Le ultime tappe della Food innovation global mission hanno visto i 16 ricercatori prima a Shanghai e successivamente, dividendosi in due delegazioni a Bangkok e Mumbai. Nelle tre metropoli asiatiche, come nelle precedenti tappe, gli studenti hanno continuato a scoprire diverse realtà.


Shanghai, la città più popolosa della Cina

Dalla Cina si è partiti il 23 giugno, giorno in cui i ricercatori hanno partecipato a una cerimonia del te in cui hanno imparato a ricavare le parti migliori delle foglie della pianta e combinare il tutto con le movenze del Tai Chi.
Successivamente i partecipanti si sono immersi nella città cinese visitando diversi ristoranti dai concept diversi come Ultraviolet, che fonde il cibo con innovative tecnologie multi-sensoriali e la Starbucks Reserve Roastery, la prima sede nel mondo ad aver inserito programmi di realtà aumentata che mostrano la realizzazione del caffè.

Anche in questa tappa i ricercatori hanno fatto visita al quartier generale di Google, dove si è parlato dei progetti e delle realtà conosciuti durante la Global Mission e dell'impegno dell'azienda americana nel fornire ai suoi dipendenti cibi sani e piatti nutrienti durante le giornate di lavoro.

Altra visita importante quella ad Hema, la catena di supermercati parte del gruppo Alibaba che sfrutta l'innovazione tecnologica, sposando le opportunità dell'acquisto tradizionale con quelle del più avanzato commercio online.

Un worskhop, co-progettato dalla China eastern normal university e dall'Università Politecnica di Torino ha invece coinvolto il team con lo scopo di ridisegnare l'isola abbandonata di Chongming.
Altri incontri di grande interesse sono stati quelli con BitsxBites, l'acceleratore di startup che investe in progetti che legano futuro del cibo, sostenibilità e tecnologia e la partecipazione al Food education innovation forum organizzato da FoodTalk, Robam, azienda di elettrodomestici di Hangzhou che segue le più interessanti innovazioni tecnologiche in ambito food.

Il team ha avuto l'occasione di visitare anche il Shanghai Disney resort, incontrando il team che si occupa della gestione del food service all'interno del parco giochi. Importanti sono poi stati gli incontri con Cambio Coffee che supporta i piccoli agricoltori e le cooperative nella produzione e nel commercio diretto di caffè, e la comunità Rainbow of Hope basata sulla permacultura,un sistema di progettazione per insediamenti umani eco-sostenibili, fondati sulla centralità dell'agricoltura e su un'attenzione particolare al territorio.
 
Ristorante Ultraviolet a Shanghai
 

Bangkok, la capitale della Thailandia

Il 3 luglio la delegazione si è spostata in Thailandia e proprio l'arrivo ha visto la firma di un accordo triennale tra il Future food institute, l'hub di Foodinnopolis e il National science technology and innovation policy office. 
Un ponte tra Europa e Thailandia che valorizzerà gli interscambi tra gli stakeholder delle relative filiere, consolidando anche le relazioni istituzionali con l'Italia. 

Non è mancato un focus anche sulla produzione sostenibile. La delegazione ha avuto modo di visitare il Sampran Riverside Hotel che fornisce ai suoi ospiti prodotti biologici provenienti direttamente dalla sua terra.

Anche in questa tappa non sono mancate le visite alle realtà nell'ambito food: dal Little tree garden cafè, una serra che offre cibi esotici e circondata da mangrovie al Doi Kham, locale che serve piatti ispirati all'autentica cucina thailandese.
Infine, i membri della delegazione hanno scoperto altre tre realtà: la catena di ristorazione MK kitchen che prepara i suoi piatti in un'unica sede per poi distribuirli nei diversi punti vendita, la catena alberghiera Hyatt e il ristorante galleggiante Amphawa.
Al termine della giornata formativa i ricercatori hanno poi conosciuto il ristorante Midnight Moon che combina la sua cucina con elementi vintage e vivide decorazioni floreali. 
 
Ristorande Midnight Moon a Bangkok
  

Mumbai, la nuova Bombay

Arrivati in India i 16 ricercatori hanno avuto modo di conoscere i fondatori del Danda Food Project, una realtà che organizza cene esperienziali ed educative, proponendo pietanze alternative cucinate con ingredienti di stagione e tecniche moderne di preparazione. 

Nei giorni trascorsi nella città indiana altro incontro interessante per la delegazione è stato quello con Earthoholics, l'impresa sociale con l'intento di sensibilizzare la popolazione alle tematiche dell'urban farming e della sostenibilità ambientale.

Il Grand Hyatt Mumbai F&B ha invece ospitato i delegati nei giorni seguenti presentando loro i fornitori locali, dagli agricoltori che forniscono uova free-range e polli biologici, gli innovatori che producono insalate ed erbe aromatiche con sistemi idroponici nelle aree metropolitane.

Di grande rilievo è stato l'incontro del ciclo Food is a Conversation; in collaborazione tra il Future food institute, il ristorante The Bombay canteen e il webzine che si occupa dei problemi alimentari Edible Issues, sono state trattate diverse tematiche tra cui i compiti degli chef nella risoluzione dei problemi alimentari, il ruolo delle istituzioni nell'alimentazione di qualità e sostenibile e il futuro del sistema agroalimentare indiano. 

Infine, il 9 luglio, si è svolto un importante evento di networking per la delegazione del Future Food Institute, organizzato dalla Console generale d’Italia in India, Stefania Costanza, presso la propria residenza, alla presenza della business community indiana, della stampa, delle Università e centri di ricerca e dei rappresentanti del Climate Reality Project branch India, il network internazionale fondato da Al Gore (Premio Nobel per la Pace ed ex Vice Presidente degli Stati Uniti) composto da oltre 14mila climate leaders provenienti da più di 140 Paesi.
 
Ristorante Danda a Mumbai

La Food innovation global mission non termina qui. Al team toccherà ora il compito piú importante: analizzare i dati raccolti per restituirli alla comunità. 
Un fitto calendario di presentazione dei risultati è infatti già in allestimento e verrà presentato nelle prossime settimane.