I dati Ismea del primo trimestre 2015 riguardo l'andamento del mercato del vino italiano possono far guardare con fiducia al futuro. La tendenza è in linea con la ripresa dell'annata 2014, chiuso con scambi internazionali superiori ai 100 milioni di ettolitri di vino. Nei primi tre mesi del 2015, secondo Ismea, sono stati scambiati 23 milioni di ettolitri, registrando un +3% rispetto ai 22 milioni del primo trimestre 2014.

L'export italiano ha registrato una flessione del -2% in termini di volumi venduti, ma il giro d'affari è cresciuto del 4%. Segno positivo per le importazioni, aumentate sia in termini di quantità (+9%) sia per la spesa (+12%). Buona crescita degli introiti dai vini fermi in bottiglia, grazie all'aumento del valore alle esportazioni, con +3% per i vini Igp, +4% per i vini Dop e un +10% per i vini comuni. Fra i mercati di sbocco più attivi, cresce l'export negli Stati Uniti (+9% in quantità e +14% in valore) e la Germania, con un +1% in volume e un +5% in valore.

Male i vini sfusi della stessa categoria, che hanno perso il 7%, con la domanda che in questo segmento di mercato ha perso sia in termini reali che di valore. Grande traino al settore lo fa lo spumante, con una produzione in crescita del +24% in volume e +23% in valore. Dopo il 2014 di grande successo, anche l'inizio del 2015 conferma un sempre crescente interesse per il vino spumante italiano, con il Prosecco in prima finale con una quota che supera ormai il 70% dell'export del settore spumantistico italiano.

Ulteriore battuta d'arresto per l'Asti, che nel primo trimestre 2015 perde in volume, dopo già il -6% del 2014. Aumenta notevolmente la domanda per gli spumanti italiani, soprattutto da Stati Uniti e Regno Unito, con una crescita in valore rispettivamente del +64% e +59%. Buone le richieste anche da Germania e Svizzera, mentre le spedizioni complessive in Russia registrano una frenata.

Spostando la nostra analisi sui prezzi, il calo determinante del livello di prezzi del vino comune è stato influenzato fortemente dalla Spagna, grande produttrice a prezzo contenuto. Piano piano che si scala la piramide qualitativa, il condizionamento derivante dal mercato iberico si fa sempre più irrilevante. Infatti i vini maggiormente di qualità, in particolare i rossi Doc-Docg, registrano sostanziali rialzi di valore, come nel caso del Brunello di Montalcino, che in media risulta in crescita del 20% rispetto ai primi cinque mesi del 2014 e che in marzo ha superato i mille euro a quintale.