II consiglio comunale riconosce l'intero territorio fiesolano quale sistema produttivo locale a spiccata vocazione agricola, nel quale è significativa la produzione con metodo biologico, e lo individua quale strumento fondamentale di sviluppo sostenibile, di tutela dell'ambiente e della salute, di promozione del territorio, denominandolo Distretto biologico di Fiesole”.

Con queste parole il comune di Fiesole, sulle colline che si affacciano come un terrazzo sulla città di Firenze, ha annunciato la nascita del nuovo distretto biologico.

Una realtà, quella fiesolana, che vede sul suo piccolo territorio 100 aziende agricole, di cui 30 biologiche e altre in conversione. E alcune di queste aziende, assieme all'associazione cittadini per Fiesole, dal 2015 hanno lanciato e coltivato l'idea che ha portato alla nascita di questo distretto.

Un riconoscimento che si inserisce in un contesto che ha visto assegnare al comune le spighe verdi il riconoscimento previsto dal Fee, il Fondo per l'educazione ambientale, per gli enti locali caratterizzati da particolari criteri di gestione sostenibile del territorio.

Per il sindaco di Fiesole, Anna Ravoni, la nascita del distretto è frutto della visione della sostenibilità ambientale e della salute dei cittadini come elemento imprescindibile di qualsiasi scelta strategica per il territorio.

Per Stefania Iacomi, assessore comunale allo sviluppo economico, la costituzione di un distretto biologico significa, di fatto, convogliare una rete di interessi di una pluralità di soggetti diversi su un progetto condiviso e su obbiettivi comuni, che permetterà la crescita delle potenzialità di tutti gli operatori.

Una scelta che per l'assessore significa anche caratterizzare in modo forte il territorio fiesolano, alle porte di Firenze, facendo così da richiamo per una particolare tipologia di turismo, quello rurale e esperienziale, certamente in crescita.

Un evento, quella della nascita del distretto biologico di Fiesole, salutata positivamente anche dall'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi, che vede in questa nuova realtà, realizzata in uno dei comuni più famosi per le sue bellezze culturali e ambientali, un percorso da seguire per tutta l'agricoltura toscana, mirato alla valorizzazione di un'agricoltura sostenibile e biologica, attenta al vivere sano, alla cultura e alla tutela del paesaggio.