Cristiano Fini è stato eletto presidente di Cia Emilia Romagna, succedendo ad Antonio Dosi, che ha concluso il proprio mandato. Queste le prime parole del neoeletto: "Dovremo restare un punto di riferimento verso l’esterno: dialogo e confronto con le istituzioni, associazioni agricole, settori economici, enti e consorzi, società civile. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad una sorta di ‘riscatto sociale’ dell’agricoltura: lavorare nel settore primario significa produrre cibo di ottima qualità ed operare nel contesto ambientale ideale per tanti cittadini”.

Dopo l’accentramento verso la Regione Emilia Romagna delle funzioni solitamente praticate dalle Province sono mutati i meccanismi di governance e rappresentanza del settore primario. “Sarà fondamentale il ruolo della Confederazione - ha sottolineato Fini ribadendo che la politica dell'associazione si concentrerà sul reddito “senza il quale le imprese agricole rischiano la chiusura. Contemporaneamente dovremo intensificare l’azione di vigilanza rispetto al rapporto tra produzione e mercato”.

La semplificazione per Fini sarà la sfida principale dei prossimi anni, mentre l'export dei prodotti agroalimentari emiliano romagnoli per il neopresidente è un punto di forza su cui puntare e “aggredire quei mercati che consentono spazi e marginalità per le nostre eccellenze".

Innovazione, benessere animale e la sostenibilità ambientale delle pratiche agronomiche, sperimentazione sulla cisgenetica  sono opportunità che l’agricoltore deve cogliere, ha proseguito Fini, ricordando che il coordinamento del Tavolo regionale per l’imprenditoria, affidato temporaneamente a Cia Emilia Romagna, “è l’occasione per consolidare il ruolo propositivo della nostra associazione nel panorama regionale”.

Fini riprende il tema dei danni alle campagne arrecati dalla fauna selvatica sottolineando che "è indispensabile un progetto dell’Amministrazione regionale capace di mettere in campo strumenti idonei alla prevenzione” e ha evidenziato, in merito al tema del credito alle imprese, l’ormai impellente necessità di trovare soluzioni per trattenere l’acqua ad uso potabile ed irriguo.

Infine il ruolo degli imprenditori nella tutela del territorio: “All’agricoltore viene riconosciuto una funzione determinante contro il rischio di dissesto idrogeologico: la vera sfida dei prossimi anni consisterà nel mettere a valore economico tali meriti”.
Sono intervenuti all'Assemblea dell'organizzazione regionale, tra gli altri, il sindaco di Bologna Virginio Merola, il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli.