Expo? La massima espressione del cibo come show. D’altronde siamo nella fase in cui si predica il ritorno alla terra, si celebra la green economy e si fa convivere una sensibilità "eco" con l’estetizzazione del cibo, ostaggio dei media: programmi di cucina, blog, app. Food-porn, verrebbe da dire. Un cibo che si guarda, ma non si mangia. Come un’opera d’arte.

Sono questi alcuni concetti espressi nel libro di prossima uscita Il cibo immaginato tra produzione e consumo. Prospettive socio-antropologiche a confronto, edito da FrancoAngeli (Milano) e scritto da Valentina Grassi dell’Università Parthenope di Napoli e da Debora Viviani, docente di sociologia all’Università di Verona e ricercatrice dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie dell’Università di Verona.

AgroNotizie pubblica in anteprima e qui di seguito un intervento di Debora Viviani, che sul tema del cibo ha scritto importanti libri e saggi, come Food, mass-media and lifestyles. A hyperreal correlation per Italian sociological review e Crisi reale e benessere apparente per micro & macro marketing.

Di seguito le parole dell'autrice Debora Viviani.
"Il cibo immaginato tra produzione e consumo (edito da FrancoAngeli, Milano - 2016) nasce in collaborazione con la collega e amica Valentina Grassi, ricercatrice al Dipartimento di Giurisprudenza all’Università Parthenope di Napoli. Entrambe ci occupiamo da anni di immaginario nel tentativo di comprendere e contribuire a creare una cultura consapevole dell’immagine.

Tutte le sfide del futuro, nonché i fenomeni a noi contemporanei devono essere raccolti con la consapevolezza della forza del loro risvolto immaginale. E il cibo è sicuramente uno dei protagonisti indiscussi di quella foresta di simboli che popola l’immaginario collettivo di oggi.
Basti pensare ad Expo, che a nostro avviso rappresenta la massima espressione di un processo di spettacolarizzazione del cibo, che si sta diffondendo da diversi anni e che ha, non solo avvicinato il discorso alimentare a quello culturale, ma che sembra aver anche spostato l’attenzione verso gli aspetti scenografici.

Si pensi alla maggior diffusione di programmi televisivi, di blog e libri di cucina, di app per smartphone per imparare a cucinare, etc.
In questo volume, utilizzando le sollecitazioni degli studi sull’immaginario, si analizzano i due importanti processi che ruotano attorno al cibo: la produzione e il consumo.

Per quanto riguarda la produzione, si assiste alla diffusione di pratiche alimentari che spingono a un ritorno alla terra. Al progressismo moderno si affianca, infatti, fino a sostituirlo una forte sensibilità ecologica, che fa riemergere una nuova relazione con la terra-madre e una concezione di benessere strettamente correlata al benessere di coloro che lo abitano. Sempre più si parla di green economy, sempre più si reclama il miglioramento della qualità dell’acqua, dell’aria e degli ecosistemi in generale, anche in vista di un’alimentazione più sana.

Il cibo sembra vivere quindi un equilibrio tra la sensibilità eco e l’artificialità dei cibi, ridotti alla pura funzione estetico-visuale, aspetto che emerge soprattutto nelle attuali dinamiche di consumo.
Intorno al cibo si crea, infatti, oggi un discorso mediatico che segue le strategie tipiche del processo di estetizzazione. Blog di cucina, programmi televisivi e altro. È un cibo prima di tutto gustato sul piano visivo.

Se da sempre il cibo consumato richiama alla luce quattro aspetti, e cioè gusto/sapore, storia e legame nutrizionale, valore nutrizionali e potere socializzante, oggi il cibo che consumiamo ha valore per ciò che è, per il design, per la forma. E' un cibo che è gustato, senza neppure essere mangiato.

Parlare di cibo immaginato, di cibo non consumato, non significa necessariamente allontanarsi dal valore tradizionale del cibo, ma può essere uno strumento valido, quella forza motrice che può spingere i consumatori a riflettere su un cibo, prodotto e consumato, in un modo che deve essere maggiormente responsabile.
La sua crescente visibilità può, in realtà, essere espediente utile a far conoscere quali tradizioni, quali valori e quale etica si nasconde dietro ogni alimento, riconoscendo alla nostra terra e al nostro lavoro l’importanza che merita"
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TitoloIl cibo immaginato tra produzione e consumo. Prospettive socio-antropologiche a confronto
Collana: Strutture e culture sociali
Editore: FrancoAngeli
Pagine: 146
Prezzo: Euro 19,00
In libreria: 2016