Secondo uno studio dell'Ismea, in base ai dati rilevabili fra il 2012 e il 2016, si evince che il grado di autoapprovigionamento è cresciuto in maniera costante solo per la soia e le carni suine, mentre, sempre costante, è la riduzione della produzione di frumento tenero.

Per quanto riguarda gli ortaggi, la frutta in guscio, il frumento tenero e il mais, la media dei rilevamenti disponibili è superiore al rilevamento dell'ultimo anno considerato. Fra i comparti ampiamente positivi per il grado di autoapprovigionamento, il dato è molto positivo per il vino (225% nel 2015), mentre lo è in maniera più contenuta per frutta fresca, carni avicole e agrumi. Risulta in sostanziale equilibrio il settore degli ortaggi, mentre è negativo per i settori rimanenti.

Il dato più negativo risulta quello relativo all'olio d'oliva, sul quale pesa eccessivamente l'eccezionale flessione della produzione nel 2014. A livello di import/export, i principali settori relativi all'esportazione di prodotti agricoli e agroalimentari di prima trasformazione sono il vino, il latte, i suoi derivati, la frutta fresca e gli ortaggi, mentre sul fronte dell'import frumento tenero, mais e frumento duro la fanno da padrona. Il grado di autoapprovigionamento di prodotti agricoli risente anche della riduzione della Sau, determinata dalla cessazione della coltivazione dei suoli, specie quelli meno produttivi.

Fra il 1990 e il 2000, la Sau è diminuita al ritmo di 184mila ettari all'anno, con una diminuzione media annuale della Sau di 35mila ettari. Per questo il grado di autoapprovigionamento si è ridotto dall'83% al 78%, segnando una flessione del 6% anche per effetto della crescita dell'export alimentare sostenuta dall'incremento delle importazioni di prodotti agricoli.

La riduzione deve ricondursi al crescente fabbisogno di materie prime agricole dell'industria alimentare per sostenere l'incremento delle esportazioni di prodotti alimentari (+21%). A questo corrisponde un aumento delle importazioni di prodotti agricoli (+7% in valore). La diminuzione del grado di autoapprovigionamento di prodotti agricoli risente anche della riduzione della Sau utilizzata, stimata per il periodo considerato in circa 445mila ettari (-3,53%).