La Campania, dopo aver subito oltre 33 milioni di euro di disimpegno automatico del Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale sul Piano di sviluppo rurale 2007-2013, si prepara ad avviare il nuovo programma, che vale un miliardo e 836 milioni, pur tra il lavorìo per le modifiche ai criteri di selezione dei beneficiari, richiesti dalle organizzazioni agricole.
 
Mentre all’assessorato all’Agricoltura si stanno dando da fare per semplificare l’impatto sugli agricoltori delle procedure di presentazione delle richieste di aiuto, si scopre che la Regione Campania ha recentemente legiferato in materia di semplificazione dei procedimenti amministrativi.
 
Uno dei motivi che hanno condotto la Campania, per la prima volta dopo 18 anni, ad andare in disimpegno automatico sui fondi europei destinati all’agricoltura, è stata proprio la lentezza delle procedure, in parte dovuta anche alla farraginosità dei bandi del vecchio programma. E comunque, con istruttorie durate anche oltre i 360 giorni, occorreva porre un limite alle lungaggini burocratiche.
 
La Regione Campania con il primo comma dell’articolo 9 della legge regionale n. 11 del 14 ottobre 2015 recante “Misure urgenti per semplificare, razionalizzare e rendere più efficiente l'apparato amministrativo, migliorare i servizi ai cittadini e favorire l'attività di impresa”, ha stabilito: “La Giunta regionale, con proprio regolamento da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce i termini, non superiori a novanta giorni, per la conclusione dei procedimenti amministrativi di propria competenza”. Purtroppo, pur essendo decorsi 90 giorni dalla entrata in vigore della legge regionale 11/2015 il regolamento previsto dall’articolo 9 non c’è ancora.
 
Il secondo comma dell’articolo 9 della nuova legge dispone, per altro solo in via eccezionale, che solo a procedimenti particolarmente complessi possano essere riconosciuti tempi superiori e comunque non superiori a 120 giorni.
 
Infine, il terzo comma aggiunge: “nei casi in cui disposizioni di legge o di regolamento, nonché il regolamento di cui al comma 1, non fissano tempi procedimentali diversi, i termini di conclusione dei procedimenti amministrativi di competenza della Giunta regionale sono fissati in trenta giorni”.
 
Su tanto AgroNotizie ha raccolto il parere di Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente della federazione regionale in Campania.
“L'esperienza del passato ci induce a dire che la semplificazione amministrativa non si evoca, ma si attua. La legge regionale dello scorso ottobre la evoca, prevedendo delle novità sostanziali sui tempi, ma adesso occorrono gli strumenti attuativi. In altre parole occorre dare gambe e braccia alle idee espresse nella norma".

Coldiretti ha chiesto alla Regione Campania di dare vita ad una filiera attuativa della semplificazione, da inserire ed adottare all'interno del nuovo Psr: di cosa si tratta?
"Intendiamo una strumentazione operativa che ruoti su: un accordo di programma su tutte le filiere istituzionali per declinare la semplificazione in comportamenti coerenti; conferenze di servizio con gli stakeholder per verificare l'andamento del Psr, per definire indirizzi e priorità e per stabilire tempi certi; la sussidiarietà orizzontale, che prevede la possibilità per le organizzazioni di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi. La sussidiarietà può attuarsi concretamente con l'avvio dei “super Caa”, dando finalmente seguito alla legge regionale della Campania n. 12 del 21 maggio 2012, che consente ai centri di assistenza agricola l’esercizio di attività amministrative in affiancamento alle amministrazioni pubbliche".
 
Coldiretti chiede un concetto più ampio di semplificazione. Quali sono i rischi ai quali si va in contro se non fossero sciolti per tempo i nodi che inceppano la macchina burocratica?
"Se non si compiono questi passi, il Psr rischia di partire azzoppato. Inoltre, abbiamo indicato quali sono per Coldiretti le misure da mettere a bando subito. Anzitutto le misure a superficie su interventi agroambientali, come ad esempio agricoltura integrata, biologica e forestazione, che hanno già una scadenza comunitaria al 15 maggio".
 
Successivamente potrebbero essere lanciati i bandi sulle misure per le quali sono già stati approvati i criteri di selezione, giusto?
"Sì, e sono le seguenti: 4.1.1 (investimenti nelle aziende), 4.1.2 (investimenti per la ristrutturazione di sistemi irrigui), 5.2.1 (ricostruzione potenziale agricolo distrutto) e 6.1.1. che prevede il premio per il primo insediamento dei giovani. La misura 4.1 andrebbe fatta partire tutta insieme, visto che prevede risorse per investimenti materiali nelle aziende agricole. La 5.2.1 riguarda le calamità naturali ed è attesa in particolar modo nel Sannio alluvionato. Anche la misura 6 andrebbe spinta nel suo complesso. È di importanza strategica perché riguarda i giovani e la diversificazione delle attività".