Si ferma la corsa al ribasso del grano duro fino nazionale sulla piazza di riferimento principale per il Centro Sud, che ieri, 16 maggio 2018, secondo i dati diffusi dall'Osservatorio prezzi della Camera di commercio di Foggia e relativi alla Borsa merci sul mercato all'ingrosso, ha confermato gli stessi valori del 9 maggio scorso: 207 euro alla tonnellata sui minimi e 212 euro sui massimi.
Sempre il 9 maggio, secondo Ismea, si è fermata la corsa al ribasso sulla piazza di Foggia anche del grano duro fino all'origine, che si è attestato sullo stesso prezzo medio del 2 maggio: 202,5 euro la tonnellata.

Secondo quanto diffuso da Borsa merci telematica italiana lo scorso 11 maggio, si conferma un tendenza più generale al ribasso del grano duro sul mese di aprile, quando perde circa l'1,4% di valore su base mensile, ma resta vero che su base annua i prezzi del grano duro si mantengono su valori superiori del 10% rispetto allo stesso periodo del 2017.

E quale sarà la prospettiva per il 2018-2019? Difficile dirlo: se Bmti segnala un crollo delle importazioni dall'estero pari al 26% tra luglio 2017 e aprile 2018, che spiega i maggiori prezzi rispetto a dodici mesi fa, ma non i cali di questi ultimi mesi, visto che solo ad aprile l'import di grano duro è crollato del 52% rispetto ad aprile 2017, da Durum Days, tenutosi il 16 maggio a Foggia, si segnala che il raccolto 2018 di grano duro sarà in aumento a livello mondiale (+3,2%).
E nessuno azzarda previsioni sull'andamento dei prezzi della campagna commerciale 2018-2019, attesa la non perfetta reattività manifestata del mercato rispetto ai fattori di scarsità e abbondanza proprio negli ultimi mesi.


Grano duro all'ingrosso sulla piazza di Foggia

Ieri, 16 maggio 2018, dall'Osservatorio prezzi della Camera di commercio di Foggia arriva il segnale: la fase calante dei prezzi all'ingrosso si è fermata. Il cereale pastificabile - alle condizioni di "franco partenza luogo di stoccaggio" - è passato di mano ad un prezzo minimo di 207,00 euro alla tonnellata ed a 212,00 euro di prezzo massimo, gli stessi valori del 9 maggio. A quella data si registrava l'ultimo calo, perchè il 2 maggio il cereale era ancora quotato 209,00 euro sui valori minimi e 214,00 sui massimi.

Pertanto si conferma una perdita secca di 7 euro/tonnellata tra le quotazioni attuali ed i valori stabiliti il 28 marzo 2018 sulla stessa piazza, seduta che chiuse una fase di stabilità durata oltre un mese, con quotazioni sui valori minimi di 214,00 euro e di 219,00 sui massimi. Con i prezzi registrati ieri si conferma la perdita di valore all'ingrosso sui 240 euro/tonnellata sui massimi - raggiunti lo scorso 30 agosto - che raggiunge i 28 euro, pari al -11,7%.


Grano duro all'origine su Foggia

Secondo Ismea il prezzo medio all'origine del grano duro fino sul mercato Foggia, ferma a maggio la sua discesa: stabile il 9 maggio sullo stesso valore del 2 maggio a 202,5 euro la tonnellata. Resta in consistente calo nel mese di aprile (-4,47%), con un valore medio in discesa rispetto all'11 aprile, quando l'Istituto rilevava un prezzo medio all'origine - alle condizioni di "franco magazzino-partenza" - di 212,50 euro alla tonnellata.

Stando alle rilevazioni Ismea del 9 maggio 2018, rispetto al 29 agosto 2017, quando il prezzo della nuova mietitura all'origine era di 232,5 euro alla tonnellata, si riscontra una perdita del 12,04%.


Bmti, prezzi del grano duro in calo, ma più alti del 10% su base annua

Borsa merci telematica italiana, l'11 maggio 2018, con riferimento ai listini delle Borse merci delle Camere di commercio italiane, in una nota afferma: "Il mercato del grano duro si avvicina alla chiusura dell'attuale campagna commerciale registrando ad aprile un ulteriore calo dei prezzi del prodotto di origine nazionale. In un mercato statico, i prezzi del grano duro fino, la migliore qualità, hanno perso infatti l'1,4% su base mensile, rimanendo comunque più alti del 10% rispetto allo scorso anno".

Bmti nella sua consueta analisi sul mercato dei cereali, inoltre afferma: "Ancora ribassi, dunque, sul versante dei prezzi nonostante sul fronte del commercio estero si sia accentuata la tendenza alla riduzione dell'import italiano di grano duro dai paesi extra Ue-28, già osservata nei mesi scorsi".

L'analisi svolta da Bmti sui dati della Direzione generale agricoltura della Commissione europea, aggiornati al 2 maggio, evidenzia come "Ad aprile gli arrivi di grano duro extracomunitario si sono dimezzati rispetto a dodici mesi prima, passando da 180mila a 85mila tonnellate (-52%) - è scritto ancora nella nota, dove si sottolinea - finora, nell'attuale annata commerciale (primo luglio 2017 - 2 maggio 2018), l'import italiano proveniente da fuori i confini comunitari è diminuito del 26% rispetto all'annata precedente (da 1,3 milioni a 925mila tonnellate)". 


Produzione di grano duro in aumento nel 2018

Produzione mondiale in aumento (38,5 milioni di tonnellate, +3,2%) per il grano duro, trainata dal forte recupero produttivo dei due grandi paesi produttori del Nord-America, Canada e Stati Uniti, che insieme al Messico esportano oltre i tre quarti del frumento duro.
In Canada l'aumento produttivo stimato è del 15%, cifra che raddoppia negli Stati Uniti, dove si prevede un incremento pari ad un +38% delle semine. Sono queste le prime stime elaborate della società di ricerca Areté e presentate ieri a Foggia in occasione della seconda edizione dei Durum Days, l'evento internazionale che vede riunita tutta la filiera del grano duro e della pasta.

L'Unione europea e il Canada produrranno nel 2018-19 circa il 46% di tutta la produzione mondiale. In Europa è previsto un calo produttivo del -5,5%, ma nel complesso in tutta l'area del Mediterraneo si prefigura un buon andamento colturale grazie all'apporto produttivo del Nord Africa, in leggera crescita (+1,9%) rispetto allo scorso anno.
Ancora fluttuanti, invece, le stime produttive per l'Italia a causa dell'andamento climatico anomalo registrato nelle principali aree cerealicole nazionali. Il Crea stima un leggero calo delle superfici seminate (1,28 milioni di ettari, dati Istat) e una produzione di 4,24 milioni di tonnellate, in linea con il 2017.