Un anno difficile per l'agricoltura Toscana quello che si è appena concluso. A fare un bilancio complessivo è stata la Coldiretti, che in una giornata tenuta nei giorni scorsi a Firenze alla presenza anche dell'assessore regionale all'Agricoltura Marco Remaschi, ha tracciato il quadro di sintesi dell'annata trascorsa e rilanciato proposte e progetti per il futuro.

E' soprattutto la siccità che ha comportato le maggiori perdite, stimate dalla regione in 428 milioni di euro, colpendo in modo pesante un po' tutti i settori ed in particolare seminativi, ortofrutta, miele ma anche vino ed olio.

Così nel complesso il valore della produzione agricola regionale nel 2017 dovrebbe attestarsi intorno ai 2.350 milioni di euro, con un calo del 9,6% rispetto ai 2.600 milioni di euro nel 2016, che fu già un anno di flessione.

Una Plv agricola che vede al vertice il florovivaismo che ne costituisce oltre 30% con 760 milioni di euro, seguito dalla zootecnia che partecipa per il 22% con 540 milioni di euro, poi i seminativi al 16% con 380 milioni di euro, un settore che però ha subito un vero e proprio tracollo.

Discorso a parte merita il settore vitivinicolo che sebbene abbia subito una perdita di produzione di circa il 40%, la perdita è stata compensata dai rialzi significativi dei prezzi del vino e da una grande richiesta di esportazioni. Il settore vitivinicolo così copre il 15% della Plv regionale con 390 milioni di euro.

Mentre per quanto riguarda l'olio, pure colpito dalla siccità, le proiezioni prevedono che il suo contributo alla produzione lorda vendibile regionale resti inferiore al 4% con contributo con un valore di 100 milioni di euro.

Un calo di produzione che ha segnato negativamente quasi tutti i comparti produttivi regionali. Gli unici settori a mostrare un segno positivo sono stati il florovivaismo e l'agriturismo. Il primo, sebbene stabile dal punto di vista delle produzioni, ha visto un forte rialzo dell'attività commerciale con un aumento del 10%. Le attività agrituristiche nel 2017 hanno fatto registrare un aumento dell'8% crescendo sia in termini di imprese che di recettività, e confermando il settore il leader nazionale con oltre 4.500 strutture, un quarto di quelle presenti in Italia.

Un calo produttivo che si è fatto sentire anche sul piano occupazionale con un leggero calo nelle assunzioni di operai agricoli, mentre si ha un incremento delle aziende agricole iscritte ad Inps.

Significativo resta invece l'apporto delle donne che vede alla guida di circa il 40% delle imprese autonome. Pure significativa la presenza di titolari giovani, sotto i quaranta anni, che salgono al 16,5% delle imprese agricole.

In questo quadro, nel complesso negativo, per la Coldiretti Toscana segnali di nuove opportunità vengono dalle norme introdotte sulla origine dei prodotti in etichetta divenuta obbligatoria per latte e derivati, per la pasta e presto anche per il pomodoro.

Buone notizie per il settore agricolo arrivano anche dalla manovra di bilancio 2018, che procede nell'iter parlamentare, che prevede importanti misure come la conferma per la decontribuzione per giovani agricoltori, l'introduzione del bonus verde e la sterilizzazione delle aliquote Iva, oltre all'innovativa via libera allo street food contadino.

Restano poi diverse questioni aperte, come quella dei danni arrecati dalla fauna selvatica e dai predatori, che sta diventando sempre più pesante per gli agricoltori e gli allevatori non solo toscani.