Milioni di euro di danni, centinaia di ettari di campagna finiti sott’acqua, vigneti e coltivazioni di cereali e foraggio sommersi, stalle ed edifici rurali danneggiati, animali morti o dispersi, piante divelte, frane e smottamenti nelle aree rurali. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti in merito alla conta dei danni dovuti all’ondata di maltempo che ha investito soprattutto l’Emilia Romagna. Nella regione si è registrata la situazione più difficile con l’esondazione del fiume Enza, affluente del Po, che ha provocato allagamenti nei campi in provincia di Reggio Emilia nei comuni di Boretto e Brescello.

In quest’ultimo comune l’alluvione ha invaso la zona di Lentigione, dove sono andati sott’acqua decine di ettari coltivati in prevalenza a seminativi (cereali ed erba medica), ma anche diversi ettari di vigneto. Allagata, informa Coldiretti Emilia Romagna, anche una stalla con una settantina di vacche da latte. La salvezza dei seminativi negli ettari allagati, secondo Coldiretti, dipenderà dalla velocità con cui verrà allontanata l’acqua dalle campagne, in modo da scongiurare l’asfissia delle radici. Anche la sopravvivenza delle viti dipenderà dalla velocità con cui si riuscirà a riportare i terreni all’asciutto.
L’emergenza si estende anche alle province di Parma e Modena, mentre in tutta la regione si sono verificati black out elettrici e telefonici.
 

I fiumi

E’ sceso di un metro il livello idrometrico del fiume Po a Boretto nelle 12 ore successive alla piena, ritornando lentamente alla normalità, come si legge in una nota di oggi di Coldiretti. Ieri, 12 dicembre 2017, l’organizzazione agricola informava dell’aumento del livello del Po al Ponte della Becca, in provincia di Pavia, di un metro in appena 24 ore a causa della pioggia e della neve dei giorni scorsi. C’è preoccupazione per il torrente Parma, tracimato a Colorno, e per altri corsi d’acqua come il Secchia nel modenese. Nel parmense si sono registrati problemi con la piena del Taro, il Serchio è esondato in provincia di Lucca e timori ci sono anche in Liguria.
 

Vento, frane, smottamenti legati alla siccità estiva

Forti raffiche di vento hanno abbattuto piante nelle campagne e fatto cadere massi sulle strade. La campagna emiliana è flagellata dal vento che nel bolognese, informa Coldiretti regionale, ha imperversato sulle zone del crinale appenninico con raffiche da 180 chilometri orari. In Val Samoggia, nelle zone di Monte San Pietro, Vedegheto, Monte Pastore, Badia, e nella vallata del Reno, nei comuni di Sasso Marconi, Marzabotto, località di Lagune, Mongardino, Medelana, il vento ha scoperchiato stalle e fatto volare gronde e tegole di case e aziende agricole.

Dopo un lungo periodo di siccità le precipitazioni per poter essere assorbite dal terreno devono cadere in modo continuo e non violento, mentre gli acquazzoni, spiega Coldiretti, aggravano i danni provocati dagli allagamenti con frane e smottamenti. Nel 2017 è caduto quasi 1/3 di acqua in meno provocando la più grave siccità dal 1800, spiega Coldiretti, basandosi sui dati Isac Cnr, e conclude sottolineando che l’energia termica accumulata è alla base di anomalie climatiche sempre più estreme e che il rapido innalzamento del più grande fiume italiano sia rappresentativo della situazione di difficoltà dei bacini idrografici lungo la Penisola con allarmi, tracimazioni e paesi evacuati con conseguenti allagamenti delle campagne.
 

Serve una strategia chiara

Sugli effetti del cambiamento climatico e sul ripetersi degli eventi alluvionali richiama l’attenzione anche Confagricoltura Emilia Romagna che chiede alle istituzioni di riflettere sulle reali priorità e sulle politiche da adottare urgentemente come la realizzazione delle infrastrutture necessarie al territorio. La componente della giunta di Confagricoltura con delega per l’ambiente, Giovanna Parmigiani, ha sottolineato che “Mentre in alcune aree del paese si continua a gestire la penuria di acqua, anche per usi potabili (come accade in alcuni comuni del Sud Italia), di fronte alle prime piogge di rilevante intensità ci confrontiamo nuovamente con fenomeni alluvionali estremamente gravi”.

Parmigiani si è soffermata poi sulla necessità della regolare manutenzione e pulizia dei fiumi e della corretta manutenzione degli argini. “Il ‘Piano Manutenzione Italia 2017’ proposto dall’Anbi fotografa una situazione del territorio estremamente difficile. Per migliorare la sicurezza del territorio italiano da allagamenti, alluvioni e frane servono oltre 3700 interventi (per un importo complessivo di quasi 8 miliardi di euro), di cui 942 in Emilia Romagna per investimenti superiori ad un miliardo di euro”.

"Non si può continuare a gestire fenomeni, sempre più frequenti, attraverso interventi di emergenza - ha concluso Parmigiani -. Occorre definire una strategia chiara su come difendersi da eventi del genere per dare  certezze ai cittadini ed agli agricoltori che gestiscono il territorio. Le risorse economiche ci sono, occorre spendere presto e bene i fondi a disposizione, compresi quelli legati alla prevenzione del dissesto idrogeologico".