Nocciole e olive come i diamanti, scortate e protette a vista notte e giorno. E' questa la realtà delle campagne italiane dove gli agricoltori devono fare i conti con i continui furti. Secondo la Coldiretti i danni causati dai ladri ammontano a 300 milioni di euro l'anno, ma negli ultimi tempi il fenomeno si è intensificato, con le bande di malviventi che si sono fatte sempre più audaci e organizzate.

Il fenomeno interessa tutta l'Italia, anche se alcune regioni, come la Puglia, sono più colpite. Nelle Langhe nel mirino dei ladri sono finite le nocciole. Mentre nel Lazio carciofi e pecore. Nel Pavese i furti hanno interessato i pannelli fotovoltaici installati sui tetti delle aziende agricole, ma anche il gasolio prelevato da cisterne e serbatoi. Nel Salento i ladri hanno preso di mira gli ulivi, razziando le olive durante la notte (e costringendo molti ad anticipare la raccolta) e arrivando persino a tagliare gli alberi per rivendere la legna.

Ma le bande di malviventi prendono qualunque cosa su cui riescano a mettere gli occhi. In Sicilia hanno rubato bulbi di zafferano e limoni, in Campania pluviali di rame. In Liguria hanno fatto razzia di mimose i giorni prima della festa delle donne. In tutta la penisola chi avvia nuovi impianti si fa il segno della croce sperando che al mattino le piante di mandorle, olivo, ciliegio e così via siano al loro posto.

Con la fine dell'inverno i ladri si concentrano sul furto delle arnie, che con la morìa delle api sono diventate un vero e proprio affare. Furti che avvengono anche nel resto del mondo, come raccontato dal documentario di Netflix Rotten. E poi il bestiame, dalle vacche ai maiali. Ma, ahimè, non si tratta di rubagalline, ma di bande ben organizzate capaci di far scomparire centinaia di capi di bestiame in una sola notte.

Come difendere le aziende da questi malviventi? In questo articolo avevamo trattato nello specifico il furto di trattori e attrezzature agricole. Ecco qui invece sette consigli per difendere tutto il resto.

Coriandoli, ma non di carnevale. Dagli Usa arriva una idea interessante per proteggere i prodotti dopo la raccolta. Dei piccolissimi pezzi di carta, come coriandoli, sui quali viene stampato il nome del proprietario e il numero di telefono. Negli Stati Uniti vengono mischiati insieme ai cereali in modo che se qualche malintenzionato ruba il raccolto, al momento della vendita può essere smascherato. Sempre che chi acquista non sia complice però. Lo stesso si potrebbe fare con le olive (che al frantoio devono essere portate mostrando i documenti) o con le mandorle e altri prodotti.

Fototrappole. Per chi vuole prendere i ladri con le mani nel sacco le fototrappole sono un'ottima soluzione. Sono fotocamere con sensori di movimento che si azionano al passaggio di una persona (o di un animale). Posizionate vicino al magazzino (o all'apiario) possono servire, a furto compiuto, per incastrare i ladri. Ma attenzione, più che a livello del volto è utile puntarle ad altezza strada, per immortalare le targhe dei mezzi usati per portare via la merce.

Geolocalizzare il ladro. Uno strumento interessante è il Gps. Ne esistono di diversi tipi e servono per rintracciare la merce dopo che è stata rubata. Ma possono anche essere impostati per inviare un allarme se vengono mossi o se lasciano un'area predefinita. Online se ne trovano a basso costo, ma i più efficaci sono quelli collegati a società di sicurezza. Esistono dispositivi per ogni esigenza, come quelli pensati per essere nascosti nelle arnie. Il problema è che i ladri più organizzati hanno strumenti per bloccare il segnale degli apparecchi.

Rendere la vita difficile ai ladri. Un principio che vale in ogni situazione è quello di rendere la vita difficile ai malfattori. Alcuni apicoltori ad esempio imbullonano le arnie ai sostegni, in modo da renderne più difficoltosa l'asportazione. Altri agricoltori utilizzano reti, filo spinato e catenacci per proteggere gasolio, agrofarmaci e prodotti già raccolti. Altri bloccano l'accesso ai magazzini con rimorchi. Si possono anche installare (finte) telecamere, allarmi sonori e fari con sensore di movimento. Certo non ci si può considerare al sicuro, ma si scoraggiano i ladri meno determinati.

Assicurazioni e vigilantes. Per moltissime colture è possibile assicurarsi contro i furti. Certo, il problema è sempre lo stesso: il costo. In alcune zone poi le assicurazioni potrebbero non concedere la copertura a causa degli alti tassi di furti (e di truffe). Anche le società di vigilanza possono essere un buona risorsa, ma anche in questo caso sono costose e non possono garantire la protezione al 100%.

Ronde e buon vicinato. Sorvegliare 24 ore su 24 i campi o le aziende è impossibile, ma tra agricoltori sarebbe buona norma guardarsi le spalle a vicenda. In Puglia lo scorso settembre sono state organizzate delle ronde di agricoltori per sorvegliare oliveti, vigneti e mandorleti. Il problema, fanno notare alcuni, è che spesso ad allungare le mani sono proprio i vicini, che conoscono il territorio e le abitudini degli agricoltori.

I social network. Mentre gli agricoltori aspettano una app miracolosa che risolva il problema dei furti, in molti utilizzano i social network, da Facebook a Whatsapp, per segnalare presenze sospette o per postare le foto della merce rubata nella speranza che qualcuno le riconosca.