Un nuovo Piano olivicolo nazionale, più integrato con i Programmi di sviluppo rurale da finanziare, e denari del vecchio piano, varato nel 2015 e in pista dal 2016, da finalizzare per obiettivi insieme a tutte le organizzazioni economiche che raccolgono le organizzazioni di produttori olivicolo olearie, e poi: lotta dura alla contraffazione, più promozione all’estero per l’olio extravergine di olive italiano sui nuovi mercati, il tutto da decidere insieme al Tavolo olivicolo nazionale che sarà convocato a novembre.

E’ questa, in sintesi, la risposta del sottosegretario alle Politiche agricole, Alessandra Pesce alle richieste della nuova organizzazione dell’olivicoltura Italia olivicola, nata dalla fusione di Cno e Unasco e presentata ieri allAuditorium Antonianum di Roma. Italia olivicola rappresenta duecentocinquantamila produttori, pari al 50% degli olivicoltori italiani, dislocati in 15 regioni e rappresentati attraverso 57 Op sul territorio che fatturano annualmente circa 54 milioni di euro e che esportano in 42 paesi del mondo la qualità dell’olio extravergine d’oliva 100% italiano, monovarietale, Dop, Igp, biologico, tracciato e certificato.
 

Gli obiettivi e la storia di Italia olivicola

Quattro gli obiettivi da perseguire per provare a sviluppare il comparto secondo Italia olivicola: concentrare l'offerta, migliorare il reddito dei produttori, costruire una filiera olivicola moderna e coesa, difendere il made in Italy contro le frodi e le contraffazioni.

“Più di novant’anni di storia tra Cno e Unasco si fondono per dare vita ad una nuova storia per l’olivicoltura italiana – ha sottolineato Gennaro Sicolo, presidente della nuova organizzazione economica e ultimo presidente di Cno – è un passo fondamentale per centinaia di migliaia di famiglie e sono orgoglioso di compierlo insieme a Luigi Canino che, come me, è prima di tutto un produttore, un olivicoltore”.

Sicolo ha sottolineato come “Italia olivicola ha l'ambizione di essere interlocutore privilegiato delle componenti industriali e commerciali della filiera, nonché delle istituzioni pubbliche nazionali e regionali, per costruire insieme una strategia di sviluppo, modernizzazione e consolidamento del nostro settore”. 
 
Luigi Canino, vicepresidente vicario della nuova organizzazione e ultimo presidente di Unasco, ha detto: “Sentiamo il peso della responsabilità di dare risposte agli olivicoltori che ci onorano della loro fiducia e che credono nel nostro lavoro quotidiano - ha sottolineato Canino -. Abbiamo diverse sfide da affrontare per garantire il giusto valore alla produzione italiana che mantiene il primato incontrastato nella qualità, nella ricchezza delle quasi 500 cultivar presenti su tutto il territorio, nella sostenibilità del nostro sistema basato su tracciabilità e certificazione del prodotto ed impianti intensivi rispettosi dell’ecosistema”.
 

Le previsioni per la campagna i corso: -50%

A fare da sfondo agli interventi, l'indagine eseguita dagli osservatori di mercato di Italia olivicola nell'ultima settimana di settembre, dalla quale emerge una previsione di produzione di poco superiore alle 215mila tonnellate di olio a livello nazionale, esattamente il 50% in meno rispetto alle quasi 430mila tonnellate dello scorso anno e molto più pessimistica di quelle elaborate da Coldiretti.

"È un'annata difficile per il nostro settore per questo non sono più procrastinabili interventi seri, a partire da un nuovo Piano olivicolo nazionale, che consentano agli olivicoltori di aumentare la produzione e di far fronte in questo modo ai problemi stagionali che ogni anno registriamo" ha detto Sicolo.
 

La denuncia sugli oli deodorati

“La vera invasione su cui siamo chiamati ad unirci e a combattere è quella degli oli deodorati sugli scaffali. Diciamolo chiaramente, senza se e senza ma: tutti gli oli venduti a meno di 4 euro o non sono extravergine o lo sono diventati solo attraverso manipolazioni" è la denuncia lanciata da Sicolo, durante la manifestazione di lancio della nuova organizzazione nata dalla fusione di Cno e Unasco.
 
