Nuove regole per semplificare la Politica agricola comune dell'Unione europea. Le ha approvate l'Europarlamento e permetteranno di rafforzare la posizione negoziale degli agricoltori rispetto ai supermercati, migliorarne la capacità di affrontare i rischi di produzione e mercato, e concedere maggiore flessibilità agli Stati membri per aiutare i giovani agricoltori.

Esulta De Castro: "Una vera e propria riforma di medio termine della Politica agricola comune". Soddisfatti anche il Governo italiano e Coldiretti.
 

Le novità introdotte nella riforma

La riforma della Politica agricola comune entrerà in vigore il prossimo anno ed è stata approvata con 503 voti favorevoli, 87 contrari e 13 astenuti. Metterà a disposizione degli agricoltori europei strumenti più affidabili per affrontare crisi di mercato e rischi di produzione, a partire da un aumento dell'indennizzo per le assicurazioni agricole, animali e vegetali. La Commissione, poi, potrà utilizzare misure di sostegno eccezionali per gli agricoltori.

Gli Stati membri avranno maggiore flessibilità nella definizione di ciò che costituisce un agricoltore in attività per beneficiare delle sovvenzioni agricole dell'Ue. Nuove regole, inoltre, permetteranno a tutte le organizzazioni di agricoltori riconosciute di pianificare la produzione e di negoziare contratti di fornitura senza ricadere nelle regole di concorrenza dell'Ue. L'aggiornamento delle norme agricole dell'Ue dovrà essere approvato dal Consiglio dell'Unione europea prima di entrare in vigore da gennaio 2018.
 

De Castro: "Un'iniziativa ambiziosa". Dess: "Una Pac più equa, semplice e adeguata"

Tra gli artefici di questa riforma di medio termine della Politica agricola comune c'è il primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro che sottolinea come "i piccoli aggiustamenti e le timide aperture presenti nella proposta iniziale della Commissione andavano sicuramente nella giusta direzione, ma non apparivano all'altezza delle sfide".
Per De Castro "la portata delle innovazioni introdotte nell'ambito della semplificazione, della gestione dei rischi e delle misure di mercato, fa sì che questo lavoro si configuri come una vera e propria riforma di medio termine della Politica agricola comune".

Il relatore, il tedesco Albert Dess, assicura che la riforma "renderà la nostra politica agricola più equa, più semplice, più adeguata alle esigenze degli agricoltori e meglio equipaggiata per garantire la sicurezza alimentare per i cittadini dell'Ue".
 

Ministro Martina: più opportunità per i giovani, meno burocrazia

"C'è molto dell'iniziativa italiana in questa riforma", sottolinea il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina. "Abbiamo ottenuto avanzamenti importanti - sostiene Martina - che correggono una Politica agricola comune troppo burocratica. Dal 1° gennaio 2018 ci saranno infatti più semplificazioni e progressi importanti per l'agricoltura italiana. C'è più spazio per il sostegno ai giovani agricoltori, un taglio concreto di vincoli burocratici e un'attenzione maggiore alla questione cruciale della gestione del rischio, che vede un miglioramento degli strumenti a disposizione. Per la prossima programmazione servirà ancora più spinta per tenere insieme agricoltura, alimentazione e ambiente".

Sulla stessa linea anche l'eurodeputato Giovanni La Via (Ap) secondo il quale "dal primo gennaio 2018 muta sostanzialmente un sistema che era necessario snellire, avvicinare alle esigenze reali degli agricoltori tramite una regolamentazione più moderna".
 

Coldiretti: bene via libera a revisione politica agricola

"Il via libera alla revisione della Pac proposta del Pacchetto legislativo Omnibus - commenta il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - è un risultato importante per le imprese agricole e per il paese, frutto di un decisivo gioco di squadra".

Coldiretti pone l'attenzione sulle novità legate alla gestione del rischio. "Partendo dalla proposta della Commissione di abbassare la soglia di indennizzo contemplata per il nuovo meccanismo di stabilizzazione dei redditi settoriale - afferma la Confederazione nazionale coltivatori diretti - la si estende anche alle assicurazioni, portando così al 20% la perdita di prodotto necessaria per l'attivazione, innalzando dal 65 al 70% l'intensità del contributo pubblico, introducendo la possibilità di utilizzare indici economici per la misurazione delle perdite".