L'appuntamento con le urne si avvicina, ma c'è poca o nulla attenzione per i temi dell'agricoltura.

Il "grande gelo" è arrivato e ora si teme per i danni ad orticole e frutteti, da Nord a Sud

Fra i settori in affanno anche la pastorizia e gli allevatori della Sardegna sono pronti a mantenere la promessa: per protesta diserteranno le urne

Fissate le regole per la crescita dei vigneti, mentre si registra un aumento delle produzioni bio

Dopo latte e grano anche per i prodotti a base di pomodoro arriva l'etichetta con l'indicazione della provenienza della materia prima.

Per il biologico si intensificano le verifiche della Ue, mentre le nuove norme impongono che controllori e controllati siano distinti.

Ogm e glifosate, il dibattito riprende vigore con inaspettate prese di posizione.

Questi alcuni degli argomenti incontrati sui giornali in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Urne e agricoltura

Una manciata di ore ci separa dalla cabina elettorale. Resta pochissimo tempo per leggere commenti sui programmi che l'uno o l'altro schieramento hanno in animo di attuare.
A dire il vero in tutte queste settimane di campagna elettorale si è più parlato e scritto di polemiche e fatti secondari, piuttosto che di programmi. Pazienza.

Ma sino all'ultimo ho sperato di imbattermi in un articolo dove si prendesse in esame il progetto per l'agricoltura di una qualche compagine politica. Questo articolo non l'ho trovato.

Tre i possibili perché. Non c'è programma politico che si occupi di agricoltura, se non di sfuggita. Non c'è giornale interessato all'argomento. Entrambe le cose contemporaneamente.
Quest'ultima possibilità e quella che più mi preoccupa...
 

Il "grande gelo"

Niente agricoltura e politica, ma tanto freddo, prima anticipato sulle pagine dei giornali sulla scia delle previsioni degli esperti meteo e poi per raccontarne le conseguenze, sui campi e non solo.

Si inizia così il 23 febbraio sul “Corriere Romagna”, che ancor prima del calo della colonnina di mercurio ha lanciato l'allarme sulle possibili conseguenze per alcune colture da frutto, come kiwi, albicocche e peschi, con le gemme già ingrossate dalle miti temperature dei giorni che hanno preceduto l'ondata di gelo.

Preoccupati per l'arrivo del Burian dalle steppe della Russia anche i produttori liguri di aromatiche, come si apprende nello stesso giorno da “Il Secolo XIX”. Poi le prime conseguenze del freddo, che prima ancora che sui campi si sono fatte sentire sui prezzi di frutta e orticole, subito cresciuti del 25%, stando alle anticipazioni del “Corriere della Sera” sull'andamento del mercato a Roma.
Ma “L'Arena” del primo marzo avverte, non tutti i rialzi di prezzo sono giustificati e c'è chi potrebbe approfittare della situazione per speculare.

Il Centro Sud non si salva dagli effetti del Burian e il “Corriere del Mezzogiorno” del 27 febbraio lancia un allarme per le colture orticole della Campania, in particolare per le aree a nord di Napoli.
Danni rilevanti sono quelli che teme la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 28 febbraio, quando si farà la conta finale delle conseguenze di questa ondata di maltempo.

Il Resto del Carlino” nello stesso giorno si occupa dei frutteti della provincia di Bologna, dove si lamentano, in particolare nell'imolese, conseguenze per gli albicocchi a causa dei danni che le temperature rigide hanno causato alle gemme.

Rispettando il vecchio adagio che riconosce anche alle situazioni più avverse qualche lato positivo, “L'Arena” del 27 febbraio ricorda che questo freddo contribuirà se non altro a ridurre il numero di parassiti che arrecano danni alle piante.
 

Settori in affanno

Non hanno nulla a che vedere con il clima le contestazioni che i pastori della Sardegna intendono mettere in atto. Il prezzo del latte bovino è ai minimi e il “Giornale di Vicenza” del 24 febbraio annuncia che gli allevatori minacciano di non recarsi al voto come segno di protesta per la disattenzione della politica ai problemi della pastorizia.

È un problema analogo quello segnalato nella filiera della patata. In questo caso la disattenzione riguarda però la politica comunitaria, come afferma Luciano Torreggiani, manager cooperativo, che dalle pagine de “Il Resto del Carlino” del 24 febbraio fa il punto della situazione di questo settore.

