Si è tenuta lo scorso 22 gennaio, a Bergamo, la presentazione nazionale dei Distretti del cibo, un nuovo strumento previsto dalla Legge di bilancio per garantire ulteriori risorse e opportunità per la crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere e territori.
A renderlo noto è il ministero delle Politiche agricole, il quale precisa che all'evento sono state presentate le linee di azione per i nuovi Distretti.
 

I nuovi distretti

Vengono definiti come Distretti del cibo: 
  • i distretti rurali e agroalimentari di qualità già riconosciuti o da riconoscere;
  • i distretti localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree;
  • i distretti caratterizzati dall'integrazione fra attività agricole e attività di prossimità;
  • i distretti biologici.

I nuovi Distretti opereranno attraverso programmi di progettazione integrata territoriale per garantire lo sviluppo di tutto il territorio e non solo delle singole filiere.
 

Come funzionano

Il riconoscimento dei Distretti viene affidato alle regioni e alle province autonome che provvedono a comunicarlo al Mipaaf presso il quale è istituito il Registro nazionale dei Distretti del cibo, disponibile sul sito del ministero.
Per il rilancio del settore e per il sostegno ai distretti sono stati stanziati 5 milioni per il 2018 e 10 milioni a decorrere dal 2019. 

"C'è bisogno di un salto di qualità nella gestione delle politiche del cibo per far sviluppare ancora i nostri territori. Per questo abbiamo voluto uno strumento di programmazione e progettazione territoriale come i Distretti del cibo. L'esperienza dei Distretti - commenta il ministro Maurizio Martina - va rilanciata e rafforzata, perché a tutela delle imprese agricole vanno costruiti rapporti più stretti nelle filiere e servizi che guardino a tutto il territorio nel suo complesso. Vuol dire mettere insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni per realizzare obiettivi comuni".

"E' una scelta innovativa, che consente al nostro paese di guardare allo sviluppo locale e alla tutela del paesaggio con un approccio nuovo. Penso al tema del rapporto tra città e agricoltura, alla più stretta collaborazione tra realtà agricole e attività di prossimità, a partire dai mercati contadini, dall'integrazione col turismo fino ai distretti del biologico, dove la sostenibilità diventa leva di competitività anche fuori dai confini strettamente agricoli", continua Martina.

Nel corso dell'evento, al quale ha preso parte il presidente della provincia di Bergamo Matteo Rossi, sono stati presentati anche alcuni esempi di realtà già operative.
 

Distretto rurale della Maremma

Nato su impulso della provincia di Grosseto nel 1996, con un'adesione di 28 comuni e di tutte le aziende del territorio, il Distretto della Maremma si è posto prima di tutto l'obiettivo di rispondere al momento di crisi attraversato dal territorio, mettendo in campo un "metodo di attuazione" totalmente nuovo e ambizioso. Nei primi anni è stato infatti intrapreso un percorso di riposizionamento dell'agricoltura, mirato a coniugare qualità e sostenibilità.

Fondamentale il ruolo della provincia, che ha gestito la cabina di regia del Distretto, rendendo possibile il coordinamento degli strumenti di programmazione, dai fondi europei alla contrattazione programmata.
Alla fine del 2017, dal Distretto rurale della Maremma è nato il Distretto rurale della Toscana del Sud che abbraccia 65 comuni delle province di Livorno, Siena, Arezzo e Grosseto.
 

Biodistretto dell'agricoltura sociale di Bergamo

Nato nel 2016, coinvolge 23 cooperative e aziende bio che operano favorendo l'inserimento lavorativo in agricoltura di persone svantaggiate. Si tratta della prima realtà in Italia che coniuga a livello di distretto sia la vocazione bio che quella sociale.
Sostengono questo progetto circa dieci comuni della Lombardia (tra cui quello di Bergamo) nonché la provincia di Bergamo, il Consorzio Parco dei Colli, Aiab Lombardia ed alcuni importanti Gas.

Oltre allo sviluppo e alla promozione dell'agricoltura biologica e sociale, il Biodistretto è impegnato a fornire servizi alle aziende biosociali di Bergamo, favorendo un'agricoltura compatibile con l'ambiente.
Le cooperative e le aziende del Biodistretto hanno costituito presso l'Università di Bergamo un apposito Comitato scientifico, formato da tecnici, esperti del settore e docenti universitari, per mettere in campo progetti sempre più mirati agli obiettivi prefissati.
 

Consorzio distretto agricolo di Milano-Dam

Nato nel 2011 come gestore del Distretto rurale di Milano, si costituisce come cooperativa con 34 imprese di Milano. Le aziende si dedicano a settori diversi (cerealicolo, zootecnico e orto-florovivaistico) condividendo come obiettivo la conservazione dell'attività agricola attraverso l'integrazione con le esigenze della città, con riferimento specifico a temi quali sovranità alimentare, tutela dell'ambiente, recupero della tradizione e presidio del territorio.

In particolare, il Dam si è impegnato in questi anni nella commercializzazione e valorizzazione dei propri prodotti e nella partecipazione ad attività di servizio alla città.
Da ricordare inoltre l'accordo di Sviluppo territoriale con comune di Milano, Città metropolitane e Regione Lombardia, mirato al rafforzamento della presenza dell'agricoltura, in collaborazione con altri quattro Distretti rurali del territorio periurbano.
 

Distretto agricolo bassa bergamasca-Dabb

Accreditato dalla Regione Lombardia nel 2012, ha sede a Spirano (Bg), comune capofila. Si estende su un'area di 42 comuni della Pianura bergamasca, aggregando più di cento soggetti. Il fatturato stimato ammonta a oltre 200 milioni e il Distretto produce sei delle nove Dop casearie bergamasche, ma anche altri formaggi di bufala e capra di qualità, che hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti a livello mondiale. Sono molto sviluppati anche i comparti della trasformazione delle uova, della polenta e delle farine, delle carni e quello orticolo. Sono rappresentati nel Distretto anche birrifici, aziende dolciarie, coltivazioni di zafferano e tartufo nero bergamasco.

Gli obiettivi principali dei progetti del Dabb sono: incremento della redditività aziendale attraverso azioni di filiera basate su produzioni di qualità esistenti e su nuovi prodotti; internazionalizzazione e commercializzazione dei prodotti; tutela ambientale e produzioni ecosostenibili; promozione dell'integrazione fra diversi soggetti per valorizzare il territorio.