La notizia che abbiamo pubblicato qualche giorno fa riguardava i pellet, una fonte energetica in gran voga nel nostro paese.

A compulsare le statistiche si è scoperto che l’Italia su di un fabbisogno annuale di 3 milioni di tonnellate di pellet di legno per la combustione (perlopiù domestica) ne importa oltre il 50% dall’estero (1,6 milioni di tonnellate). I pellet si importano da paesi vicini quali Austria, Croazia e Germania.

Ovviamente non si importano solo pellet, ma anche legnami per tutti gli usi: l’Italia è un paese trasformatore e la bilancia commerciale pende nettamente dalla parte dell’estero – negli ultimi 50 anni la produzione nazionale è stata pressoché stabile ed è invece fortemente aumentato il fabbisogno. I maggiori fornitori di legname all’Italia anche in questo caso sono paesi "evoluti" economicamente: la Germania e l’Austria, seguono la Francia e gli Usa.

E’ abbastanza paradossale considerare come l’import sia aumentato pur con le superfici a bosco che sono enormemente cresciute. In Italia rappresenta oramai il 36% della intera superficie del paese ed è pari a ben 11 milioni di ettari. Da qui a poco è attesa una sostanziale parità con la superficie coltivata (Sau) che oggi ammonta a poco più di 12 milioni di ettari: il conto è facile a farsi visto che il bosco avanza mediamente alla velocità di circa 28.000 ettari all’anno. Dobbiamo essere un paese ben ricco se importiamo anche quello che potremmo produrre in abbondanza.