Aumenta il peso dell’agricoltura biologica in Campania - cresciuta solo nel 2017 del 12,6% sull’anno precedente, portandosi ad oltre 52mila ettari, concentrati soprattutto nelle colture foraggere (8.796 ettari), nella frutta in guscio (7.699 ettari), nei cereali (6.401 ettari ) e nell’ortofrutta fresco, attestato complessivamente sopra i 5000 ettari.

E si fa più urgente coordinarne meglio le politiche di sviluppo, al punto che la Confederazione dei produttori agricoli della Campania, l’Aiab Campania, la Rete internazionale dei bio-distretti (Associazione Inner) ed il Bio-distretto Cilento scrivono all’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania per chiedere di istituire il tavolo regionale della filiera biologica.

Obiettivo del tavolo quello di “verificare le condizioni di sviluppo di una filiera in grado di realizzare sistemi agroalimentari sostenibili, partecipati e condivisi” spiega Vera Buonomo, presidente di Copagri Campania.

Nella lettera, indirizzata a Franco Alfieri, capo della segreteria del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per il quale segue le politiche agricole, Vera Buonomo di Copagri Campania, Simone Porricelli di Aiab Campania, Emilio Buonomo del Bio-distretto Cilento e Salvatore Basile di Inner manifestano la necessità di aprire un confronto “a supporto delle comunità locali che hanno già intrapreso percorsi di alleanze tra amministrazioni pubbliche, imprese agricole e non e privato sociale”.
 

I numeri del bio made in Campania

La Campania, secondo il rapporto Sinab 2018 può contare – al 31 dicembre 2017 - su 52.649 ettari coltivati in bio, con un incremento sul 2016 del 12,6%, quando le superfici ammontavano a 46.758 ettari. E con un’incidenza sul settore agricolo del 9,7% in termini di superfici investite.

Il mondo del bio in Campania a fine 2017 è forte di ben 4815 operatori certificati, cresciuti del 13,3% sul 2016. Di questi, nel 2017 ben 3.386 sono produttori agricoli bio in via esclusiva, 340 sono invece le aziende agricole che si cimentano anche nelle preparazioni alimentari biologiche e 467 sono i laboratori di preparazione di alimenti biologici. 

“Sono numeri importanti che necessitano di un tavolo di confronto. D’altra parte, l’agricoltura biologica si lega indissolubilmente alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, alla sicurezza alimentare e a tutti quei temi che sono al centro delle politiche di sviluppo del nostro paese” conclude la Buonomo.

Dal canto suo l’assessorato all’agricoltura della Campania, con recenti modifiche al Programma di sviluppo rurale 2014 - 2020, ha aumentato la dotazione delle misure rivolte allo sviluppo del biologico. Ma evidentemente non basta a Copagri, che chiede un passo in avanti per dare più forza all’intera filiera.