La cimice asiatica sta devastando frutteti e colture, in particolare al Nord, e si studia come fermarla.

Per la Xylella si attende entro novembre il via di un'ennesima agenzia alla quale affidare il compito di fermare l'avanzata del patogeno.

Intanto la produzione di olio precipita e aumentano le preoccupazioni per la concorrenza del prodotto straniero.

Aumento dei costi e prezzi in flessione creano difficoltà nelle stalle della Lombardia e non solo. Solo gli asini non conoscono crisi e il loro numero aumenta.

Poche le risorse dei Psr impiegate e i finanziamenti comunitari rischiano di andare persi se non saranno utilizzati entro fine anno.

Il vino come termometro dei cambiamenti climatici. Intanto la vendemmia del 2018 promette una buona qualità.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Cimice, è invasione

La cimice asiatica sta creando ovunque molti problemi e al momento non esistono difese efficaci se non le costose reti di protezione.
Il mondo della ricerca è però al lavoro per trovare una soluzione e dal “Corriere del Veneto” del 10 ottobre si apprende che gli studiosi dell'Università di Padova e di un centro di ricerca di Firenze sono al lavoro per individuare specie antagoniste che ne fermino la diffusione.
Intanto i danni per le coltivazioni si misurano in milioni di euro.

I problemi del pomodoro vengono invece dalla presenza del ragnetto rosso e dalle avversità del clima, come si legge in una breve nota pubblicata da “Avvenire” del 9 ottobre.

Ma ben più pesante è la situazione dell'olivicoltura, sempre alle prese con la Xylella.
La “Gazzetta del Mezzogiorno” del 6 ottobre denuncia la lentezza dei monitoraggi, fermi a maggio.
Si moltiplicano però gli sforzi per trovare una soluzione e il “Corriere del Mezzogiorno” dell'8 ottobre offre alcune anticipazioni sulle ricerche che il Cnr sta portando avanti in collaborazione con l'Università di Bari per monitorare dall'alto gli uliveti, con un sistema di telerilevamento aereo per controllare l'avanzata del patogeno.

La lotta alla Xylella si arricchisce di un nuovo capitolo con la nascita di una nuova agenzia per l'innovazione in agricoltura che dovrebbe diventare il braccio operativo degli interventi per sconfiggere la malattia.
Si chiamerà Arxia, si legge sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 9 ottobre, e dovrebbe attivarsi entro novembre.
 

Male l'olio, bene i kiwi

I problemi degli olivicoltori non si fermano qui. Devono anche fare i conti con la caduta della produzione come conseguenza dello sfavorevole andamento climatico. Il calo previsto è prossimo al 40%, scrive “La Verità” del 10 ottobre, e si aggiunge alle difficoltà innescate dalle importazioni di olio da Spagna e Tunisia.
Tanto che dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 9 ottobre si leva l'appello alle autorità comunitarie affinché non venga rinnovato l'accordo per le importazioni a dazio zero.

Situazione opposta per il kiwi, che nel veronese si appresta a raddoppiare o quasi la produzione del 2017, raggiungendo il livello di 37mila tonnellate, stando alle previsioni pubblicate il 5 ottobre da “L'Arena”.

Boom produttivo anche per le castagne, come conferma una breve nota de “Il Resto del Carlino” del 6 ottobre.

Note positive giungono poi dal mercato delle mele, in particolare nel veronese, che si appresta a lanciare una sfida ai concorrenti trentini.
Se ne parla su “Italia Oggi” del 10 ottobre, che riporta alcune anticipazioni sul progetto di nascita di una nuova organizzazione dei produttori alla quale legare un marchio distintivo.
 

Stalle in affanno

Difficoltà si registrano nelle stalle lombarde, dove si concentra una parte significativa della zootecnia italiana.
L'analisi dei primi sei mesi dell'anno, presi in esame dal quotidiano cremonese “La Provincia” del 5 ottobre, mostra una svolta negativa dovuta all'accelerazione dei costi e al contemporaneo calo dei prezzi all'origine.

In Campania i problemi sono invece di carattere sanitario, con nuovi casi di brucellosi che hanno coinvolto alcuni allevamenti di bufale.
La presenza della malattia, si legge su “Il Mattino” del 7 ottobre, ha già portato all'abbattimento di 7mila capi.

Notizie positive giungono invece da alcuni settori nicchia della zootecnia, come nel caso degli asini, la cui consistenza è aumentata negli ultimi anni, scongiurando il rischio di perdere preziosi patrimoni genetici e offrendo in alcuni casi opportunità di diversificare la produzione.
Se ne parla su “Il Messaggero” del 6 ottobre, a margine della manifestazione che si è svolta a Roma per dare visibilità alle produzioni agricole d'eccellenza.

Segnali positivi dal mondo della carne. I consumi sono in aumento, scrive "Libero" dell'11 ottobre, condizione indispensabile per dare tonicità al mercato, migliorando se possibile il magro margine degli allevamenti.
 

I soldi di Bruxelles

C'è apprensione per il mancato impiego delle risorse comunitarie destinate all'agricoltura con i Psr, i Piani di sviluppo rurale. L'allarme è lanciato da “Il Sole 24 Ore” del 10 ottobre, che lamenta come le regioni abbiano speso meno del 20% delle risorse disponibili. Entro la fine dell'anno è necessario utilizzare tutti gli oltre 20 miliardi disponibili, che altrimenti rischiano di tornare nelle casse comunitarie.

In compenso per la ricerca sono in arrivo 560 milioni di euro destinati, come spiega “Italia Oggi” dell'8 ottobre, ai progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale nel settore dell'Agrifood, della "Fabbrica intelligente" e della "Scienza della vita".
 

Il vino e l'ambiente

Il quotidiano piacentino "Libertà" dell'11 ottobre si occupa dello studio che ha preso in esame l'impatto dei vigneti sulla qualità delle acque.
Sotto la lente i pozzi della Valtidone e nella maggior parte dei casi (91%) la soglia di nitrati è sotto i limiti.
Per i residui di agrofarmaci non si è superata la soglia che comporta rischi per la salute.

La Stampa” del 9 ottobre si occupa del rapporto tra vino e cambiamenti climatici, segnalando il pericolo che l'innalzamento delle temperature medie possa comportare un peggioramento della qualità.
Un problema che in futuro si farà sempre più pressante, ma intanto gli esperti confermano dalle pagine di “QN” del 10 ottobre che il vino di questa annata sarà fra i migliori.
La conferma arriva l'11 ottobre da "La Nazione" che ospita le previsioni, tutte in positivo, dei Consorzi del Chianti Classico e del Vino Chianti.

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