La crisi del comparto agrumicolo italiano ed in particola siciliano è all’attenzione del ministero delle Politiche agricole. Con una nota diramata nella serata del 4 gennaio scorso, il Mipaaf ha reso noto che giovedì 11 gennaio 2018 si terrà a Roma il tavolo del settore agrumicolo.

“La riunione è stata convocata per un confronto sull'andamento del mercato nazionale, sulle prospettive di breve e medio periodo e per condividere nuove azioni di contrasto alla crisi del settore - è scritto nella nota, dove si sottolinea - all'incontro parteciperanno i rappresentanti delle Regioni, delle organizzazioni agricole e delle organizzazioni dei produttori oltre alla grande distribuzione”.
La convocazione arriva poche ore dopo l’incontro avvenuto in mattinata a Palermo, tra l’assessore alle Politiche agricole della Regione Siciliana, Edy Bandiera, e una folta delegazione del Distretto agrumi di Sicilia, guidata dalla presidente Federica Argentati.

"Fare valere la condizione di insularità, attivarsi per un decreto sulla tracciabilità in etichetta del prodotto trasformato, spingere politicamente per un Piano nazionale di settore in cui la Sicilia sia capofila, maggiori barriere fitosanitarie per i prodotti importati, una maggiore formazione alla cooperazione, un piano di comunicazione istituzionale per sostenere le produzioni di eccellenza e in generale la creazione di un marchio di Qualità Sicura Sicilia per le produzioni che non rientrano nelle Dop e Igp". Sono queste solo alcune delle richieste avanzate, il 4 gennaio a Palermo, dalla delegazione del Distretto agrumi di Sicilia all'assessore all'Agricoltura della Regione Sicilia Bandiera, al quale è stato lasciato un documento riepilogativo sulle azioni che si ritengono necessarie a sostenere il comparto.

"Ringraziamo l'assessore Bandiera per la sollecita risposta alla nostra richiesta di incontro inoltrata poco prima delle festività natalizie - ha detto Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia al termine dell'incontro -. Oggi abbiamo esposto i tanti problemi che attanagliano il comparto, dai danni causati dalla siccità a quelli dovuti al Tristeza Virus e al Mal Secco, sino ai prezzi troppo bassi pagati ai produttori e abbiamo proposto soluzioni e interventi che, con l'auto della Regione, si potrebbero subito mettere in cantiere, chiedendo anche un supporto su politiche strutturali di più lungo periodo per le quali occorre fare pressione a livello nazionale e comunitario. Non c'è tempo da perdere, bisogna muoversi in fretta".
Ecco di seguito le proposte di Distretto agrumi Sicilia, contenute nel documento presentato all'assessore siciliano e che rimbalzeranno almeno in parte sul tavolo nazionale di giovedì prossimo.
 

Emergenza arance rosse di piccolo calibro

In merito alle azioni in emergenza e di diretta competenza dell'assessorato siciliano, la delegazione del Distretto fa presente la necessità di un intervento rapido ed efficace soprattutto nelle zone in cui la produzione è rappresentata, almeno per il 60%, da prodotto con calibro medio-piccolo (solitamente si tratta dell'arancia rossa), poco appetibile sul mercato del fresco, soprattutto dalla Grande distribuzione organizzata, e che registra prezzi in campagna spesso decisamente inadeguati e che d'altra parte viene pagato molto poco anche dalla trasformazione industriale.
Il documento propone di investire nell'immediato fondi regionali per la comunicazione delle produzioni Dop, Igp e Bio al consumo, sia fresco sia trasformato, con l'organizzazione di una campagna istituzionale sui media e su web con tecniche di marketing territoriale e turismo relazionale integrato. Per ottenere tanto è necessario velocizzare l'iter amministrativo per l'approvazione dei progetti di comunicazione e marketing presentati sul bando della misura 3.2 del Programma di sviluppo rurale della Sicilia. Ma è anche necessario incentivare l'uso di spremiagrumi automatiche nelle scuole, negli ospedali, nella Gdo, così da incrementare l'impiego di agrumi di piccola e media pezzatura.
 

