Gestire le colture dalla semina alla raccolta attraverso un software. E condividere i propri dati con gli altri agricoltori. E' questa l'idea che ha conquistato Massimo Morbiato, ideatore della piattaforma AgriOpenData, intervistato da AgroNotizie.

Morbiato, che cos'è AgriOpenData?
“E' una piattaforma per la gestione a 360 gradi delle colture, nata inizialmente come strumento di ricerca semantica dei fitofarmaci. L'agricoltore descrive il problema e il sistema cerca di trovare il principio attivo e i trattamenti migliori per la malattia”.

Quindi ad esempio un viticoltore scrive 'formazione di un feltro bianco sulle foglie' e il sistema ipotizza che si tratti di oidio e suggerisce l'agrofarmaco più corretto?
“Assolutamente sì. E tutto è collegato ai disciplinari di produzione a cui si deve eventualmente attenere. In questo modo l'agricoltore è sicuro di essere in linea con le norme: il sistema traccia tutti i trattamenti in modo da generare la documentazione burocratica necessaria in caso di controlli”.

AgriOpenData dialoga con sistemi esterni?
“Dialoga con le banche dati di tutta Europa, ma è anche predisposto per ricevere i dati provenienti dal campo, da droni o centraline meteo. Sulla base di questi dati può fare analisi predittive sulle malattie che possono esserci ed eventuali trattamenti”.

AgriOpenData è già in commercio?
“Lo sarà dopo l'estate. Abbiamo fatto un accordo con l'ordine dei periti agrari di Padova che prevede della formazione per gli agronomi e per le aziende. Intanto stiamo aspettando il risultato del programma europeo Finodex, nell'ambito del quale siamo stati selezionati tra 800 società per concorrere alla fase finale”.

Come vengono gestiti i dati raccolti nelle singole aziende?
“Noi spingiamo perché siano messi in comune con gli altri utenti del sistema, in modo da generare un valore aggiunto per tutti. Questo perché ad esempio le informazioni raccolte da una sonda meteo possono essere utili anche ad aziende delle vicinanze. O la presenza di una malattia in un campo può mettere in allarme altri agricoltori. Le informazioni sono troppo preziose per lasciarle chiuse in azienda, vanno condivise”.

E' il concetto di sharing economy, ma siamo sicuri che gli agricoltori vogliano aiutarsi tra loro?
“Dalla nostra esperienza posso dire che condividono i dati nel momento in cui capiscono che gli conviene. Se il mio vicino dà meno fitofarmaci ne traggo un beneficio anche io che non ho una contaminazione dei miei terreni. Lo stesso ragionamento può essere fatto su più fronti”.

Ma perché un agricoltore dovrebbe adottare il vostro sistema?
“Perché ci guadagna. Se faccio una produzione di qualità e la certifico in maniera semplice e intelligente attraverso AgriOpenData il mio prodotto varrà di più”.

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