Più infrastrutture fisiche e digitali per rendere le imprese agricole italiane sempre più competitive sui mercati internazionali. Questo il focus del secondo appuntamento di Grow!, l'action tank di Agrinsieme, il coordinamento nazionale che riunisce Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative italiane dell'agroalimentare.

"L'ottimizzazione della rete infrastrutturale, sia materiale che immateriale, si traduce in mercati domestici più efficienti e in una migliore trasmissione del prezzo, nonché in una maggiore competitività sui mercati internazionali; per questo riteniamo di fondamentale importanza aver riunito oggi una significativa rappresentanza del mondo imprenditoriale agricolo e cooperativo italiano, che quotidianamente si confronta con le difficoltà del mercato nazionale e globale e ha la possibilità di rappresentare la propria esperienza alle istituzioni” così Franco Verrascina, il coordinatore nazionale di Agrinsieme, ha introdotto i lavori della giornata, in cui sono intervenuti, tra gli altri, il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio, gli amministratori delegati di Acea Stefano Antonio Donnarumma e Linkem Davide Rota, il responsabile dell'area agricoltura e industria alimentare di Nomisma Denis Pantini e i copresidenti del coordinamento Dino ScanavinoMassimiliano Giansanti e Giorgio Mercuri.

In apertura dell'evento Nomisma ha presentato lo studio realizzato per Agrinsieme e dedicato al tema “Il sistema infrastrutturale a servizio dell'agricoltura italiana”, che ha analizzato l'importanza delle infrastrutture materiali e immateriali per la competitività dell'agricoltura italiana nel contesto comunitario e globale, con particolare riferimento ai collegamenti, ai trasporti, alla digitalizzazione e al sistema idrico.

L'Italia risulta all'undicesimo posto per autostrade, aeroporti e reti ferroviarie nei paesi dell'Unione europea, posizionandosi prima della Spagna e dopo la Francia; tuttavia il distacco dai Paesi Bassi, primi in classifica, è notevole: l'intensità della presenza infrastrutturale è meno della metà nel Belpaese.

La flessione strutturale dei consumi interni e la necessità per le imprese di individuare mercati di sbocco all'estero hanno dato spunto alla realizzazione della ricerca. L'export agroalimentare nell'ultimo anno ha superato i 40 miliardi di euro (+15,8 miliardi in 10 anni, pari al +70% dal 2007), con una forte preponderanza dei mercati limitrofi o di "prossimità": i maggiori mercati di destinazione dell'export italiano sono infatti Germania e Francia

Tra i temi al centro del confronto le opportunità di sbocco del made in Italy agroalimentare collegate ai nuovi canali di vendita online: nonostante una forte crescita (+220% in 5 anni, raggiungendo i 708 milioni di euro nel 2017) in Italia, infatti, l'ecommerce nel settore food & beverage risulta ancora limitato (0,5%).

mercati extraeuropei sono fondamentali per l'export dell'agroalimentare nazionale: su un totale di 30,9 miliardi di prodotti food & beverage esportati in un anno, l'incidenza dei mercati extra Ue risulta in media pari al 36%. Le esportazioni verso l'interno e l'esterno della Ue sono cresciute complessivamente del 150% dal 2000 al 2016. 

Per ottenere i vantaggi dati dall'agricoltura di precisione, oltre a quelli di coesione sociale e territoriale, è sempre più necessario superare la mancanza di copertura con la banda ultra-larga delle campagne italiane. In Italia solo il 4,4% della popolazione ha una connessione a 100 Mbps (siamo al 24% nell'Unione europea) e solo il 41,7% a 30 Mbps (76% in Ue). Il quadro relativo alle aree rurali conferma le lacune in termini di infrastrutture digitali, con solo il 77% delle famiglie cui è garantito l'accesso a Internet.

"Una delle maggiori innovazioni che le infrastrutture immateriali e il 5G possono portare all'agricoltura è la possibilità di ottimizzarne la produzione, oltre a rendere disponibili sul mercato nuove tipologie di offerta. La tecnologia applicata all'agricoltura può inoltre fornire strumenti di valutazione obiettivi che consentano di ottenere il massimo valore economico nel rispetto dei vincoli ambientali" ha dichiarato in proposito Davide Rota, amministratore delegato di Linkem.

Passando alle imprese, emerge un forte ritardo rispetto alle principali economie europee in riferimento alla velocità della connessione fornita, nell'ambito della quale l'Italia si posiziona al terzultimo posto nell'Unione europea. Secondo lo studio Nomisma per Agrinsieme, inoltre, solo un'impresa su dieci realizza almeno l'1% del proprio fatturato mediante vendite online, mentre l'incidenza arriva all'1,7% in media nell'Unione europea. 

L'amministratore delegato di Acea, Stefano Antonio Donnarumma, affrontando il tema delle azioni di sostegno verso il territorio, ha evidenziato: "Acea è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale per lo sviluppo sostenibile dei territori in cui opera, soprattutto per quanto riguarda i temi infrastrutturali. Il nostro obiettivo è quello di rendere ancor più efficienti e resilienti le infrastrutture esistenti, senza dimenticare di realizzarne di nuove altamente performanti. Tali principi sono presenti nel nostro Piano industriale che prevede 1,6 miliardi di euro di investimenti in cinque anni proprio per l'ammodernamento delle reti idriche. Reti che beneficeranno anche dell'adozione di particolari tecnologie innovative in ottica smart grid. Tutto ciò ci consentirà ottimizzare al meglio la gestione della risorsa idrica per i 9 milioni di abitanti serviti dal Gruppo".