L’avanzata silenziosa dell’epidemia batterica di Xylella fastidiosa tra gli sterminati oliveti Puglia, che ha portato la Commissione Ue ad estendere la zona di contenimento fino a comprendere anche un frammento della provincia di Bari – il comune di Locorotondo – rende ormai l’emergenza sempre più vicina ai confini delle altre regioni del Mezzogiorno d'Italia. E negli ultimi giorni giungono due novità di non poco rilievo da Bruxelles.

La ricostruzione dell’agricoltura pugliese colpita dalla batteriosi si faccia con fondi Ue aggiuntivi rispetto a quelli già disponibili sul Psr Puglia, ma anche con quelli dei Psr delle regioni più vicine alla Puglia e potenzialmente a rischio infezione. E’ questo il senso della richiesta di un piano nazionale di ricostruzione formulata il 5 giugno scorso a Bruxelles dagli europarlamentari italiani Paolo De Castro e Raffaele Fitto in un incontro con il commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis, che avrebbe già dato il suo nulla osta. E ora si punta a sollecitare direttamente il commissario all’Agricoltura Phil Hogan.

Le autorità italiane avrebbero dovuto notificare alla Commissione europea l'inserimento di due insetticidi soggetti a restrizioni e divieti e presenti nell'elenco delle sostanze potenzialmente utilizzabili contro la cicalina sputacchina, l’insetto vettore della Xylella fastidiosa, contenuto nel decreto ministeriale del febbraio 2018 sulle misure di emergenza contro il batterio. E' quanto sottolineato ieri a Bruxelles da una portavoce della Commissione, dopo un esposto presentato dal movimento politico europeo di Yanis Varoufakis Diem25 e dall'associazione The Good Lobby.
 

De Castro e Fitto battono cassa per la Puglia

“A Bruxelles abbiamo incontrato il Commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare, Andriukaitis, per valutare quali misure possano essere messe in campo per incentivare gli agricoltori ad attivarsi immediatamente e rilanciare la nostra olivicoltura. L'incontro è stato decisamente positivo: Andriukaitis ha condiviso le nostre preoccupazioni e si è mostrato molto favorevole e pronto ad attivare azioni supportate dall'Unione europea, che prevedrebbero la creazione di un programma nazionale di ricostruzione, co-finanziato dall'Unione assieme ai fondi dello Sviluppo rurale non solo della Regione Puglia, ma in modo solidale da tutte le regioni interessate al contenimento e allo sviluppo di tale infezione" è quanto affermato dagli eurodeputati De Castro e Fitto in una nota diramata alla stampa nella serata del 5 giugno.

“Informeremo dell'esito dell'incontro e delle ipotesi di intervento discusse sia il neoministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio, sia la Regione Puglia: la sinergia fra le istituzioni e non la contrapposizione è in questo momento più che mai auspicabile per trovare soluzioni, invece, che andare in cerca di polemiche" dicono ancora i due parlamentari.

Tale piano garantirebbe una compensazione economica a tutte le aziende che decidano di eradicare gli ulivi infetti, sostituendoli con varietà resistenti, così come reso possibile dalla recente abrogazione dell'articolo 5 della decisione 789/2015, con l'obiettivo di ridurre significativamente le fonti di inoculo e fermare la continua espansione del patogeno.

Il provvedimento dovrebbe dunque coprire non solo i costi di reimpianto, ma soprattutto compenserebbe la perdita di reddito degli olivicoltori derivante dall'abbattimento, per un periodo che potrebbe andare fino a 5 anni, di modo da accompagnarli alla totale ripresa della loro attività in modo economicamente sostenibile.

“Solo così potremo ridare speranza e la possibilità di programmare il futuro all'olivicoltura e a tutta l'agricoltura pugliese. Confidiamo di incontrare la stessa attenzione e sensibilità anche da parte del commissario europeo all'Agricoltura, Hogan, che incontreremo la prossima settimana a Strasburgodicono ancora De Castro e Fitto.
 

Commissione Ue a Roma: c’è un problema sugli  insetticidi

Intanto, giusto ieri, 6 giugno 2018, sempre da Bruxelles, si apprende da una portavoce della Commissione Ue che vi sarebbe un problema nel decreto ministeriale del febbraio scorso per la gestione ed il contenimento della Xylella, sollevato da un esposto del movimento politico legato al leader greco Yanis Varoufakis e dell’associazione The Good Lobby.

In particolare, tra i principi attivi che il decreto autorizza per i trattamenti con insetticidi di contrasto all’insetto vettore del batterio, ci sono l'imidacloprid, soggetto a restrizioni Ue dal 2013 e l'acetamiprid, il cui impiego è raccomandato con misure per l'attenuazione dei rischi. Nel caso del primo occorrerebbe un'autorizzazione specifica, in deroga alle ordinarie restrizioni vigenti, da parte delle autorità italiane, “che non è stata ancora emessa, pertanto il suo uso è vietato" ha detto la portavoce. Per il secondo insetticida, invece “il provvedimento non sembra includere l’analisi di tali rischi". Inoltre "non risulta che il decreto sia stato notificato alla Commissione".