Il Programma di sviluppo rurale del Piemonte sotto la lente d’ingrandimento delle principali associazioni agricole regionali. Secondo Confagricoltura occorrerebbe infatti ridefinire i criteri e ripartire da capo con un nuovo bando.

Il Programma di sviluppo rurale, che a livello regionale mette a disposizione 1 miliardo e 90 milioni di euro di finanziamento pubblico da qui al 2020, anche a causa dei tempi ristretti in cui è stato perfezionato, con un coinvolgimento solo formale del partenariato, nemmeno consultato ma semplicemente informato delle decisioni adottate nella fase di negoziazione tra Commissione Europea e Regione, presenta incongruenze vistose e limitazioni preoccupanti, in alcuni casi ‘imposte’ da Bruxelles, anche per un’eccessiva acquiescenza dell’apparato regionale incaricato dell’elaborazione del documento”.

Così il presidente di Confagricoltura Piemonte Gian Paolo Coscia fa il proprio punto sulle difficoltà delle imprese agricole ad accedere ai finanziamenti dei primi bandi, secondo l’associazione agricola “attivati frettolosamente a fine 2015, con una dotazione di 80 milioni di euro e relativi agli investimenti aziendali”.  

La scelta di limitare la spesa ammissibile a 250mila euro e di privilegiare le aziende che non superano i 100mila di produzione standard, secondo Confagricoltura, può penalizzare, fortemente le imprese con maggiore capacità competitiva, che non riescono a beneficiare dei contributi.

Le risorse del Psr dovrebbero essere impiegate anzitutto per rafforzare le imprese che hanno capacità di investire in chiave di innovazione e competitività – ha osservato Coscia – invece di essere finalizzate a tenere in vita aziende con una redditività molto bassa e che difficilmente potranno reggere la competizione nel mercato globale”. Confagricoltura Piemonte parla poi di disfunzioni che caratterizzano l’operatività dell’applicativo informatico per la gestione delle domande, non ancora del tutto risolte a più di un mese dall’apertura dei bandi. Delle 1100 domande inserite in bozza ne risultano trasmesse appena una decina.

A fronte di questa situazione – ha spiegato Coscia – chiediamo alla Regione la tempestiva ridefinizione dei criteri di selezione e la riapertura di un nuovo bando, che risponda alle attese delle aziende agricole del Piemonte”. Anche Coldiretti ha voluto approfondire le criticità emerse con l’apertura dei bandi relativi alle misure di investimento per le imprese agricole e in particolare per i giovani.

Abbiamo incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura Ferrero ai margini del convegno sull’agricoltura sociale – ha precisato Delia Revelli, presidente di Coldiretti Piemonte – è diventato indispensabile un confronto con i vertici regionali dopo i problemi scaturiti con la precipitosa apertura dei Bandi relativi alle misure 4.1.1 e 4.1.2”. Infatti, dalla messa in esercizio dell’applicativo Siap online su 700 domande presentate, poco più di un decimo è riuscito a conseguire l’ammissibilità".

E’ necessario che le aziende, specialmente quelle professionali, abbiano un accesso semplificato ai finanziamenti, evitando complicazioni burocratiche che rischiano solo di svilire l’efficacia degli interventi – ha commentato il direttore di Coldiretti Piemonte Antonio De Concilio continueremo a svolgere un’azione di attento monitoraggio, non potremo concedere ad alcuno di impedire che il Psr possa realizzarsi attraverso azioni fruibili ed efficaci, che rispondano agli effettivi bisogni delle nostre imprese. Nel frattempo, prendiamo atto della volontà manifestata dalla Regione di adottare una nuova determina per apportare modifiche”.