Avere un territorio con tanta acqua disponibile e non poterla usare correttamente per l’irrigazione: succede in provincia di Caserta, dove solo il 27 luglio scorso gli agricoltori del basso Volturno, con aziende allacciate all’acquedotto irriguo della centrale di Mazzafarro, in destra del fiume Volturno, hanno iniziato ad avere acqua alle manichette su una superficie di circa 2.500 ettari dal Consorzio generale di bonifica del basso Volturno. Un’attesa durata ben 87 giorni, perché qui la stagione irrigua è iniziata il 1° maggio. E, come AgroNotizie ha documentato nell’articolo apparso il 25 luglio scorso, la situazione è molto più complessa di quella che potrebbe celarsi dietro ad un semplice e se pur grave disservizio, mentre devono ancora ricevere acqua gli agricoltori che hanno fondi attestati alle condotte della centrale irrigua di Santa Maria La Fossa, nel basso Volturno e nella Valle del fiume Peccia ed in sinistra del fiume Garigliano, queste ultime due utenze di pertinenza del Consorzio Aurunco di bonifica.

AgroNotizie ha raccolto le reazioni di tutte le organizzazioni agricole di Terra di Lavoro sul caso: il tentativo è quello di avviare un dibattito su come riorganizzare i servizi di bonifica e irrigazione, in vista dell’approvazione della nuova legge regionale di indirizzo, che dovrà promuovere i Consorzi di bonifica di secondo grado, per razionalizzare e rendere la gestione più efficace ed efficiente. In tutta la provincia di Caserta attualmente sono attivi tre enti, che dovrebbero confluire in un solo soggetto.
 

Coldiretti, legge regionale sia cornice di una vertenza sull'acqua

"Quello del Consorzio generale di bonifica del Basso Volturno è sicuramente un caso esemplare, nel quale si sommano, stratificati, annosi problemi di gestione, ma anche l'assenza di una politica votata alla programmazione ottimale degli usi del territorio - affermano Manuel Lombardi ed Angelo Milo, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Caserta, che sottolineano - ma oggi va fatto un salto di qualità: non è più pensabile gestire la risorsa acqua, nel bel mezzo del cambiamento climatico in atto, così come è stato fatto sino ad oggi e la nuova legge quadro regionale, in discussione al Consiglio regionale per la Campania, sarà solo una cornice dentro la quale va aperta da parte di tutte le organizzazioni agricole, e Coldiretti sarà in prima linea, una vera e propria vertenza sull'acqua ad uso irriguo in Terra di lavoro".

Per il presidente e il direttore di Coldiretti Caserta, inoltre "Vanno comunque presi immediati provvedimenti, perché non è più tollerabile che ad oggi, nelle zone servite da acquedotto, non arrivi acqua alle manichette delle aziende agricole nei mesi caldi della stagione irrigua e i disservizi riguardano purtroppo anche le utenze del Consorzio Aurunco di bonifica, segnatamente nella valle del fiume Peccia ed in sinistra del fiume Garigliano".
 

Confagricoltura Caserta, sta elaborando una proposta

Telegrafica invece la reazione dell'Unione agricoltori di Caserta: "Stiamo elaborando una proposta, vista la complessità dell'argomento bonifica e irrigazione - dice il direttore Tommaso Picone, che rinvia ad una prossima presa di posizione di Confagricoltura Caserta.
 

Cia, il futuro è negli investimenti in tecnologie di precision farming

"La Cia Caserta storicamente è stata la prima organizzazione agricola a sollevare il caso del mancato compiersi delle opere di irrigazione del Consorzio di bonifica del basso Volturno fin dagli anni '90 del secolo scorso e su tanto sollecitò l'intervento della facoltà di Geologia dell'Università degli Studi Federico II di Napoli, ed incontrò la sensibilità del professor Franco Ortolani il quale previde le possibili ripercussioni negative sulla falda acquifera - ricorda ad AgroNotizie Maurizio Capitelli, presidente di Cia Caserta, che sottolinea - va senza dubbio colta oggi l'opportunità della legge regionale di riordino sulle bonifiche per fare un lavoro che non sia solo di facciata, e che affronti in pieno il problema dell'efficienza reale degli enti di bonifica e irrigazione, i quali devono essere messi nelle condizioni di essere largamente autonomi e per i quali devono essere previsti dei piani di gestione in grado di tenerne in equilibrio i conti e al contempo incrementare quantitativamente e qualitativamente la gamma di servizi offerti all'utenza".

"Sono certo
- conclude - che l'applicazione su vasta scala di tecniche di smart farming possano consentire al Consorzio del basso Volturno un'ottimizzazione della distribuzione dell'acqua a tutto il vasto comprensorio irriguo, ma occorre per fare questo una programmazione degli investimenti calibrata agli obiettivi da raggiungere".
 

Copagri, individuare priorità e competenze, ma risanamento non pesi su imprese

Paolo Conte, direttore di Copagri Campania, sullo stato dell’irrigazione a Caserta, dice: "Va preso atto di questa realtà. Ho dubbi, invece, che vi sia una contezza delle priorità da affrontare. Il territorio, i produttori e le persone sono al centro dei programmi della Confederazione”.

"La Regione Campania ha avviato un percorso, va riconosciuto, e Copagri Campania vigilerà affinché si vada nella direzione dell'auspicata efficienza purché la riorganizzazione amministrativa ed il risanamento economico non ricadano sulle imprese agricole che, ad oggi, ed è l'unico dato certo, si vedono negata la possibilità di utilizzare l'acqua che, fa bene ricordarlo in ogni circostanza, è un fattore di produzione essenziale in agricoltura. E questo è inaccettabile" sottolinea Conte.

“E’ una situazione, comunque, in cui grandi responsabilità vanno addebitate a chi ha governato i processi amministrativi e decisionali di ciascun ente. I processi - conclude Conte - oggi, vanno governati con competenze specifiche. Il settore primario non va approcciato con superficialità. Da questo punto vanno poi tracciate le priorità”.