Sul fronte della siccità al Sud si registrano due notizie contrastanti.
In Molise, Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna, se pur giunti a livelli di gran lunga inferiori a quelli dello scorso anno, stanno risalendo i livelli degli invasi ad uso plurimo: idropotabile ed irriguo. Segno che le piogge degli ultimi due mesi stanno dando risultati, almeno sui bacini superficiali, mentre, come è noto, la falda avrà bisogno di più tempo per essere attinta dalle precipitazioni, stante i tempi di scioglimento delle nevi in montagna e di percolazione in unità geologica profonda. 

Cattive notizie arrivano invece dalla Sicilia, dove la diminuzione delle scorte idriche, almeno fino al 31 dicembre 2017, preoccupa ancora amministratori ed agricoltori dell’isola.

Intanto le organizzazioni agricole non si danno pace, visto che le risorse idriche sono in condominio tra regioni e tra usi diversi. Se Coldiretti Puglia invoca un piano di azione regionale di lotta alla siccità – il 41% del terreno a rischio desertificazione d’Italia si trova in Puglia – Confagricoltura chiede una profonda rivisitazione dei sistemi di gestione irrigua in Campania ed una rimodulazione degli accordi con la Puglia sul trasferimento di acque lungo il confine tra le due regioni.

E sul tappeto ci sono i numeri delle risorse idriche che AgroNotizie raccoglie in questo terzo monitoraggio, che segue quelli del 14 novembre 2017 e 4 dicembre.
 

Neve sull’Appennino tra Molise e Campania

Lungo il massiccio del Matese, che segna il confine tra Campania e Molise, si registra attualmente un importante innevamento, che interessa le principali vette dell’Appennino meridionale – dal Miletto alla Gallinola – sotto le quali sono posti gli inghiottitoi carsici che riforniscono sia le sorgenti del fiume Biferno sia quelle tributarie della sponda sinistra del fiume Volturno, che dal Molise poi entra in Campania.
E la prima buona notizia viene proprio dal Molise: qui l’invaso sotteso alla diga del Liscione, che sbarra il fiume Biferno, nei mesi scorsi sceso ai minimi storici, al 31 dicembre scorso si attestava lungo un livello di 118,05 metri di altezza sul livello del mare, contro una linea di massimo invaso di 129 metri, quando il lago può raggiungere i 173 milioni di metri cubi.
 

Basilicata e Campania, sotto il segno del recupero

Più evidenti sono i recuperi che traspaiono dal bollettino dell’Ente per l’irrigazione di Puglia, Lucania ed Irpinia.
Secondo l’ente, nell’invaso di Monte Cotugno, forte di una capacità sulla linea di massimo invaso di 497 milioni di metri cubi d’acqua, il 18 gennaio 2018 si trovano 90,6 milioni di metri cubi d’acqua, circa il 46% dell’acqua presente nel bacino alla stessa data del 2017 (186,5 milioni di metri cubi).
Ma vale la pena ricordare che il primo dicembre 2017 – data della seconda rilevazione di AgroNotizie - se ne trovano poco più di 61 milioni, il 12,27% di quanto il più grande bacino di gestito da questo ente può contenere e due milioni in meno rispetto al 14 novembre 2017 – quando il bollettino dell’ente ne rilevava poco più di 63 milioni.
E’ del tutto evidente una tendenza al rialzo della scorta di risorsa idrica che si è resa palese negli ultimi 49 giorni, che hanno portato in dote ben 29,6 milioni di metri cubi, dovuti essenzialmente alle precipitazioni di dicembre e inizio gennaio. In bacini a ciclo di riempimento plueriennale, come quelli del Sud Italia, questa può essere interpretata come una buona notizia, sempre che continui a piovere con la dovuta costanza anche nella prossima primavera.

L'’Ente per l’irrigazione di Puglia, Lucania ed Irpinia ha nell’invaso del Pertusillo un'importante risorsa, strategica anche per la Puglia, che vale 155 milioni di metri cubi di capacità lungo la linea di massimo invaso.
Anche in questo caso si evidenzia la tendenza alla risalita delle riserve: al 18 gennaio 2018 la risorsa è di quasi 68,3 milioni di metri cubi, meno del 75% dell’acqua presente il 18 gennaio 2017, quando si poteva contare su una riserva di ben oltre 91,7 milioni di metri cubi, ma è pur vero che al primo dicembre 2017 – data della seconda rilevazione AgroNotizie - la scorta era attestata a soli 45,9 milioni, il 29,6% di quanto potrebbe contenere e si presentava già in leggera crescita sui 43,8 milioni rilevati il 14 novembre. In pratica, negli ultimi 49 giorni si è registrata una crescita della risorsa idrica presente di 22,4 milioni di metri cubi.

Alla diga di San Giuliano, quasi 95 milioni di metri cubi d’acqua se il livello raggiunge la linea di massimo invaso, il 18 gennaio 2018 si trovano poco meno di 18 milioni di metri cubi d’acqua, pochissima, meno del 34% dei quasi 53 milioni di un anno fa. Ma il primo dicembre 2017 nell’invaso restavano quasi 15,5 milioni di metri cubi, pari al 16,3% della capacità massima, già in leggera crescita sul dato di 14, 9 milioni di metri cubi registrato il 14 novembre scorso. Anche in questo caso si segnala una tendenza, se pure meno marcata, alla crescita della risorsa idrica negli ultimi 49 giorni, anche se di appena 2,5 milioni di metri cubi.

Altro importante bacino si trova in Campania, ed è il lago della diga di Conza, che in provincia di Avellino sbarra il fiume Ofanto: a fronte di una capacità sulla linea di massimo invaso da 61,8 milioni di metri cubi, si riscontra il 18 gennaio 2018 un quantitativo di acqua pari a 26,4 milioni di metri cubi, anche in questo caso una quota del 77,4% rispetto ai 34,1 milioni del 18 gennaio 2017.
Ma il primo dicembre 2017 la riserva era pari a 17,1 milioni di metri cubi, ovvero il 27,7% della capacità massima e dato quasi invariato rispetto ai 17 milioni di metri cubi d’acqua registrati il 14 novembre. Anche in questo caso si denota una crescita della scorta idrica, che negli ultimi 49 giorni è pari a 9,3 milioni di metri cubi.
 

Capitanata: +20 milioni di metri cubi a Occhitto

Anche l’acqua che defluisce dalla Campania verso la Puglia, tra Benevento Foggia è ancora poca rispetto ad un anno fa, ma in crescita su dicembre scorso.
In questo caso, il maggiore indicatore è la diga di Occhitto sul fiume Fortore, gestita dal Consorzio di bonifica della Capitanata: qui a fronte di una capacità di massimo invaso da 333 milioni di metri cubi, si trovano oggi 18 gennaio 2018 77, 2 milioni di metri cubi d’acqua, il 23% della capacità massima. Molta acqua in meno rispetto al 18 gennaio 2017, quando si registrarono oltre 188, 3 milioni di metri cubi, ma prima di affrontare una delle primavere più siccitose degli ultimi anni. Vale la pena ricordare che lo stesso invaso lo scorso 4 dicembre 2017 - data dell’ultima rilevazione AgroNotizie – poteva contare su appena 57,1 milioni di metri cubi d’acqua, il 17,1% della capacità massima: la risorsa accumulata è cresciuta negli ultimi 46 giorni di 20,1 milioni di metri cubi.
Questo significa che la tendenza è ad accumulare, con una scorta che è in aumento anche rispetto al 14 novembre 2017 - quando si registravano poco più di 54 milioni di metri cubi d’acqua.
 

Sardegna, livello degli invasi in risalita

La Regione Sardegna ha pubblicato il "Bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna" il quale, in sintesi, riporta che al 31 dicembre 2017 erano presenti nel sistema degli invasi 796 milioni di metri cubi d'acqua, pari al 45% della capacità complessiva autorizzata
 Il valore del volume idrico invasato al 31 dicembre 2017 ha subito un aumento, pari a 25 milioni di metri cubi, rispetto al volume invasato al 30 novembre 2017. Per quanto riguarda l’indicatore di stato per il monitoraggio ed il preallarme della siccità dell’intera isola relativo al mese di dicembre 2017, si registra ancora una condizione di "allerta".
 

Sicilia, i livelli continuano a scendere

La Regione Siciliana pubblica ogni primo giorno del mese la situazione degli invasi. Il primo gennaio 2018 erano presenti negli invasi siciliani 177,86 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 25% in meno del primo gennaio 2017. Ma il dato più preoccupante è che in questo caso, pur a fronte di una rete composta da ben 23 invasi, formati dallo sbarramento di altrettanti fiumi e corsi d’acqua, forte di una capacità complessiva d’invaso da 830,1 milioni di metri cubi, la risorsa invasata continua a diminuire rispetto al primo dicembre 2017, quando si potava contare ancora su 184,22 metri cubi d’acqua.