Secondo appuntamento questa settimana, a Milano, con il progetto Fit4Food2030, nel capoluogo lombardo. Il secondo workshop si è tenuto al Museo della scienza e tecnologia e si è concentrato sul modello del Milan Food policy incubator, incubatore promosso dal Comune e da Cariplo, per agire come catalizzatore di forme d'innovazione sociale, economica, tecnologica e organizzativa nell'ambito della trasformazione del sistema alimentare, secondo i principi sostenibili individuati dalle linee di indirizzo della Food policy 2015-2020 di Milano e secondo le indicazioni della Commissione europea per un sistema alimentare sostenibile (Food 2030).

Al workshop, che ha messo sotto analisi e stress proprio il Food policy incubator milanese, hanno partecipato diversi rappresentanti del mondo della ricerca, delle aziende, del terzo settore: dal CNR alle Università di Pollenzo e Milano, da Altroconsumo all'acceleratore BeeCo Farm alla startup Wenda. Il progetto Fit4Food2030 dell'Unione europea prevede il coinvolgimento di molti attori internazionali e punta a stimolare il cambiamento in fatto di produzione e fruizione di cibo in nome della sostenibilità, dando indicazioni sulla direzione che l'innovazione deve imboccare per modificare le abitudini alimentari.
Sono coinvolte 10 nazioni dell'Ue e 14 città, che hanno dato vita ai City Lab. A Milano, in particolare, il Comune sta lavorando con il Museo della scienza e con Fondazione Cariplo per coinvolgere gli operatori locali, comprendere le dinamiche locali e individuarne i bisogni in modo da poter poi incidere sul cambiamento.

Nella giornata di lunedì scorso, 17 settembre, si è lavorato, con diversi tavoli di discussione, per analizzare il Milan Food policy incubator. Si tratta di un incubatore che punta a creare una struttura, un nuovo attore concreto, che possa coordinare un tessuto vivo e dinamico come quello milanese, dove ci sono molte startup operative in tema di food e innovazione ma anche cittadini predisposti alla sperimentazione. C'è poi un comune che si è già dimostrato molto attivo, soprattutto da Expo 2015 in avanti, con diverse iniziative. Ciò che serve è quindi coinvolgere operatori privati, aziende di ogni dimensione, che possano mettere a disposizione le loro reti, expertise e risorse economiche.

Perché il Milano Food policy incubator possa funzionare al meglio come catalizzatore di iniziative che già esistono sul territorio, coordinandole e diventando magari punto di riferimento per altri Food policy incubator di altre città italiane, sono state sottolineate, attraverso tavoli di discussione, le leve su cui agire: creare obiettivi chiari, avere accessi certi ai finanziamenti pubblici e privati, valutare in partenza i progetti di nuove startup, facendo selezione per poi puntare e concentrare le risorse su quelle più promettenti, valorizzare gli asset già esistenti.