Continua a tremare la terra nel Centro Italia. Lo scorso 30 ottobre 2016, infatti, si è registrata un'altra forte scossa che ha interessato le Marche e l'Umbria, provocando ulteriori danni che si vanno ad aggiungere a quelli dello scorso 24 agosto.
Danni alla popolazione, al patrimonio culturale ed artistico e danni al settore primario che, in queste zone, è prevalentemente incentrato sulla zootecnia.

L'agricoltura e l'allevamento stanno pagando un conto salato. Se infatti le nuove scosse alimentano paure per la popolazione, ad essere stressati sono anche gli animali costretti a vivere all'aperto. Le mucche, per esempio, hanno ridotto di almeno il 30% la produzione di latte.

I sopralluoghi effettuati dalla Coldiretti hanno evidenziato che molti annessi agricoli sono crollati, moltissimi imprenditori agricoli si ritrovano con la casa, la stalla o i caseifici inagibili. Anche se le stalle più recenti, quelle costruite con criteri antisismici, non sono crollate, si sono comunque verificati danni - spiega la Coldiretti - con le lastre di cemento armato che compongono il pavimento, che non sono più incardinate e gli spazi tra l'una e l'altra si sono molto allargati.
Gli animali devono dunque essere accuditi dagli allevatori che non possono dunque trasferirsi lontano dalle abitazioni.

Registriamo - annota Confagricoltura - danni strutturali ingenti in molte aziende agricole nel nuovo fronte del sisma, tra Marche ed Umbria, da Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera (nel maceratese), a Preci, Norcia, Cascia (nel perugino) ed alle altre frazioni nella zona confinante tra le due regioni.
Siamo nella situazione paradossale che le aziende agricole terremotate non denunciano i danni subìti per non vedersi bloccare l'attività aziendale che non si può fermare; con gli animali da allevare e mungere e con le operazioni colturali in atto, non si possono avere battute d'arresto.

Infatti, il territorio tra Marche e Umbria colpito dal terremoto - sottolinea la Coldiretti - vanta molte eccellenze agroalimentari, dall'allevamento del Vitellone Bianco Igp al pecorino dei Sibillini, dalle lenticchie di Castelluccio alla patata rossa di Colfiorito, fino al salame di Fabriano, con il rischio che le lavorazioni di questi prodotti pregiati ora si interrompano con la necessità di annullare gli ordini ricevuti.

In questo contesto - continua la Coldiretti - è positivo l'impegno del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina con lo stanziamento di 31 milioni di euro a favore del settore zootecnico, attraverso l'utilizzo di 21 milioni di euro provenienti dall'ultimo intervento europeo per contrastare la crisi del latte e ulteriori 10 milioni di risorse nazionali.
L'intervento con misure per la suinicoltura e per il latte ovino sostiene 19mila aziende lattiere di montagna e prevede un aiuto doppio per le imprese delle aree colpite dal sisma.

Intanto Agriturist (l'Associazione del turismo rurale di Confagricoltura) si è prontamente mobilitata, in raccordo con la Protezione civile, per accogliere i nuovi sfollati nelle aziende associate. La disponibilità - commenta l'associazione - è totale per un'attività già avviata da mesi; negli agriturismi ci sono tuttora gli evacuati di quest'estate.

Purtroppo però ad essere in difficoltà sono anche alcuni agriturismi - precisa la Coldiretti - il sisma ha infatti colpito un'azienda che già ospitava gli sfollati del precedente terremoto. La proprietaria però non si è persa d'animo e sta collaborando con il comune alla distribuzione dei pasti. Una ulteriore conferma - conclude la Coldiretti - della grande forza d'animo della popolazione colpita.

Stalle antisismiche per ripartire
Di terremoto si è parlato anche alle Fiere zootecniche internazionali di Cremona. Il ministro Maurizio Martina, ribadendo l'impegno dello Stato a supporto del comparto agroalimentare italiano, ha affermato: "Con il decreto terremoto abbiamo previsto aiuti per coprire i danni subìti dalle strutture aziendali e stiamo collaborando con le regioni interessate per garantire la continuità produttiva alle imprese.
In particolare, anche grazie ai contributi volontari, sono stati allestiti centri di distribuzione del mangime per gli animali e si sta lavorando per completare entro novembre il montaggio delle stalle temporanee per gli animali"
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"Siamo intervenuti fin dalle prime ore del 24 agosto per dare aiuto e sostegno ad agricoltori e allevatori colpiti. Un impegno che rinnoviamo anche davanti all'emergenza delle ultime ore".

"La produzione agricola e zootecnica in questi territori - ha proseguito il ministro - fa parte dell'identità stessa, coinvolge anche tanti giovani. Vogliamo aiutarli a ripartire con ancora più forza con lo stanziamento da 221 milioni di euro per un piano strategico per il futuro agroalimentare della zona. Il 15 settembre abbiamo già garantito attraverso Agea l'anticipo dei fondi europei per 7 milioni di euro a oltre mille aziende del territorio per dare una mano sul fronte della liquidità.
Ora abbiamo stanziato ulteriori risorse nell'intervento previsto per la zootecnia di montagna, stabilendo un aiuto doppio per gli allevatori colpiti dal terremoto che allevano in totale oltre 22mila capi. Da parte del ministero c'è e continuerà ad esserci il massimo impegno su questo fronte"
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Gli stabilimenti maggiormente colpiti sono quelli di vecchia generazione, ma la potenza del terremoto ha intaccato anche alcune delle costruzioni più recenti. Per questo motivo si è parlato diffusamente di stalle antisismiche alle Fiere zootecniche internazionali di Cremona.
I fabbricati all'avanguardia, in grado di resistere anche a scosse di intensità elevata, sono realizzati in materiali leggeri e duttili.

"Le strutture in acciaio o acciaio-legno - spiega uno degli espositori specializzati - subiscono sollecitazioni inferiori durante un scossa sismica. Realizzare strutture con comportamento dissipativo è la migliore soluzione per sviluppare deformazioni plastiche, in grado di ridurre i danni del terremoto e garantire un maggior margine di sicurezza nel caso in cui l'azione sismica risultasse essere più alta del previsto".

Buone notizie dall'Anbi
Qualche buona notizia arriva invece dall'Anbi (Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e tutela del territorio ed acque irrigue). Il Consorzio di bonifica delle Marche, che a seguito delle nuove scosse monitora costantemente le dighe di competenza, ha infatti affermato che nessuna anomalia si registra agli sbarramenti di Gerosa, San Ruffino, Castreccioni‎ di Cingoli, Rio Canale e Mercatale.

"Nell'esprimere la nostra solidarietà alle popolazioni colpite da un sisma, che pare non avere fine, - dichiara Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi - vogliamo rassicurare sul costante controllo in essere da parte dei Consorzi di bonifica nelle zone terremotate, perché l'aumento del rischio idrogeologico è una delle complicanze complementari ad un sisma come l'analogo dramma, patito dall'Emilia Romagna e da me vissuto in prima persona, sta a dimostrare".

"Allora come adesso - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale Anbi - l'esperienza dei Consorzi di bonifica è al servizio della autorità preposte per evitare ulteriori, pesanti conseguenze ad un territorio già drammaticamente colpito. Eventuali anomalie saranno tempestivamente comunicate al Servizio dighe di Perugia".