Pac 2021-2027, le preoccupazioni delle regioni europee. A Strasburgo le 'Agriregions' - tra cui Toscana ed Emilia Romagna - chiedono alla Commissione europea budget adeguato per lo sviluppo rurale. Per l'Italia previsti oltre 4 miliardi di tagli.
De Castro: "Rischio rinazionalizzazione". Remaschi (Toscana) e Caselli (Emilia Romagna): "No ai tagli".
 

Tagli Pac: la preoccupazione delle regioni europee

Le Agriregions - undici regioni europee, tra cui Toscana ed Emilia Romagna - dietro iniziativa della Regione Bretagna, la più forte dal punto di vista agricolo e agroalimentare, si sono unite per chiedere all'Unione europea il rafforzamento dello sviluppo rurale, rivendicando il loro ruolo centrale nel sostegno della Politica agricola comune.

L'ipotesi di riduzione dei fondi avrebbe un impatto negativo sui redditi degli agricoltori, impegnati a garantire i migliori standard di qualità e benessere alimentare. Mantenere un budget adeguato per lo sviluppo rurale, secondo le Agriregions, permetterebbe di affrontare le sfide più importanti legate alla politica agricola e favorirebbe i territori rurali attraverso la crescita delle imprese, l'aumento della competitività, lo sviluppo del turismo e la salvaguarda delle risorse naturali del territorio: sfide e obiettivi difficili da raggiungere senza le risorse adeguate.
 

Pac: la situazione italiana 2021-2027

Dei 365 miliardi proposti, 36,3 miliardi di euro secondo la proposta della Commissione, saranno destinati all'Italia, rispetto ai 41 miliardi della Pac previsti per il sessennio 2014-2020. In particolare, di questi 36,3 miliardi 24,9 miliardi in pagamenti diretti, 8,9 miliardi per lo sviluppo rurale e 2,5 miliardi per le misure di mercato.
Tra i paesi dell'Unione europea l'Italia sarebbe il quarto beneficiario dei fondi, dopo Francia, Spagna e Germania.
 

Pac 2021-2027: i numeri

La Commissione europea ha proposto un budget di 365 miliardi di euro per la Politica agricola comune per il prossimo periodo 2021-2027, circa il 28% del bilancio complessivo dell'Unione europea. Rispetto all'attuale bilancio, secondi i calcoli del Parlamento europeo, si prevede un taglio pari al 15%. A subirne maggiormente le conseguenze sarà il Feasr, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.
 

De Castro: "Rischio di rinazionalizzare la Pac"

"Sarà ancora comune la politica agricola? Sarà davvero garantito il ruolo delle istituzioni europee? O ci sarà una vera e propria rinazionalizzazione, con un decisivo ruolo degli Stati membri?" Sono questi i quesiti, e le preoccupazioni, posti dall'europarlamentare Paolo De Castro sul futuro della Pac.

"L'altra preoccupazione - prosegue De Castro - riguarda una possibile ricentralizzazione: si toglie alle regioni per centralizzare allo Stato". De Castro sottolinea la necessità di cooperare tra paesi dell'Unione europea, "basterebbe portare la contribuzione degli Stati membri dall'1% all'1,3%: questo garantirebbe nessun taglio né alla Pac, né alla politica di coesione". "I risultati raggiunti a livello europeo beneficiano per tutti gli Stati membri, anche per l'Italia che è stata per trenta anni beneficiaria netta".
 

 

Remaschi (Toscana): "Necessario mantenere budget per sviluppo Pac"

"È necessario orientare tutti gli sforzi possibili per valorizzare, salvaguardare, rafforzare la produzione primaria e ridare agli agricoltori forza e centralità nell'azione amministrativa: per fare questo è fondamentale mantenere un budget adeguato per lo sviluppo rurale", afferma Marco Remaschi, assessore all'Agricoltura della Regione Toscana.

"Si deve far agricoltura - prosegue Remaschi - perché ci sia un reddito, perché ci sia la possibilità che questi territori vengano abitati, perché sia un motore di sviluppo per il turismo, per l'agriturismo e per lo sviluppo rurale in generale".
 

Caselli (Emilia-Romagna): "Preoccupazione per i tagli alla Pac"

"Il sistema con cui si pensa di organizzare la Politica agricola comune taglia fuori completamente le regioni, le quali non potrebbero più allocare le risorse sui tipi di agricoltura presenti sul territorio" afferma Simona Caselli, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna. Il rischio che si corre, secondo la Caselli, in un paese come l'Italia, è quello di vedere unificati i sistemi regionali agricoli, completamente diversi per produzioni, conformazione del territorio e caratteristiche: una uniformità ingestibile che non porterebbe a nessuna semplificazione per gli agricoltori.

"La prospettiva di tagliare il budget del 15% è tremenda, vorrebbe dire 180 milioni di euro in meno e vuole dire mettere in difficoltà elementi puri dello sviluppo rurale, come la parte dedicata alle zone più svantaggiose e la parte dedicata ai giovani" conclude l'assessore.