Stupisce che esistano persone capaci di speculare sulle disgrazie altrui, come accade nelle zone colpite da terremoto e neve, dove agli allevatori si offrono poche decine di euro per acquistare i loro animali. Ma per fortuna c'è anche altro, solidarietà e voglia di andare avanti, nonostante tutto.

Sui mercati brilla l'andamento del settore ortofrutticolo, ma soffre la zootecnia da latte, che si dà di nuovo appuntamento nei luoghi della protesta di venti anni fa. Scendono in piazza anche gli allevatori di pecore, alla prese con l'ennesima crisi di pecorino e latte ovino.

L'andamento del credito, in flessione per gli investimenti agricoli, insieme al calo dei prezzi agricoli, è un segnale eloquente delle difficoltà vissute sui campi.

Intanto il prosecco si avvia ad essere fra i patrimoni tutelati dall'Unesco. Ma servirebbe anche meno burocrazia.

Questi alcuni degli argomenti incontrati su quotidiani e periodici di questi ultimi giorni.Vediamoli più in dettaglio di seguito.

Sciacalli in azione
E' un'accusa pesante quella lanciata dalle pagine de “Il Centro” in edicola il 29 gennaio. Nelle zone colpite dal terremoto e poi sepolte dalle neve si aggirano commercianti che approfittano delle difficoltà degli allevatori. Per pochi spiccioli acquistano gli animali dagli allevatori che si trovano senza una stalla e con mille difficoltà per trovare foraggio e mangimi.
Un ricatto al quale molti si ribellano e il primo febbraio il “Corriere della Sera” racconta la storia di chi a dispetto di ogni difficoltà non si arrende, continuando la propria attività.

Si moltiplicano intanto gli episodi di solidarietà. Ultimo in ordine di tempo quello raccontato il 2 febbraio da “La Nuova del Sud”, che conferma l'arrivo a Teramo di 180 quintali di foraggio messi a disposizione da parte degli allevatori lucani.

Il maltempo non ha risparmiato la Sardegna. Se ne parla su “L'Unione Sarda” del 27 gennaio, a proposito delle conseguenze sulle coltivazioni di carciofo spinoso del Sulcis, una grande speranza degli anni '90 alla quale il gelo ha dato il colpo di grazia.

Tirano un sospiro di sollievo gli agricoltori pugliesi, anch'essi alle prese con le conseguenze di gelo e neve di inizio anno. Il “Corriere del Mezzogiorno” del primo febbraio conferma la possibilità che anche agli agricoltori non assicurati possano giungere adeguati risarcimenti.

I mercati
Numeri positivi sono quelli che si incontrano per l'agroalimentare dell'Emilia Romagna. Li evidenzia “Nuova Ferrara” del 31 gennaio, commentando gli esiti dell'analisi condotta da Monitor, che segnala per il settore ortofrutticolo romagnolo una crescita del 3,6% nei primi nove mesi del 2016.
Buona anche la situazione per insaccati e salumi emiliani, cresciuti del 12,6% e per il lattiero caseario, che ha segnato un più 9,2%.

Attenti al mais
Profondi mutamenti si segnalano nella fisionomia della coltivazione di mais. Se ne discute il 28 febbraio sulle pagine de “L'Eco di Bergamo”, segnalando che circa 3mila ettari un tempo destinati a mais, sono ora dedicati ad altre colture.
A indirizzare queste trasformazioni è come sempre il mercato e “Il Sole 24 Ore” del 28 gennaio registra come l'evoluzione dei prezzi stia spingendo i produttori verso la coltivazione della soia.

Anche questa è una conseguenza del progressivo calo dei prezzi agricoli del quale si parla sulla “Voce di Mantova” del 30 gennaio, che vede fra i settori più penalizzati quello lattiero caseario.

Le proteste del latte
Restando al settore lattiero caseario, è di questi giorni la riedizione delle proteste che andarono in scena venti anni fa nel milanese, in seguito all'imposizione delle quote latte. Sono gli stessi luoghi nei quali tornano i trattori degli allevatori, come descrive “Repubblica” del 30 gennaio, per manifestare contro l'esiguità del prezzo del latte.

E in futuro potrebbe persino andare peggio. Lo affermano le analisi della cooperazione veneta che dalle pagine del “Giornale di Vicenza” del 2 febbraio invitano a spingere sulle esportazioni di formaggi, pena la caduta del prezzo del latte.

Situazione difficile anche per il latte ovino. Una crisi che si ripete ciclicamente, come si apprende da “Unione Sarda” del 31 gennaio, e ancora una volta gli allevatori di ovini sono costretti a scendere in piazza.

Credito in flessione
Uno specchio delle difficoltà vissute dal mondo agricolo lo si trova nell'andamento del credito. “Il Sole 24 Ore” del 28 gennaio segnala il calo del 2,5% degli affidamenti agrari, scesi a 43,5 miliardi di euro, mentre salgono a 5,8 miliardi i debiti in sofferenza.

In tema di crediti ha fatto parlare di sé l'iniziativa di Granarolo, che a fronte del credito concessogli da una importante banca francese, ha messo come garanzia i prosciutti custoditi nei magazzini di stagionatura di una sua società. I dettagli si possono leggere su “Libero” del 31 gennaio.

Prosecco, un patrimonio
Il prosecco è tornato alla ribalta in questi giorni per la sua candidatura a patrimonio dell'umanità tutelato dall'Unesco. Il dossier che contiene questa proposta e già a Parigi, come si apprende dal “Gazzettino” del 27 gennaio. Molte sono le probabilità che questa richiesta possa essere accolta, come sostiene “Avvenire” del 29 gennaio.

Il mondo del vino non chiede solo riconoscimenti, ma soprattutto meno burocrazia. Nemmeno il Testo unico sul vino e l'avvio dei registri telematici, sostiene “La Stampa” del 29 gennaio, sono riusciti a superare gli ostacoli di una burocrazia che andrebbe adattata alle realtà produttive.

Allarme influenza
Nel mondo degli allevamenti è allarme per l'avanzata dell'influenza aviaria che, come spiega il “Gazzettino” del 27 gennaio, si sta espandendo in Veneto.

Nello stesso giorno “Unione Sarda” denuncia la presenza ad Aritzo, in provincia di Nuoro, di un nuovo focolaio di peste suina, problema che l'isola si porta avanti da decenni, a dispetto delle numerose campagne di eradicazione della malattia, evidentemente infruttuose.

In compenso la Calabria festeggia i buoni risultati della lotta alla blue tongue. Il virus, scrive il 2 febbraio la “Gazzetta del Sud”, ha abbandonato questa regione.

Un cane per il lupo
Da tempo gli allevamenti devono fare i conti con i danni provocati dagli attacchi di animali selvatici, in particolare lupi.
Complicato ottenere rimborsi e difficile contrastare la diffusione dei predatori. Dalla prossima Conferenza Stato-Regioni arriverà la richiesta di aprire la caccia ai predatori, una scelta fortemente osteggiata da molte associazioni, come evidenzia “Il Giornale” del 2 febbraio.

Per superare queste contrapposizioni è interessante la proposta avanzata dal “Quotidiano del Sud” del 29 gennaio, che suggerisce l'introduzione di cani di razza mastino abruzzese, una delle poche razze capaci di competere con il lupo, tenendolo a distanza dalle greggi.

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