Anche se quasi tutti gli Stati membri dell'Ue hanno raggiunto l'obiettivo relativo alla copertura della banda larga di base, molto probabilmente non avverrà altrettanto per quelli fissati per il 2020 riguardo alla banda larga veloce (oltre 30 megabit al secondo - Mbps) e ultraveloce (oltre 100 Mbps).
Le zone rurali continuano a costituire un problema nella maggior parte degli Stati membri: in quattordici Stati membri su ventotto, la copertura della banda larga veloce nelle zone rurali era inferiore al 50%. Inoltre, a metà del 2017 solo il 15% delle famiglie era abbonato a connessioni internet ultraveloci.

"Perché l'Europa rimanga competitiva nell'economia globale e i cittadini e le amministrazioni possano trarne beneficio, sono essenziali buoni livelli di velocità e di accesso a internet, come quelli offerti dalla banda larga" ha dichiarato Iliana Ivanova, membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. "E' importante che in futuro l'Ue si ponga obiettivi ambiziosi e realistici in materia di banda larga e che li raggiunga. La Corte formula raccomandazioni relative alla pianificazione strategica, al contesto di regolamentazione e alla promozione della concorrenza".

Gli auditor della Corte hanno visitato cinque Stati membri (Irlanda, Germania, Ungheria, Polonia e Italia) dove hanno consultato autorità nazionali di regolamentazione, imprese e associazioni di operatori delle telecomunicazioni, associazioni di consumatori e rappresentanze sindacali.

Numerosi sono gli aspetti esaminati nella relazione, tra quelli più importanti si ritrovano le strategie in materia di banda larga, che sono fondamentali: tutti gli Stati membri visitati hanno definito tali strategie, ma alcuni le hanno finalizzate in ritardo e i valori-obiettivo non erano sempre coerenti con quelli stabiliti a livello dell'Ue.

Anche la concorrenza tra i fornitori è importante per lo sviluppo delle infrastrutture per la banda larga, ma non tutti gli Stati membri visitati avevano posto in essere un adeguato contesto giuridico e di regolamentazione. Alcune zone, tuttavia, in particolare quelle distanti dalle città, non suscitano l'interesse degli investitori privati; in assenza del sostegno pubblico, vi è il rischio che queste restino indietro in termini di accesso alla banda larga.

Altro aspetto trattato nella relazione è la questione del fabbisogno di finanziamenti per la realizzazione di infrastrutture per la banda larga nelle zone rurali e suburbane. Questo tema non è stato sempre adeguatamente affrontato ed il sostegno della Banca europea per gli investimenti non si è focalizzato sulle zone in cui è maggiormente necessario. Secondo la Commissione europea, saranno necessari fino a 250 miliardi di euro per conseguire i valori-obiettivo di Europa 2020 in materia di banda larga in tutti gli Stati membri. Circa metà di questo fabbisogno potrebbe riguardare le zone rurali.

Nonostante queste problematiche, a giudizio della Corte Ungheria, Irlanda e Italia (tre dei cinque Stati membri esaminati) potrebbero trovarsi in una buona posizione, se i loro piani sono attuati come previsto, per conseguire gli obiettivi della Commissione per il 2025, uno dei quali è l'accesso alla banda larga ultraveloce, estensibile a 1 Gigabit al secondo, per tutte le famiglie.
 

Le raccomandazione della Corte

  • Gli Stati membri dovrebbero elaborare nuovi piani per il periodo successivo al 2020.
  • La Commissione europea dovrebbe chiarire l'applicazione degli orientamenti in materia di aiuti di Stato e sostenere gli sforzi degli Stati membri volti a promuovere una maggiore concorrenza nel settore della banda larga.
  • La Banca europea per gli investimenti dovrebbe concentrare il proprio sostegno su progetti di piccole e medie dimensioni nelle zone in cui il sostegno del settore pubblico è maggiormente necessario.

La relazione speciale n. 12/2018, intitolata "La banda larga negli Stati membri dell'Ue: nonostante i progressi, non tutti i target di Europa 2020 saranno raggiunti", è disponibile in ventitré lingue dell'Ue sul sito della Corte

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