Tante regioni variegate, tipologie di uve completamente differenti, e terreni diversi, ma nella vendemmia 2016 del Centro Nord Italia una costante c'è, ed è l'alta qualità dell'uva raccolta o che si appresta a esserlo nelle prossime settimane. Molto contenuti i cali sotto il profilo produttivo, mentre per quanto riguarda i prezzi trapela incertezza, che nasconde però toni negativi.

AgroNotizie ha intervistato associazioni agricole e enti di tutela di Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana per capire l'andamento della vendemmia, regione per regione.

Emilia Romagna
Le indicazioni sulle prime uve ci portano a dire che la qualità al momento è molto buona – sottolinea Gianni Tosi, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna Chiaramente saranno fondamentali le prossime settimane dal punto di vista climatico, perché la vendemmia entra nel vivo nei prossimi giorni. Per quanto riguarda il mercato e il livello dei prezzi, negli ultimi mesi ha registrato fiacchezza il mercato dei vini rossi. Speriamo che la produzione sia di qualità, così il mercato potrebbe pagare un prezzo migliore. Chiaramente il mercato relativo al vino di questa vendemmia entrerà nel vivo nei prossimi mesi”.

Siamo partiti con una produzione di estrema qualità – gli fa eco il presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello e ci sono tutte le condizioni per una vendemmia ottima. Naturalmente una variabile importante è il clima, che a settembre è sempre un’incognita. Per rimanere in linea con la qualità delle prime uve, non dovranno esserci forti piogge consecutive e grandinate”.
“Sul fronte dei prezzi è ancora presto per poter parlare –
conclude Tonello – Il settore del vino in questi anni è riuscito a pagare abbastanza bene la qualità della produzione, molto più rispetto che di altri settori. Speriamo lo faccia anche quest’anno”.
 
Piemonte 
Lorenzo Olivero, presidente dell’Associazione Strada del Barolo e delle Langhe: “Bisogna partire con grande cautela per parlare di questa vendemmia. In Piemonte siamo un po’ più in ritardo rispetto alla tabella di marcia, al momento sono state raccolte solo le uve per le basi degli spumanti. Detto questo, il clima non ci ha aiutato molto sul fronte produttivo, in quanto alcune grandinate hanno danneggiato la produzione, in alcune aree, del 35-40%”.
Sul fronte della qualità si vedrà in corso della vendemmia – conclude Olivero – che deve ancora entrare nel vivo, con Moscato, Barolo, e poi Nebbiolo e Barbaresco”.  
 
Veneto
Christian Marchesini, responsabile sezione economica vitivinicola di Confagricoltura Veneto e presidente del Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella: “La vendemmia è partita bene con Pinot Grigio e Chardonnay. A livello produttivo le stime per la vendemmia veneta prevedono una crescita di circa il 5% dei vini bianchi, mentre il segno più per i rossi si attesta a un +3%. A livello qualitativo meglio i bianchi dei rossi, ma sicuramente per entrambi una buonissima vendemmia”.
Riguardo ai prezzi, le quotazioni sono stabili, mentre a livello commerciale, oltre al Prosecco, sarà sempre più importante il Pinot Grigio. Guardiamo sempre di più ai mercati esteri”.

Toscana
Giovanni Busi
, presidente del Consorzio del Chianti Toscana: “Settembre è il mese decisivo della vendemmia, fino a oggi il tempo ci ha aiutato e speriamo possa continuare così. La sanità delle uve è elevata così come un’ottima qualità finora. Sotto il profilo quantitativo forse ci sarà un leggero calo rispetto alla passata vendemmia, considerata comunque abbastanza nella media, per cui anche dal punto di vista quantitativo si può essere soddisfatti. Condizione necessaria sarà però il mantenimento di un clima favorevole in questo mese. Più negativa invece la situazione dei prezzi, con quotazioni in calo".

"Ci aspettiamo circa un -5% di produzione rispetto al 2015 - sottolinea Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana - dal punto di vista qualitativo si può parlare di annata straordinaria, con una qualità davvero eccellente. Le condizioni climatiche in alcune aree non sono state particolarmente favorevoli, specie per la siccità, ma il lavoro e l'impegno dei nostri imprenditori agricoli è stato davvero grande. Il paradosso invece riguarda i prezzi, che, stando agli ultimi aggiornamenti, non possono soddisfare le imprese. Le quotazioni sono fatte dal commercio e dai distributori, che purtroppo abbassano il prezzo riconoscendo così scarse remunerazioni ai produttori".

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