Compie trent’anni l’Albo degli agrotecnici e il Consiglio del Collegio nazionale ricorda l’occasione con queste parole: "Il sei giugno di trenta anni fa, sulla Gazzetta ufficiale veniva pubblicata la legge n.251/1986, di istituzione dell’Albo professionale di agrotecnico, che segnò un momento storico nel panorama delle libere professioni italiane, maggiore per quelle del settore agrario. 
La nostra categoria riuscì allora in una impresa che pareva impossibile, tentata invano da molte altre categorie prima di noi: quella di ottenere la regolamentazione giuridica della propria attività. 

I nostri colleghi di allora posarono così la prima pietra di un edificio che in molti prognosticarono non sarebbe mai sorto; l’agricoltura infatti era un settore in forte regressione, che perdeva addetti e valore di Pil ogni anno, e perciò pareva impossibile che in un settore economicamente in declino e già occupato da altre categorie professionali (i periti agrari, gli agronomi e forestali ma anche i geometri ed altre categorie ancora) vi fosse lo spazio per un nuovo soggetto. 

Eppure, contro tutto e contro tutti, facemmo l’impresa". 

"Al bilancio del 30esimo anno di vita la nostra categoria, nata ultima, nata gracile, è diventata forte e robusta come una quercia: siamo, dal 2012, il primo Albo del settore come numero di candidati agli esami di abilitazione (con sei volte in più il numero dei candidati dei tecnologi alimentari, con triplo dei candidati dei periti agrari superando anche quello degli agronomi e forestali); la nostra Cassa di previdenza è la prima in assoluto fra tutte le Casse di previdenza dei professionisti quanto a maggior rendimento delle pensioni, fra lo stupore generale; l’Albo cresce per inclusione di nuovi soggetti in una ottica interprofessionale mai vista prima; le nuove partite Iva aperte nel 2015 sono in crescita del +7,8% ed i redditi del +5,5% (mentre il Paese vive una crisi infinita). 

Questi risultati sono stati ottenuti grazie alla capacità del gruppo dirigente nazionale e ad uno spirito di sacrificio che è raro riscontrare.
Ma il risultato più bello ed esaltante è quello di avere creato, dal nulla, una categoria professionale che prima non sapeva nemmeno di esistere e di averla aperta ad altri soggetti (sia già ordinistici che privi di tutela ordinistica), tanto che oggi sono proprio questi ultimi ad essere il maggior numero dei nuovi iscritti, ed hanno già cominciato la marcia che li porterà ai vertici dell’Albo, sia locale che nazionale.


I dati degli ultimi anni ci dicono che la ‘trasformazione’ si è compiuta: siamo davvero un Albo ‘interprofessionale’ nel quale convivono, oltre ai classici titoli di studio agrari, quelli forestali e delle produzioni animali, i laureati in scienze naturali ed ambientali, gli architetti del paesaggio, gli ingegneri ambientali, i biologi ed i biotecnologi, i laureati in materie economiche ed altri ancora. 

Questa condizione, unica nel panorama ordinistico nazionale, ci inorgoglisce ed al tempo stesso ci carica di responsabilità ma, se sapremo essere uniti e coesi, se ciascuno farà ciò che deve o necessario, festeggeremo ancora e per molti anni, brillanti risultati. 

Auguri a tutto l’Albo, auguri alle donne ed agli uomini che lo rendono grande con il lavoro di ogni giorno"
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