Il possibile passaggio della gestione dell'irrigazione dai Consorzi di bonifica confluiti nel Consorzio del Centro Sud Puglia all'Acquedotto pugliese, continua a tenere banco: e alla netta contrarietà di Coldiretti Puglia, già più volte espressa in passato, si aggiunge quella di Confagricoltura Taranto, che pure in passato aveva sollevato dubbi e perplessità sull'operazione, che scatterebbe per ordine della giunta regionale, qualora non fossero raggiunti gli obiettivi di bilancio. Una possibilità tecnica, bisognosa di molti passaggi istituzionali, e che invece secondo il presidente della Commissione finanze del Consiglio regionale per la Puglia, Fabiano Amati, sarebbe ormai imminente. Intanto, Regione Campania ricorre al Tar contro Regione Puglia, per la mancata parziale restituzione delle acque captate alle sorgenti del fiume Sele.
 

La posizione di Confagricoltura Taranto sul passaggio dell'irrigazione ad Aqp

“Nessuno tocchi l'acqua dei Consorzi di bonifica - dice Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, che si mette di traverso rispetto alla possibilità, ventilata da parte di alcuni esponenti del Consiglio regionale, di un trasferimento ad Aqp della Sezione irrigazione e acquedotti rurali del Consorzio Centro-Sud Puglia.

“Intanto – precisa Lazzàro – non esiste un automatismo legato esclusivamente al raggiungimento dell'equilibrio di bilancio, peraltro un obiettivo molto difficile da centrare in un solo anno e mezzo di attività e dopo decenni di conti in rosso, ma una valutazione più complessiva in cui rientra anche l'efficienza del servizio reso - o non reso - ai consorziati, ossia il pubblico pagante”.

Un approccio troppo sbrigativo, a parere di Confagricoltura, creerebbe invece ulteriori difficoltà al settore agricolo: “La procedura è chiara – spiega il presidente di Confagricoltura Taranto – e prevede che sia la Giunta regionale, acquisito il parere non vincolante della commissione consiliare, a valutare di anno in anno il raggiungimento dei diversi obiettivi previsti. Del resto, sottrarre al consorzio unico la gestione della risorsa acqua e degli acquedotti rurali per farli transitare in Aqp, dove incombe la longa manus della politica, non tranquillizza affatto gli agricoltori".

"Un'operazione del genere, oltre a certificare i dubbi e le perplessità che avevamo sollevato nel 2016 in fase di varo della riforma
- sottolinea - non assicura che l'acqua costi meno ai consorziati, anzi temiamo l'esatto contrario, o che il servizio diventi magicamente più efficiente. Piuttosto, ci sembra un regalo ad Aqp, senza nemmeno il fastidio di sporcarsi le mani con i problemi veri degli agricoltori”.
 

Il contenzioso tra Campania e Puglia sulle acque del Sele

Intanto, per mezzo dell'operato di Aqp, si apre un contenzioso tra Regione Campania e Regione Puglia: la prima non ha ottenuto ancora la restituzione del 30% dei prelievi alle sorgenti del fiume Sele, ma ha già dato in cambio altra acqua alla Puglia mediante l'invaso di Conza della Campania. E qualche giorno fa Regione Campania ha annunciato la presentazione del ricorso al Tar, che punta ad ottenere da subito la restituzione degli emungimento del 14% - la Puglia si è fermata al 7% - e subito dopo di un complessivo 30%. L'acqua del Sele è preziosa, serve, chilometri più a valle, ad irrigare mediante gli impianti di ben tre Consorzi di bonifica campani.