Continuiamo la nostra carrellata sulle agricolture europee, dopo la Francia buttiamo un occhio alla Germania. La economia della Germania scoppia letteralmente di salute con un avanzo primario da record e (dato molto divergente da quello italiano) una bassissima spesa per interessi sul debito pubblico, il che comporta un risparmio enorme.

Non è allora un caso che i due grandi partiti che si avviano a governare il paese in coalizione abbiano fatto fatica a mettersi d'accordo: il "bottino" da spartirsi è effettivamente favoloso.

Intanto pare certo che il 19 marzo prossimo il nuovo ministro dell'Agricoltura sarà donna e per giunta agricoltore. Julia Klockner viticoltrice nella valle del Reno e giornalista agricola sarebbe la prescelta da Angela Merkel.

L'agricoltura tedesca non è certo primaria nella florida economia del paese, che importa circa un terzo del proprio fabbisogno in cibo. Se l'economia funziona bene vale la pena migliorare le proprie abitudini alimentari e i tedeschi, una volta molto sparagnini nel fare la spesa, da qualche tempo sono molto più sensibili alla qualità.

La Germania è allora attualmente il mercato più attento alla qualità alimentare e al benessere animale. Nello scorso gennaio Berlino ha ospitato la 10° Conferenza dei ministri dell'Agricoltura con 70 paesi coinvolti. Si è parlato soprattutto di benessere animale, un argomento molto caro ai politici tedeschi e anche alla loro opinione pubblica: a margine della 83ma settimana verde alla Fiera di Berlino (la fiera agricola tedesca) migliaia di manifestanti sfilavano nelle strade della capitale chiedendo rispetto per gli animali e cibo più sano.

Non dimentichiamo che la Germania rimane il nostro primo mercato di esportazione – sapere cosa vuole il consumatore da quelle parti può non essere di marginale importanza.