"A Hessen, in Germania, gli agricoltori, l'industria molitoria, i panificatori e gli scienziati stanno lavorando insieme per produrre grani ricchi di proteine, utilizzando meno fertilizzanti, con l'obiettivo di venderlo col marchio Pane che tutela le acque sotterranee e assicurare un reddito più alto a tutti".
E' uno degli esempi che il commissario all'Agricoltura dell'Unione europea, Phil Hogan, ha citato all'Agri innovation summit di Lisbona, manifestazione dedicata all'innovazione in agricoltura.

Gli altri esempi di progetti innovativi, dove il dialogo fra i diversi attori della filiera è un elemento fondamentale per promuovere la crescita, sono contenuti nella piattaforma Eip-Agri.
"Oggi abbiamo già 400 gruppi operativi - ha ricordato Hogan - ma il potenziale è enorme. La comunità aumenta ed entro la fine del 2020 si prevede che i gruppi operativi diventeranno 3.200".
E mentre i gruppi operativi stanno lavorando su scala regionale e nazionale, ha puntualizzato Hogan, "oltre cento progetti europei e internazionali stanno lavorando sul tema della sostenibilità, ma su un livello più globale, beneficiando di finanziamenti comunitari raddoppiati, all'interno del quadro Horizon 2020".
 

Investimenti per oltre 1 miliardo

Entro il 2020 l'Unione europea investirà più di 1 miliardo di euro in 180 progetti multi-settoriali di Horizon 2020: due terzi del bilancio globale. "Questo rappresenta un supporto senza precedenti per gli agricoltori - ha riconosciuto Hogan -. Non è sempre facile per i soggetti in campo, perché richiede impegno anticipato, fiducia e rispetto, facilitazione, consulenza e nuove competenze. Eppure, possiamo già vedere i vantaggi. L'Ue sta cambiando la ricerca e l'innovazione dell'agricoltura: un partecipante su due dei progetti multi-attori selezionati tra il 2014 e il 2016 non aveva mai partecipato a progetti comunitari e questo significa che parliamo del 20% in più rispetto ai progetti regolari". "Per gli investimenti - ha ricordato Hogan - è possibile considerare le risorse messe a disposizione dalla Bei".

La Commissione europea per l'Agricoltura sta preparando una comunicazione sul futuro della Pac. "La prossima Pac - ha affermato il commissario - deve tener conto della trasformazione digitale, mentre tutti noi dobbiamo fare in modo di garantire l'attuazione di tali politiche nel miglior modo possibile. Lavorando insieme, attraverso lo spettro delle politiche e coinvolgendo tutte le parti interessate - agricoltori, ricercatori, investitori e responsabili politici - possiamo fare dei veri progressi per colmare il divario digitale".
 

Il digital divide

Per il commissario Hogan, infatti, "ridurre il divario digitale è una delle sfide più impellenti per l'agricoltura e le aree rurali, in quanto la divergenza fra città e campagna in tal senso non è solo uno squilibrio della tecnologia o di connessione, ma è uno squilibrio di opportunità".
Un tema sul quale aveva insistito anche la Conferenza di Cork 2.0, consapevole dei limiti generati dall'assenza della banda larga e di connessioni che, nei fatti, sono strumenti anche per l'accesso al commercio, alla cultura, all'istruzione e ai servizi che, in un quadro più ampio, si traducono in "prosperità".

Non c'è tempo da perdere. "Se vogliamo rendere le comunità rurali forti e sostenibili nei prossimi decenni, dobbiamo agire subito, con determinazione e impegno, investendo in piattaforme di business, in infrastrutture, in idee innovative che possano essere utilizzate sul mercato", ha esortato il commissario Ue all'Agricoltura.
 

La missione della Pac

Sfide, quelle delle digitalizzazione e della banda larga, che in parte faranno capo alla Pac e ad altri capitoli europei di finanziamento, proprio per migliorare l'economia rurale. "Sappiamo bene che la Pac deve fare di più per aumentare gli investimenti, la crescita e l'occupazione - ha puntualizzato Hogan -. E, contemporaneamente, contribuire alla lotta al cambiamento climatico e soddisfare gli obiettivi di sviluppo sostenibile".

Ma anche la sicurezza alimentare, quella nutrizionale, la sostenibilità ambientale e climatica o una maggiore efficienza dei controlli dipende da strumenti di ricerca e innovazione. "Dobbiamo ripensare al modo in cui produciamo e commercializziamo i prodotti e come modernizziamo e valorizziamo i nostri territori, mentre curiamo i nostri ecosistemi e la salute dei nostri cittadini".