Accordi di filiera quadro da sostenere

All'assessore è stato chiesto anche di supportare gli Accordi di filiera quadro siglati dalle organizzazioni di categoria, dal Distretto agrumi e dall'assessorato con l'aggiunta di contratti tra i soggetti privati estranei agli accordi e le parti sottoscrittrici (soprattutto tra Op e trasformazione industriale) in grado di individuare quantità, qualità e prezzi del prodotto oggetto dell'accordo di filiera, e che siano sostenuti dall'Amministrazione attraverso l'attivazione dell'articolo 82 della Legge regionale del 12 maggio 2010, n 11 che lega gli aiuti pubblici o altri interventi regionali al rispetto dell'accordo.
 

Valorizzare il prodotto siciliano non a denominazione

Per il Distretto, inoltre, occorre puntare alla valorizzazione anche delle specie e varietà agrumicole prodotte in Sicilia che per svariati motivi non possono essere certificate dagli organismi di controllo sulla base dei disciplinari Dop ed Igp: come il Tarocco non pigmentato, le Dop Ribera di piccolo calibro per la trasformazione. Lo strumento potrebbe essere l'attivazione del Marchio Qualità Sicura Sicilia.
 

Adeguamento sistema irriguo e Psr più snello

Tra le richieste dirette all'esecutivo regionale siciliano da Distretto agrumi Sicilia ci sono poi una serie di proposte che vanno dal maggiore sostegno ai Consorzi di tutela, alla riorganizzazione dei Consorzi di bonifica per limitare i danni dovuti alla siccità fino alla sburocratizzazione del Psr, che è stato costruito a misura di aziende molto grandi e che allo stato non comprende i Distretti tra i possibili soggetti beneficiari per la fornitura di servizi alle aziende. Si chiede inoltre un maggiore sostegno alla proiezione internazionale della filiera agrumicola siciliana.
 

 Le richieste di Distretto agrumi Sicilia al Governo

C'è poi il capitolo delle azioni di competenza nazionale e comunitaria sulle quali il Distretto ha chiesto sostegno all'assessore Bandiera e al presidente della Regione, Lello Musumeci per esercitare una forte pressione, facendo anche leva sulla condizione di insularità, per un Piano di settore che preveda almeno le seguenti attività:
  • Programmare una campagna di comunicazione istituzionale nazionale al consumo sulle produzioni agrumicole italiane Igp, Dop e biologico fresco e trasformato di durata triennale sui media tradizionali e sul web.
  • Ottenere un regime fiscale vantaggioso e la riduzione di alcuni costi (energia, trasporti) per le imprese del territorio siciliano al fine di renderle maggiormente competitive sui mercati.
  • Attivare efficaci interlocuzioni politiche a livello nazionale e comunitario al fine di proteggere le produzioni fresche siciliane dall'ingresso, nel territorio italiano, di altre concorrenti e soprattutto provenienti dal bacino del mediterraneo con maggiori controlli all'ingresso da un lato e barriere fitosanitarie dall'altro e nel contempo ottenere la tracciabilità delle produzioni trasformate con una chiara indicazione in etichetta sulla provenienza della materia prima e del luogo di trasformazione secondo la direttiva 2012/112//Ue del Parlamento europeo e del Consiglio.
  • Avviare un percorso di monitoraggio delle superfici investite, delle quantità e qualità commercializzate e trasformate;
  • Adottare i registri di trasformazione industriale in grado di quantificare le produzioni sia in ingresso che in uscita dopo la trasformazione, andando a stabilire con maggiore certezza la quantità totale di prodotto trasformato ottenuto da prodotto coltivato in Sicilia e obbligo di inserimento nei fascicoli aziendali di dati relativi non solo alle specie ma anche alle varietà coltivate;
  • Affrontare in via definitiva il problema strutturale degli agrumeti colpiti da Tristeza Virus e Mal Secco sostenendo gli imprenditori agricoli con aiuti per l'espianto e l'impianto e mancato reddito, ulteriori rispetto ai fondi già previsti dall'attuale programma comunitario, con interventi di riordino della fase vivaistica a garanzia di prodotti di moltiplicazione virus esenti.