"La Sicilia della qualità deve rafforzare la concentrazione delle quantità di prodotto per essere vincente sui mercati". A dirlo è stato ieri, 12 ottobre 2017 a Palermo, l'assessore regionale all'Agricoltura Antonello Cracolici, in occasione della presentazione del rapporto del Consorzio regionale per ricerca applicata e la sperimentazione in agricoltura sulle filiere agroalimentari.
I numeri del rapporto Coreras rappresentano una regione, la Sicilia, con una serie di comparti di eccellenza - olivicolo oleariovitivinicolo e agrumicolo in testa - che sono punti di forza, suscettibili di una ulteriore valorizzazione, insieme all'agricoltura biologica, prima regione per Sau investita, ed ai prodotti a marchio Dop e Igp, ben 69. E per spingere all'aggregazione tra produttori in arrivo c'è anche il marchio "Qualità sicura" che sarà presentato nelle prossime settimane e che sarà gestito da Regione Siciliana per garantire origine e caratteristiche dei prodotti agricoli e agroalimentari dell'isola.
 
In Sicilia, secondo il censimento del Coreras, le produzioni tipiche e di qualità annoverano ben 69 prodotti agroalimentari a marchio comunitario Dop e Igp. E' la regione con la maggiore superficie coltivata a vite del paese: con circa il 17% della Sau nazionale. Nel 2016 la superficie investita ad uva da vino è stata pari a 106mila ettari. Nel settore dell'olio è la terza produttrice italiana dopo la Puglia e la Calabria, con i suoi 140mila ettari di uliveti, pari al 13% del dato nazionale: di questi, ben 16mila ettari sono in bio.
 
Nel comparto agrumicolo la Sicilia guadagna il primo posto delle regioni italiane con 70mila ettari di superficie in produzione, pari al 58% del dato nazionale. Di questi ben 19.124 ettari sono in bio.
In termini occupazionali l'agricoltura siciliana assorbe oltre 26 milioni di giornate lavorative con 105mila occupati, collocandosi al secondo posto dopo la Puglia.
 
Anche nel settore della trasformazione la Sicilia si colloca ai primi posti in Italia per numero di industrie alimentari: sono 7.321 quelle attive nel 2016, rappresentando il 12% del totale nazionale.

Nel comparto zootecnico sono in aumento nell'ultimo decennio le aziende, in controtendenza rispetto al dato nazionale e aumenta pure il numero di capi allevati per azienda. Nella filiera ovina la Sicilia, con i suoi 735mila capi, è la seconda produttrice in Italia di latte e formaggi, dopo la Sardegna.
 
Il valore complessivo della produzione agricola in Sicilia nell'anno 2015 è stato di 4 miliardi e 685 milioni di euro. E' la regione italiana che possiede la maggiore Superficie agricola utilizzata , pari ad oltre un milione e 387mila ettari che equivalgono al 10,8% della Sau nazionale. In termini di numero di aziende agricole è seconda solo alla Puglia, annoverando 219.677 unità produttive che equivalgono al 13,6% del dato nazionale. La dimensione aziendale media è di 6,3 ettari.
 
Nel biologico la Sicilia è la prima regione italiana sia per numero di operatori (11.326 aziende, pari al 18,9% del dato nazionale), che per Sau (345.071 ettari pari al 23,1% del dato nazionale).
 
"La nostra regione è ai primi posti in Europa per numero di marchi di qualità, ma per essere competitiva nel mercato globale deve aumentare la sua capacità di aggregazione delle filiere produttive e di trasformazione e costruire le basi di un vero e proprio sistema dell'industria agroalimentare che riduca il nostro gap nella frammentazione aziendale e delle conoscenze" ha detto Cracolici, il quale ha ricordato anche quanto fatto finora con il Psr 2014-2020 "per favorire l'agricoltura biologica, i marchi di qualità, la chiusura della filiera, l'innovazione e una migliore organizzazione del nostro settore agricolo".
 
"Nelle prossime settimane diventerà operativo il marchio europeo 'Qualità sicura- ha infine annunciato Cracolici - garantito dalla Regione Siciliana che permetterà di allargare la certificazione di qualità anche ad altri settori dell'agroalimentare siciliano come il comparto ittico, quello delle carni ed ogni altro segmento produttivo che vorrà promuovere un proprio disciplinare di produzione".