Come un orologio rotto due volte al giorno segna l'ora esatta, tutti coloro i quali pensano che in agricoltura con la ricerca, l'innovazione, la formazione avanzata ci si può "fare la birra", per una volta hanno ragione.
Dalla collaborazione tra Birra Peroni e Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, infatti, è nato a Roma Campus Peroni, un centro d'eccellenza per la promozione e la diffusione della cultura della qualità e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo che rappresenta una nuova realtà per la formazione e l'innovazione sulla coltivazione sostenibile dell'orzo distico da birra e il malto 100% italiano, ingrediente principale della birra.
Il progetto è stato presentato lunedì 18 giugno 2018 alla presenza del sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Alessandra Pesce. Sono intervenuti Salvatore Parlato, presidente del Crea, Federico Sannella, direttore Relazioni esterne Birra Peroni e Chiara Di Pietro, brand manager Peroni Family.

In base al protocollo d'intesa, della durata di quattro anni, siglato tra Birra Peroni e Crea, i firmatari "concordano di collaborare per l'attuazione dei programmi di formazione e informazione, di supporto tecnico, di ricerca e di sviluppo finalizzati al miglioramento delle produzioni nazionali della birra ispirato a principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica in ogni stadio della filiera produttiva".

Questa dichiarazione di intenti si tradurrà in attività di formazione per gli agricoltori impegnati nella produzione di orzo distico da birra o interessati ad avviarne la produzione, con particolare riferimento a tecniche colturali sostenibili nell'uso delle risorse naturali e ambientali nonché sul tema dell'innovazione genetica; attività di consulenza, informazione e metodi per la gestione aziendale e la valutazione economica delle scelte operative, anche attraverso il web e la formazione a distanza; nel supporto alle aziende agricole nell'adozione di tecnologie di precisione per la gestione delle colture, ivi compresi il monitoraggio continuo, e lo sviluppo evolutivo di modelli avanzati per l'integrazione di fonti multiple di dati, inclusi i dati meteorologici e, infine, nella promozione del diretto coinvolgimento delle imprese agricole e delle loro rappresentanze nel processo di realizzazione e di progettazione dell'innovazione.

Dopo essere stata tra le prime in Italia a far ricorso ai contratti di produzione per l'approvvigionamento delle materie prime, Peroni fa un ulteriore passo avanti nella sua relazione con la filiera per implementare con iniziative di formazione e training l'attenzione che la sua filiera agricola pone al miglioramento della qualità e alle performance ambientali della produzione cerealicola, ponendosi come obiettivo quello di "coltivare", sulla base dell'expertise finora sviluppato, la cultura della qualità fin dai banchi di studio e sviluppare ulteriori attività di formazione a favore dell'intera filiera.

"Il progetto presentato ricalca nei suoi obiettivi il modello virtuoso di scambio tra ricerca, formazione e produzione" ha dichiarato il sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali Alessandra Pesce. "È il modello che ci consente di guardare con fiducia all'agroalimentare del futuro che, grazie a una stretta integrazione tra innovazione, trasferimento e nuove generazioni, è in grado di innalzare la competitività e la sostenibilità delle produzioni. Questa iniziativa si pone come strumento per la valorizzazione dell'intera filiera nazionale, sostenendo il miglioramento qualitativo dell'orzo e del luppolo italiano, evitando la loro importazione e garantendo il massimo della trasparenza per i nostri consumatori, sempre più attenti alla provenienza delle materie prime e alla qualità del prodotto. Il nostro lavoro va in questa direzione. Vogliamo creare le condizioni per facilitare progetti di questo tenore per gli evidenti risvolti ambientali, sociali ed economici per la nostra agricoltura", ha concluso il sottosegretario.

All'iniziativa hanno già aderito i dipartimenti di Scienze agrarie delle Università di Firenze, Università di Perugia, Università di Teramo e Università della Tuscia, i cui studenti avranno la possibilità di seguire un percorso didattico che prevede momenti di lezione frontale, workshop e visite "sul campo". Con la partecipazione degli stessi agricoltori della filiera, che agiranno come veri e propri tutor, gli studenti potranno dunque apprendere tecniche e modelli della coltivazione dell'orzo distico da birra, del processo di maltazione e la gestione di una moderna azienda agricola.
La collaborazione con il mondo accademico garantirà inoltre un'opportunità in più anche ai 1.500 agricoltori della filiera Peroni, a oggi al lavoro su circa 17mila ettari di campi coltivati a orzo tra Umbria, Lazio, Toscana, Molise, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Marche, Campania e Puglia. Nell'ambito di Campus Peroni, infatti, anch'essi potranno essere coinvolti nel master di I livello in Agricoltura di precisione istituito dall'Università di Teramo in collaborazione con Crea.

"L'iniziativa - ha detto Salvatore Parlato, presidente del Crea - rappresenta l'inizio di una proficua collaborazione con Birra Peroni, orientata alla valorizzazione delle produzioni italiane in un'ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Si tratta di un nuovo importante tassello nell'ambito della ricerca sulla filiera della birra, che il Crea sta svolgendo già da qualche anno, che sarà arricchita dall'attività di formazione agli studenti universitari e dalla consulenza alle imprese".
"La filiera orzo-birra richiede - ha aggiunto Parlato - l'uso di varietà di orzo appositamente selezionate e adatte alle condizioni pedoclimatiche italiane così come l'uso di tecnologie di precisione per la gestione e il monitoraggio delle colture, utilizzando anche sistemi di integrazione di dati diversi, compresi quelli meteorologici. Il Crea è l'unico ente di ricerca in grado di fornire tutto il know-how necessario per la valorizzazione della filiera orzo-birra italiana".

"Da anni lavoriamo a stretto contatto con la rete degli agricoltori della nostra filiera che supportiamo anche attraverso attività di formazione finalizzate a migliorare la sostenibilità e la resa delle colture", ha sottolineato Federico Sannella, direttore Relazioni esterne Birra Peroni. "Sotto questo profilo abbiamo voluto condividere il nostro know how con alcune tra le più importanti università italiane con le quali vogliamo impegnarci, insieme al Crea, nella diffusione e promozione della cultura della qualità, un tassello fondamentale per la crescita e l'affermazione del made in Italy" ha concluso.