Promuovere la qualità dell’olio extravergine d’oliva italiano riconoscendo ad ogni componente della filiera il giusto valore per il proprio lavoro.
E' questo l’obiettivo del patto tra le più importanti realtà del settore olivicolo che confermano l’intento di costruire una strategia comune, attraverso la Filiera olivicola olearia italiana, soprattutto in un’annata che ha acuito la crisi del comparto.
Le associazioni più rappresentative della produzione, Italia Olivicola e Unapol, le uniche due realtà associative della trasformazione, Aifo e Assofrantoi, e l’unica associazione dell’industria olearia italiana, Assitol, che da mesi portano avanti un progetto di filiera dal campo alla tavola per favorire il consumo del prodotto simbolo della dieta mediterranea e del made in Italy nel mondo, hanno dato ufficialmente il via al primo contratto di filiera targato Fooi, presentato a Roma ieri, 6 dicembre 2018, nella Sala Cavour del ministero per le Politiche agricole agroalimentari e forestali.
 

Il contratto di filiera Fooi

Un accordo che consente alle industrie aderenti di commercializzare olio extravergine d’oliva 100% italiano di alta qualità acquistato dai migliori produttori del paese ad un prezzo decisamente superiore alla media del mercato.

Infatti, l’acquirente si impegna a pagare al produttore una maggiorazione di 40 centesimi al chilo sul prezzo medio dell’olio extravergine d’oliva 100% italiano di alta qualità rilevato dalla Borsa merci di Bari al momento della compravendita.

Per avere un'idea del prezzo basti pensare che l’ultima quotazione della Borsa merci di Bari – fissata il 4 dicembre scorso - è pari a 6,15 euro al chilogrammo, inteso come prezzo medio per un extravergine con acidità massima dello 0,4% Iva esclusa. Con la maggiorazione si arriva a 6,55 euro al chilo, sempre al netto dell’Iva.

“Si tratta di un risultato importante per i tanti olivicoltori alle prese con numerosi problemi stagionali che ne hanno compromesso il raccolto – ha sottolineato il presidente di Fooi, Paolo Mariani -. Allo stesso tempo gli industriali puntano con decisione sull’eccellenza del prodotto italiano, che per le sue qualità nutraceutiche non ha eguali nel mondo”.

“Il made in Italy va sostenuto con azioni concrete anche in olivicoltura. Questo patto testimonia come sia possibile mettere da parte un pezzetto di ogni singola autonomia per garantire a tutto il comparto di riprendere a crescere”, ha sottolineato invece il direttore del Fooi, Giuliano Martino.

“Porte spalancate, naturalmente, a tutte le realtà associative del settore che in questo momento non rientrano nell’accordo – ha ribadito il presidente Mariani -. Non ho ragione di dubitare che, di fronte al valore di questo importante accordo, possano essere messi da parte sterili interessi di bandiera per il bene dell’olivicoltura italiana”.

Il riferimento di Mariani è all’accordo di filiera stipulato lo scorso 28 giugno tra Coldiretti, Unaprol, Federolio e Filiera agricola italiana, che aveva dato l’avvio alla polemica sull’olio “italico”, un blend tra olio italiano ed altri oli comunitari da commercializzare a 5 euro al litro al consumo, mentre i produttori di olio italiani sarebbero stati remunerati con 4 euro al chilogrammo, per un prezzo all’ingrosso di 4,30.

Durante l’incontro nella Sala Cavour del Mipaaft è stata ribadita l’intenzione di aprire il confronto sia con la grande distribuzione organizzata, sia con le associazioni dei consumatori per rappresentare al meglio tutte le realtà interessate dal settore olivicolo. È stata annunciata anche la costituzione di un comitato tecnico-scientifico che supporterà il Fooi in tutte le attività dei prossimi mesi.
 

In Puglia consegnate le prime piante di Fs-17 agli olivicoltori salentini

Intanto nel sud della Puglia è avvenuta ieri la prima consegna a 160 produttori olivicoli di circa 11mila piante di ulivo della varietà Favolosa, la cultivar Fs-17 geneticamente resistente alla Xylella fastidiosa.
"Oggi è una giornata importante e di speranza per la nostra agricoltura, ma soprattutto per la rinascita di un territorio, quello salentino, duramente colpito in questi anni dalla Xylella fastidiosa" hanno commentato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Leonardo di Gioia.

“Le piante consegnate quest’oggi – hanno sottolineano – rappresentano una speranza di rigenerazione della nostra terra e sono l’emblema di un lavoro che pubblico e privato, insieme al mondo scientifico, hanno svolto insieme. Un lavoro di studio, sperimentazione e controllo che ha coinvolto in maniera proattiva il sistema della ricerca, la regione e, naturalmente, gli agricoltori. Difatti questi esemplari, provenienti dal Consorzio Oliveti d’Italia della Terra di Bari, sono stati coltivati e rigidamente controllati dal Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura Basile Caramia e dal nostro Osservatorio Fitosanitario regionale”.