"Al ministro Gian Marco Centinaio, alla sottosegretaria Pesce e al governo chiediamo coraggio: se vogliamo cambiare e rilanciare definitivamente la produzione e l'extravergine d'oliva italiano occorre bonificare gli scaffali con decisione" ha continuato Sicolo.

"Eliminiamo la dicitura extravergine per questi oli di dubbia provenienza, che possono essere commercializzati come vergini, e diamo valore a chi fa qualità iniziando a promuovere un corretto consumo dell'extravergine 100% italiano tra gli stessi consumatori del nostro paese - ha proseguito Sicolo - chiedo al governo di battersi a livello europeo per estendere l'applicazione del registro telematico a tutti i paesi produttori e proponiamo all'Icqrf e alle forze dell'ordine un protocollo d'intesa per favorire controlli ancora più serrati e proficui e per punire le aziende scorrette".
 

Xylella, fermi i monitoraggi in Puglia

"Monitoraggi sul territorio fermi all'ultimo report pubblicato sul sito dell'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia (www.emergenzaxylella.it) lo scorso 21 maggio, ritardi di anni nei pagamenti dei ristori agli agricoltori che hanno proceduto con l'eradicazione delle piante infette: la Xylella dovrebbe far perdere il sonno agli amministratori regionali della Puglia e invece, purtroppo, l'inerzia di questi anni continua" ha ricordato ancora Sicolo.
 
Sempre in tema di Xylella ha infine concluso: "Riponiamo la massima fiducia nel ministro Centinaio, anche per l'ottimo approccio di questi primi mesi. Mi auguro che il nuovo decreto ministeriale in arrivo ci aiuti a bloccare il batterio e a svegliare la politica e la burocrazia regionale che sono essenziali nella lotta a questa pestilenza".
 

Le risposte del sottosegretario Pesce

Al termine dell’incontro è intervenuta Alessandra Pesce, sottosegretario alle Politiche agricole: “Va detto che innanzitutto bisogna fare in modo che quello che già c’è funzioni, il Piano olivicolo nazionale, che è del 2015 ed è entrato in funzione nel 2016, va dotato di risorse, ma va reso coerente con i Psr ha sostenuto la Pesce, che ha sottolineato – occorre ragionare in una logica di integrazione tra più strumenti, perché il Piano olivicolo nazionale da solo non è la soluzione, così come una maggiore aggregazione tra olivicoltori da sola non basta a dare una svolta al settore olivicolo, per quanto auspicabile e dalla vostra azione di oggi testimoniata come necessaria e utile”.

“Rifaremo un nuovo piano olivicolo – ha aggiunto – ma con un occhio allo scacchiere internazionale: ci batteremo contro le etichette a semaforo, andate in vigore in Gran Bretagna e Francia, che rendono agli occhi del consumatore una bibita light più sana dell’olio di oliva, su tanto abbiamo presentato alla Commissione Ue una proposta nazionale che ci auguriamo possa essere fatta propria da Bruxelles”.

Sugli attacchi al Panel test da parte della Spagna la Pesce ha replicato: ”L’Italia è e resterà favorevole, a difesa degli olivicoltori, della qualità del prodotto e dei consumatori”. Per quanto riguarda la promozione dell’olio italiano ha aggiunto “Faremo in modo di promuovere il nostro extravergine su mercati nuovi, come quello della Cina”.

I controlli, secondo la Pesce “Nel 2017 sono stati 7.300 e solo sull’olio di oliva e già dall’anno in corso saranno di più, non ci scoraggia l’attacco al made in Italy”.

Infine ha concluso dicendo: “E’ il momento di riunire il prossimo novembre il tavolo olivicolo oleario, aperto a tutte le organizzazioni economiche, al fine di definire il nuovo piano olivicolo nazionale e finalizzare gli investimenti sui residui che possono ancora essere spesi del vecchio piano”.

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