Conoscere lo stato di salute di una pianta osservandola dallo spazio. E' questa la sfida lanciata dall'Agenzia spaziale europea che sta mettendo a punto Flex, un satellite che verrà posizionato in orbita nel 2022 e che avrà proprio il compito di monitorare foreste e aree coltivate di tutto il pianeta.

 

Il satellite è dotato di un sensore in grado di captare la fluorescenza della clorofilla, un segnale utile alla misurazione del vigore vegetale di una pianta. La fluorescenza altro non è che la luce scartata dalle foglie, quella ciò che non può essere utilizzata dalla pianta per produrre il suo nutrimento.

 

Come Università di Bologna ci siamo occupati dello sviluppo dei modelli per interpretare i dati inviati dal satellite”, spiega ad Agronotizie Federico Magnani, docente del Dipartimento di scienze agrarie. “Quello che ci interessa è stimare lo stato di salute delle piante e la loro produttività attraverso i livelli di clorofilla”.

 

Gli scopi di queste ricerche sono principalmente due. Prima di tutto monitorare l'evoluzione delle foreste sull'intero globo, conoscerne lo stato di salute e studiare l'assorbimento della CO2, il gas ad effetto serra che le piante immagazzinano durante la fotosintesi clorofilliana.

 

Il secondo scopo è legato all'agricoltura di precisione. Grazie ai dati forniti dal satellite Flex gli agricoltori di tutto il mondo potranno monitorare lo stato di salute dei loro campi e in caso di dati anomali intervenire in maniera puntuale. Il sistema sarà in grado di lanciare l'allarme in caso di una carenza d'acqua, di fertilizzanti o in caso di attacco di parassiti. In questo modo si ridurranno le risorse utilizzate con un risparmio per l'ambiente e per le aziende.

 

Non si sa quando i servizi saranno disponibili per gli agricoltori”, precisa Magnani. “La politica dell'Esa tuttavia è di mettere i dati liberamente a disposizione di chiunque sia interessato, ma con che modi e tempi è ancora tutto da definire”.

 

Il problema è che difficilmente l'agricoltore medio potrà utilizzare questi dati. E non si tratta solo di un gap tecnologico, quanto di un problema di accuratezza. Flex catturerà immagini con una risoluzione di 300 metri per 300. Con una simile scala sarà impossibile osservare la singola pianta o anche solo un campo di un ettaro.

 

E' questo il vero problema dei sistemi satellitari fino ad ora disponibili e di cui abbiamo parlato anche in altri articoli (vedi CollectEarth). Sistemi utili per Paesi con grandi estensioni, come il Canada, il Brasile o il Kazakistan, ma difficilmente adattabili a Stati come l'Italia, dove gli appezzamenti medi sono di pochi ettari.

 

Il satellite Flex non sarà solo in orbita, ma farà parte di un sistema fatto di cinque coppie di satelliti, battezzati Sentinel. La prima e la seconda coppia sono già nello spazio, la prima è stata studiata per la raccolta di immagini radar, la seconda per foto ad alta risoluzione. Mentre la terza coppia, sviluppata per monitorare gli ecosistemi marini, verrà lanciata tra il 2016 e il 2020 e si porterà dietro Flex.

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