente, lasciare il batterio libero di fare strada significherà la fine di questa storia".
 

Cia Puglia

"Il sequestro dell'ulivo infetto di Monopoli, da parte della Procura di Bari, non è una buona notizia per l'olivicoltura pugliese". E' quanto ha dichiarato ieri Giannicola D'Amico, vicepresidente regionale di Cia Puglia. "Rispettiamo la Magistratura, che fa il proprio lavoro in base alle leggi vigenti, segnaliamo tuttavia che, come messo in evidenza dalla scienza e dalla realtà dei fatti, impedire le eradicazioni non fa che accelerare l'avanzata del batterio", ha aggiunto D'Amico.

"Purtroppo, l'espansione della Xylella non aspetta i tempi dei processi, né gli esiti dei ricorsi al Tar. E' stato così per i contenziosi legali pendenti presso la Procura di Lecce, che a distanza di tre anni non sono approdati a nulla, e per quelli presentati al Tar dai proprietari di Oria e respinti alla fine del 2017. Anche dal punto di vista legislativo, occorre un intervento del Parlamento che dia gli strumenti normativi necessari ad accelerare le eradicazioni e tolga ai complottisti la possibilità di ostacolare la lotta contro la Xylella e la rinascita dell'olivicoltura pugliese".
 

Gilet arancioni

“Il sequestro dell'albero infetto a Monopoli, insieme a tutto il campo, probabilmente a causa di un esposto di qualche santone negazionista, è una notizia gravissima e siamo molto preoccupati per le ripercussioni che potrà avere nella lotta al batterio in provincia di Bari". Con queste parole Onofrio Spagnoletti Zeuli, portavoce dei Gilet arancioni, ha commentato ieri la notizia del sequestro. "Assistiamo al sequel dello stesso film disastroso girato in Salento con i sequestri iniziali che diedero il via all'avanzata del batterio e i risultati che adesso sono sotto gli occhi di tutti".

"Il proprietario della pianta ha fatto regolarmente richiesta per l'eradicazione, quindi il sequestro proviene sicuramente dall'esposto di qualche santone e dalle sponde che questi personaggi riescono a trovare anche nelle Procure - ha continuato Spagnoletti Zeuli -. Sarebbe un fatto gravissimo perché inizierebbero da subito i rallentamenti nel contrasto al batterio che rischia di distruggere il nostro territorio".

"Non è più rinviabile una legge speciale da parte del Governo e del ministro Gian Marco Centinaio che consenta il taglio delle piante infette, immediatamente dopo aver avuto con certezza il risultato positivo dell'analisi - ha rimarcato il portavoce dei Gilet arancioni -. Auspichiamo che la magistratura persegua invece tutte quelle persone, così come da esposto presentato nei mesi scorsi da Italia Olivicola ed Anve, che in questi anni con i loro atteggiamenti, i loro folli esposti hanno attentato al nostro patrimonio olivicolo e alla nostra economia".