Verso una nuova direttiva che contrasti le pratiche commerciali agricole sleali. L'obiettivo della Commissione europea è stabilire regole minime sul commercio agricolo in Europa per evitare determinati fenomeni. Ogni paese membro potrà mantenere la propria normativa nazionale se questa prevede standard superiori. Tra le novità per l'Italia rientra la possibilità di denunciare determinate pratiche sleali in maniera anonima come avviene oggi in Spagna. Paolo De Castro: "Vogliamo la normativa approvata entro la fine della legislatura" (giugno 2019).
 

Tutele minime europee da rispettare

La direttiva potrebbe essere composta da 14 articoli principali e ogni Stato membro dovrà definire un'autorità nazionale che faccia rispettare le linee guida indicate da Bruxelles. Queste linee guida riguarderanno, per esempio, l'impossibilità di modificare in modo unilaterale un contratto sottoscritto e il pagamento a carico dell'acquirente in caso di perdita del prodotto per dimostrata negligenza.

Sono considerate pratiche sleali una sbagliata o non corretta informazione in etichetta, tempi di pagamenti dilatati e cancellazioni di ordini troppo strette nonché oscillazioni sospette del prezzi di prodotti agricoli.
 

Denunciare in modo anonimo

Tra le novità che questa direttiva Ue potrebbe introdurre, rientra la possibilità di denunciare in maniera anonima tutta una serie di comportamenti scorretti come oggi avviene in Spagna e nel Regno Unito.
 

In Italia una normativa esiste già

Per quanto riguarda l'Italia, questa nuova direttiva comporterà molto probabilmente una revisione sostanziale della legge nazionale n 62/2012 che, a parere della Confederazione italiana agricoltori (Cia), ha prodotto scarsi risultati.
 

Gli Stati possono mantenere standard superiori

Essendo una 'direttiva' e non un 'regolamento', la futura legislazione europea rappresenterà per gli Stati membri un livello minimo da dover rispettare, per cui, gli Stati che avranno una legislazione più avanzata in tal senso, non dovranno abbassare i propri standard normativi.
 

Riforma richiesta in Italia

Proprio la Confederazione italiana agricoltori chiede da anni un intervento legislativo volto a migliorare la protezione dei produttori italiani nei confronti delle pratiche commerciali scorrette da parte, ad esempio, di fornitori nazionali ed internazionali. Proprio per questo, secondo la Cia, i produttori italiani sono spesso meno competitivi sul mercato europeo e registrano spesso guadagni al di sotto della media europea.
 

Hogan: "L'obiettivo è lo sviluppo delle aree rurali"

"Crediamo senza ombra di dubbio che una forte politica di sviluppo rurale contribuisce a garantire la vitalità delle nostre aree rurali e serve il benessere dell'intera società" ha dichiarato recentemente Phil Hogan, commissario per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale dell'Ue, il quale ha presentato il provvedimento legislativo nei giorni scorsi.
 

De Castro: "Contrastare far west pratiche scorrette"

"E' un'iniziativa necessaria per frenare comportamenti da far west, che producono inefficienza e sprechi alimentari danneggiando tanto i produttori che i consumatori", ha dichiarato De Castro dopo la presentazione della proposta legislativa. "Il progetto di direttiva illustrata da Hogan - prosegue il primo vicepresidente della Commissione Agricoltura dell'Europarlamento - è un'opportunità per continuare il lavoro fatto con il regolamento 'Omnibus' per migliorare la competitività delle parti più deboli della filiera agroalimentare. Dopo che venti paesi hanno già legiferato in materia, servono regole comuni contro comportamenti scorretti come, per esempio, pagamenti ritardati o cancellazioni di ordini last minute per i prodotti deperibili".

"Così - conclude De Castro - avremo gli strumenti anche per iniziare a scardinare inefficienze che contribuiscono a fenomeni 'misteriosi', come la moltiplicazione dei prezzi di frutta e verdura dal campo alla tavola".
 

I prossimi passi

L'obiettivo dell'Europarlamento è presentare una proposta per giugno e farla votare in Commissione Agricoltura non oltre settembre, per poi, in ottobre, votare la direttiva in aula con mandato negoziale e avviare le negoziazioni (trilogi) con le altre istituzioni europee. "Entro la fine della legislatura vogliamo far approvare la direttiva", fa sapere De Castro.