Origin Green permette ad ogni agricoltore o allevatore di sapere quali sono i suoi punti di forza e di debolezza dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica (e altri gas ad effetto serra), approvvigionamento di energia e di materie prime, biodiversità, spreco di acqua e benessere animale.
Il fiore all'occhiello dell'Irlanda è l'allevamento di bovini destinati all'esportazione. Il Paese gode di condizioni climatiche ottimali, temperatura mite, piogge frequenti e un territorio particolarmente adatto al pascolo. Non è un caso se nel 2011 è stato lanciato un primo programma per la valutazione delle emissioni di anidride carbonica degli allevamenti. Ogni azienda agricola è stata schedata e i suoi parametri misurati. Sono stati stilati dei piani con obiettivi di miglioramento e feedback sul reale funzionamento del programma.
Origin Green si è poi espanso e ora coinvolge tutti i settori. Non solo le aziende agricole, ma anche le industrie ittiche e la lavorazione delle materie prime.
Alla base di tutto il programma c'è la Origin Green Chart che le aziende sottoscrivono e che le aiuta ad individuare obiettivi di sostenibilità significativi e misurabili. Obiettivi che riguardano tre aree principali: approvvigionamento delle materie prime, processi produttivi e sostenibilità sociale. Il tutto, come spiega nella video-intervista Claire Farrell, trade marketing specialist di Bord Bia (l'organizzazione che gestisce Origin Green), viene monitorato da SGS, leader mondiale proprio nella sostenibilità ambientale.
L'obiettivo dichiarato è quello di arrivare ad avere, entro il 2016, il 100% delle esportazioni certificate. Gli imprenditori agricoli e i produttori potranno così vantare il rispetto delle migliori best practice in termini di impatto sull'ambiente e sulle comunità locali.