La leggenda vuole che nell'anno 1111 Martino, il coppiere del vescovo Defuk mandato in avanscoperta a valutare la qualità dei vini al suo prelato, abbia scritto tre volte Est!, c'è! in latino, con sei punti esclamativi una volta arrivato a Montefiascone per sottolineare l'eccelsa qualità del vino della zona.

E oggi l'Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, una delle prime e delle più famose Doc laziali cambia la sua base ampelografica, con una modifica al disciplinare di produzione approvata dal Mipaaft.

La modifica riguarda l'articolo 2 del disciplinare, quello che indica i vitigni ammessi e le loro percentuali e va a modificare le quantità previste del Trebbiano giallo, chiamato nella zona Rossetto.

Un vitigno che era già stato oggetto di una modifica al disciplinare nel 2009. In questa modifica la percentuale minima del Trebbiano giallo o Rossetto era stata aumentata al 25%.

Oggi invece è stato stabilito che questo vitigno potrà essere usato in una percentuale che va dal 5% al 40%, garantendo una larga libertà ai viticoltori.

Così i produttori avranno la possibilità di aumentare la percentuali di altre varietà a bacca bianca non aromatiche, pur rimanendo stabili le percentuali degli altri due vitigni caratterizzanti: il Trebbiano toscano detto anche Procanico che deve rimanere tra il 50% e il 65% e la Malvasia bianca lunga o la Malvasia del Lazio che deve restare tra il 10% e il 20%.

Una modifica che va incontro a una realtà di campo che vede diminuire il Trebbiano giallo sia per l'abbandono delle forme di allevamento caratterizzate da una potatura lunga, come il tendone e il doppio capovolto, con cui era coltivato questo vitigno a per via della ridotta fertilità delle gemme basali, sia per le mutate condizioni climatiche degli ultimi anni, caratterizzati da estati calde e siccitose che mal si combinano con l'elevata vigoria della varietà.

Con questa modifica quindi si cerca da una parte di far corrispondere l'impianto normativo con la situazione reale delle coltivazioni per evitare contestazioni e difficoltà ai produttori, e si offre ai medesimi una possibilità in più per differenziare e personalizzare le produzioni, grazie alla possibilità di usare più liberamente altri vitigni.

Una modifica dettata da esigenze colturali più che di mercato, per una Doc che gode di un ottimo successo, con 260 richieste di riconoscimento da parte delle aziende del territorio, tutto compreso nella provincia di Viterbo intorno al lago di Bolsena, con 320 ettari di superficie e una produzione media di 25mila ettolitri di vino, venduti per l'80% in Italia e prevalentemente nel Lazio.

Una piccola ma orgogliosa realtà, fortemente legata al suo territorio ma che guarda anche all'estero, in particolare ai paesi comunitari e che ora si dà una maggiore possibilità di adattarsi alle cambiate situazioni sul campo.