In Toscana è stato dichiarato chiuso lo stato di emergenza idrica.

Potrebbe sembrare un dato ovvio, quasi ridicolo da ricordare dopo circa cinquanta giornate di precipitazioni, tra pioggia e neve, solo nel 2018 e addirittura la drammatica alluvione di Livorno a settembre scorso.

Ma così non è. Secondo la cabina di regia istituita la scorsa estate per monitorare la crisi idrica, misurando il quantitativo di precipitazioni, la portata dei fiumi e i livelli dei bacini, è possibile dichiarare la fine dello stato di emergenza, ma in alcune zone rimane comunque un deficit idrico.

Se si considerano le precipitazioni degli ultimi trenta anni infatti, alcune zone in provincia di Siena, Grosseto e Arezzo rimangono tutt'oggi sotto i volumi medi, facendo registrare una riduzione del deficit idrico, ma non il suo superamento.

Per il resto del territorio regionale invece è stato rilevato un surplus di pioggia di circa il 60%.

Anche il livello delle falde è in generale miglioramento, ma anche qui su un totale di cinquanta stazioni esaminate, un quarto mostrano valori più bassi rispetto ai valori medi del periodo e addirittura una criticità nella zona del Monte Amiata, tra Siena e Grosseto, che tuttavia dovrebbe essere compensata dal consistente manto nevoso.

Riguardo la portata dei fiumi, sono tutte sui livelli medi stagionali, mentre i livelli degli invasi sono quasi tutti in miglioramento.

In ogni caso, il lavoro della cabina di regia ed il monitoraggio della disponibilità della risorsa continueranno per aggiornare la situazione al 30 aprile 2018 e fornire uno scenario di prospettiva per il resto del 2018.