Difficoltà si registrano poi per lo zucchero, il cui prezzo è crollato dopo la decisione comunitaria di eliminare le quote produttive.
L'argomento è preso in esame da “La Stampa” in edicola il 26 febbraio, con un'intervista al direttore della cooperativa produttori bieticoli (Coprob), Stefano Dozio, che lamenta le conseguenze delle scelte di politica agricola comunitaria, che hanno portato alla chiusura degli zuccherifici italiani. Dei 19 esistenti dieci anni fa ne sono infatti rimasti solo due.

Rischiano la chiusura migliaia di aziende della Murgia barese dove almeno 65mila ettari sono destinati alla coltivazione di grano duro. Ma il prezzo, avverte la “Gazzetta di Bari” del primo marzo, continua a scendere e gli agricoltori non possono continuare a produrre in perdita.
 

Meno vigne, più bio

Numeri in calo si registrano nei vigneti. In Italia si contano 652mila ettari a vite, con una diminuzione del 10% rispetto a dieci anni fa. Lo evidenzia “Il Gazzettino” del 25 febbraio commentando la recente norma italiana che stabilisce come nessun produttore possa aumentare di oltre 50 ettari la superficie destinata a vigneto.

Un vincolo alla crescita che tuttavia non impedisce un cambio della destinazione verso le produzioni biologiche. La conferma arriva da “Libero” del 26 febbraio, evidenziando la forte crescita della produzione di vino biologico, aumentata in Lombardia del 93% nel volgere di sette anni.
 

Bio, le nuove regole

A proposito di biologico “Italia Oggi” del 23 febbraio ricorda la recente approvazione del decreto sui controlli in questo settore, con il quale si stabilisce una netta distinzione fra controllori e controllati.
Dello stesso argomento si occupa “Avvenire” del 25 febbraio, per ricordare che il settore delle produzioni biologiche si sviluppa su 1,8 milioni di ettari, occupando circa 72.000 operatori, per un fatturato al consumo che supera i 2,5 miliardi di euro.

La necessità di mettere ordine nelle produzioni biologiche è poi messa in evidenza dalla recente decisione della Corte dei Conti europea di avviare una verifica su questo settore. A darne anticipazione è “Il Sole 24 Ore” del 25 febbraio.
 

Etichette per tutti

Si allunga la lista di prodotti che possono fregiarsi di un'etichetta nella quale è evidenziata la provenienza delle materie prime.
Dalla “Nuova del Sud” del 27 febbraio il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, annuncia l'arrivo delle etichette per identificare le produzioni di montagna.

È poi il turno dei condimenti a base di pomodoro, che arrivano dopo quelli di latte, pasta e riso, come ricorda “Il Sole 24 Ore” del 28 febbraio.
 

Ricette e soldi in arrivo

Novità in vista anche per gli allevamenti con l'arrivo delle ricette elettroniche per la prescrizione di medicinali veterinari. Ma bisognerà aspettare il prossimo settembre, come si può leggere sul quotidiano piacentino “La Libertà” del 24 febbraio.

Meno lunga sarà l'attesa per ricevere i sostegni previsti dal “fondo latte”. Complessivamente, ricorda “L'Eco di Bergamo” del 24 febbraio, si tratta di 90 milioni di euro destinati agli allevamenti di bovini e suini.

Un'altra notizia positiva per gli allevamenti è riportata sulle pagine de “L'Unione Sarda” del 25 febbraio, a proposito della fine dell'emergenza “Lingua Blu” in Sardegna.
 

Fra Ogm e glifosate

Non si spegne il dibattito su due argomenti da sempre al centro di forti contrapposizioni: gli Ogm e il glifosate.
Sull'impiego degli Ogm prende netta posizioneL'Osservatore Romano” del 27 febbraio, mettendo in forte dubbio la veridicità delle recenti ricerche italiane che ne hanno confermato la sicurezza. Analoga la posizione de “Il Manifesto” del primo marzo, che definisce gli esiti della ricerca italiana “aria fritta”.

Dalle pagine del settimanale “Oggi” in edicola il primo marzo Roberto Fedez del Cnr di Napoli ricorda che ogni Ogm andrebbe valutato singolarmente, ribadendo al contempo che in 22 anni nessuno ha causato problemi sanitari.

Del glifosate si torna a parlare sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 28 febbraio, in questo caso per sottolineare l'inconsistenza delle paure che aleggiano sull'impiego di questo erbicida.

Al momento un'unica certezza, di Ogm e di glifosate ne sentiremo parlare ancora.

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